Banche e credito alle imprese, Umbria giù

Studio della Cgia Mestre su impieghi ‘vivi’ dal novembre 2017: -3,7% e 350 milioni di euro in meno, dato record negativo su scala nazionale

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Diminuzione – il periodo preso in esame va da novembre 2017 allo stesso mese del 2018 – di 350 milioni di euro per una contrazione del 3,7%, dato record negativo su scala nazionale. I dati sono stati elaborati dall’ufficio studi della Cgia di Mestre sui rapporti della Banca D’Italia e fanno riferimento al credito bancario alle imprese: in generale gli impieghi ‘vivi’ – prestiti al netto delle sofferenze – sono scesi di 4,9 miliardi di euro per un complessivo -0,7%. Il report è stato pubblicato sabato mattina.

IL RAPPORTO COMPLETO DELLA CGIA MESTRE

Piccole realtà produttive più penalizzate

Come detto sono 350 i milioni in meno per le imprese umbre. A seguire – in termini percentuali – ci sono la Sicilia con un -3,3% e la Toscana a quota -3,1%: «La domanda di credito – le parole del coordinatore dell’ufficio studi – da parte delle imprese è diminuita sia in termini di qualità che di quantità. Inoltre, non va nemmeno dimenticato che le sofferenze bancarie hanno assunto dimensioni preoccupanti, inducendo molte banche a chiudere i rubinetti del credito o a concedere i prestiti a condizioni più rigide. Tuttavia, la contrazione registrata in questi ultimi anni è stata eccessiva, soprattutto nei confronti delle piccole realtà produttive che, tradizionalmente più solvibili delle altre imprese, sono state, invece, le più penalizzate». Nello specifico si parla di imprese con meno di venti addetti, vale a dire il 98% sul totale: danno lavoro – viene messo in evidenza nello studio – quasi il 60% degli addetti in Italia. Tornando all’Umbria, il dato è sceso da 9 miliardi 519 milioni di euro (novembre 2017) a 9 miliardi e 169 milioni.

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