Dalla città alla terra per i grani antichi

Un giornalista e un veterinario di 30 anni hanno recuperato un vecchio mulino in disuso a Nocera e creato un business di prodotti sostenibili

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Quando le braccia di due giovani e imprenditori vengono, in parte,  restituite all’agricoltura, il successo è sempre garantito. L’impresa che hanno tentato due ragazzi di Nocera Umbra, Alessandro Orfei e Emanuele Paggi, è quella di rimettere in produzione grani antichi riammodernando l’ex mulino Tega di proprietà della famiglia a Le Cese, dove negli anni ’50 si macinava a pietra per la realizzazione del carbonato di calcio.

Il progetto

Il mulino

Nasce così l’azienda agricola Agribio Monte Pennino, con l’obiettivo di ripotare in vita l’antico mulino e creare, in linea con le tradizioni del passato, prodotti che valorizzino il territorio, la storia e siano anche occasione di business sostenibile. Dopo aver riattivato 20 ettari di terreno, in parte di proprietà e in parte presi in affitto dopo 40 anni di abbandono, i due giovani sono andati alla ricerca, indietro nel tempo, di quei semi che originalmente si sono meglio adattati al territorio. «Erano terreni abbandonati – spiega Alessandro che, per lavoro, fa il giornalista – per quella tendenza che ormai, da quarant’anni appunto, ha portato a lasciare la campagna per la città, preferire il lavoro d’ufficio, il posto fisso». Assieme a suo cugino Emanuele, veterinario, hanno provato a invertire il trend e a riscoprire un luogo magico, denso di cultura, storia e tradizione.

I prodotti

La produzione di ceci

Grani antichi, ceci, roveja, farro ma anche lenticchie che, attraverso il mulino con macinatura a pietra, permettono di realizzare farine pregiate, ancora oggi molto apprezzate per le caratteristiche di grande rusticità ma abbandonate nel tempo in favore di lavorati più produttivi. «Non utilizziamo né fertilizzanti né diserbanti – raccontano – la nostra agricoltura è biologica in conversione, siamo costretti a fare una rotazione agraria, alternando le culture di cereali con le culture di leguminose, sia per debellare le erbe infestanti sia per non impoverire i principi nutritivi che sono nel terreno».

Agricoltura bio e a km zero 

«Non potevamo lasciare quel posto così», spiegano. Così, armati di buona volontà, nel tempo libero dalle loro principali occupazioni, hanno deciso di recuperare il vecchio mulino nella zona di Bagnara, alle pendici del monte Pennino. «Siamo contenti del nostro progetto e della sua riuscita e abbiamo nuove idee che, in primo luogo, riguardano la collaborazione con altre aziende del territorio perché siamo convinti solo che l’unione possa fare la forza. Tra i nostri obiettivi c’è anche quello di ‘educare’ i cittadini al buon mangiare, anche attraverso iniziative per sensibilizzare sull’attenzione verso la qualità del cibo. Siamo quello che mangiamo ed è necessario fare attenzione a come nutriamo il nostro corpo».

Gioco di squadra

I prodotti dell’azienda Agribio Monte Pennino

Cibo sano, a km zero e riattivazione di un luogo storico. «Troppo spesso i cibi che troviamo in commercio, come le farine molto raffinate, seguono le esigenze dell’industria e non quelle della salute. Noi vogliamo invertire la tendenza. Il nostro motto è quello di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: ‘Ho bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato, lavorato e cotto ciò che mangio’. Noi vogliamo fare questo». Per fare tutto questo è stato necessario un gioco di squadra, «in cui ognuno mette a disposizione le proprie competenze, la propria passione e la propria passione è il nostro segreto. Un sentito ringraziamento anche ai nostri amici, senza il cui appoggio tutto questo non sarebbe stato possibile».

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