Corruzione e illegalità: «Serve sforzo di tutti»

Terni: Federica Angeli al quarto ‘legality day’ di Ast per portare la sua testimonianza di giornalista sotto scorta. «La magistratura non basta, cambi la mentalità dei cittadini»

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Da quasi cinque anni – era il 17 luglio 2013 – vive perennemente sotto scorta, costretta a guardarsi le spalle dalle minacce del clan Spada per le sue inchieste sulla mafia romana, ma anche per il duplice tentato omicidio a cui casualmente assistette dal balcone di casa sua, ad Ostia. Nonostante le difficoltà di una vita «in libertà vigilata», la giornalista de La Repubblica Federica Angeli continua a portare in giro per l’Italia la sua testimonianza e mercoledì pomeriggio è tornata a Terni in occasione dell’appuntamento ‘Contro le zone d’ombra e la corruzione-Per una cultura della legalità’, il quarto legality day organizzato da Acciai Speciali Terni.

Il dibattito Un evento che è stato anche la prima delle tre tappe del Bif Roadshow 2018, l’iniziativa contro corruzione e illegalità organizzata nell’ambito del Business Integrity Forum di Transparency International Italia. Appuntamento moderato dal giornalista del Tg1 Alberto Matano e al quale hanno preso parte, tra gli altri, anche l’ad di Ast Massimiliano Burelli, il presidente di Confindustria Umbria Antonio Alunni e, nell’ultimo confronto finale dedicato al tema del ruolo dell’informazione nel contrasto alla corruzione, anche il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori.

Lavoro a 360° «Conciliare imprenditoria e legalità e fare un discorso ad ampio spettro sull’importanza di essere un ‘noi’, dove ognuno nel suo settore dà e porta quello che può, è fondamentale – ha detto la Angeli -. Ragionando a compartimenti stagni non si va da nessuna parlare, bisogna mischiare i vari contributi che portano ad un progetto di legalità. Ma per farlo c’è molto da lavorare sulla mente degli italiani in generale, perché non è solo una questione di Roma o di Ostia. Penso non solo all’accettare un comando di un boss, ma anche al pensare a chi ci può raccomandare appena ci prescrivono una visita. Ecco, ribaltare questo è la difficoltà più grande, non bastano le inchieste della magistratura per riportare la legalità, ci vuole uno sforzo culturale».

Uno sforzo che ad Ostia sta portando i primi frutti. «Agli inizi del maxi-processo per Mafia contro gli Spada, nonostante i miei appelli, in aula di cittadini non si è presentato nessuno – ha continuato la Angeli -. Io ero lì giornalisticamente, ma mi sono trovata sola, senza l’aiuto della cittadinanza. Allora, come reazione, ho deciso di annullare l’appuntamento che avevo ad Ostia per la presentazione del mio libro. Questa mia presa di posizione dura ha smosso qualcosa, per domani (giovedì 14 giugno, ndr) è stata organizzata una grande manifestazione, intitolata proprio ‘Noi’, che partirà dal balcone di casa mia». Proprio lì dove la Angeli ha assistito al tentato duplice omicidio ed è iniziata la sua libertà vigilata.

Mai pentita «Non mi sono pentita di quello che ho fatto – è la sua riflessione convinta -, ho pensato alcune volte di mollare perché è veramente dura, però pentimenti mai, non sono capace per mestiere, deformazione professionale ed educazione di voltarmi dall’altra parte. Per me sarebbe stato impensabile, di fronte alla stessa situazione, non comportarmi esattamente come mi sono comportata. E’ vero, si vive agli arresti domiciliari, in libertà vigilata, devi chiedere il permesso per entrare in quel determinato bar, non puoi uscire sul balcone di casa tua avendo deciso di rimanere ad Ostia, devi comunicare il giorno prima i tuoi spostamenti e gli orari, non guidi più la macchina, non vai più in macchina con tuo marito. Si rinuncia a tanto, ma alla luce degli sviluppi e degli arresti e di un timido rialzare la testa da parte di cittadini di ostia posso dire che sì, ne vale la pena».

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