Telfer, c’è l’esposto alla Corte dei Conti

Terni, a presentarlo è il centro studi ‘Malfatti’: focus su demolizione, affidamento, costi e criticità

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Un esposto alla Corte dei Conti dell’Umbria in merito alla demolizione della passerella Telfer a Papigno. Lo ha presentato lunedì il centro studi politici e sociali ‘Franco Maria Malfatti’, da sempre molto attento sulla questione: un documento di 38 pagine pagine per evidenziare una serie di criticità – secondo il centro – per l’operazione decisa dal Comune di Terni dopo la segnalazione dei vigili del fuoco.

L’ESPOSTO COMPLETO

Demolizione e costi 

Il ‘Malfatti’ in primis sottolinea che l’ex elettrochimico di Papigno è un sito «interamente dichiarato di interesse culturale dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Umbria». Poi si parte con la lista: «La demolizione di un manufatto di archeologia industriale che costituiva una parte importante del patrimonio pubblico locale e che di diritto si inseriva nel filone delle ardite carpenterie metalliche dei primi decenni del Novecento al pari del ponte di Paderno d’Adda e di quello di Ronciglione; gli enormi costi sopportati dalla collettività per una serie di perizie, per i monitoraggi, per una demolizione che infine ha presentato un conto superiore a quanto erroneamente era stato calcolato da un ingegnere incaricato del computo, costi ai quali si sono aggiunti costi imprevisti, imprevisti ancora dall’ingegnere incaricato del computo, per lo smaltimento di sostanze inquinanti presenti all’interno di alcuni tubi che sulla passerella si appoggiavano e rimborsi a terzi per maggiori percorrenze chilometriche».

PERIZIA TELFER, UN IMPREVISTO AL GIORNO. SU I COSTI

Affidamento e carabinieri

Il centro studi poi segnala «la strana procedura dell’affidamento del progetto di demolizione a un ingegnere esterno al Comune di Terni, pure disponendo l’ente di analoghe professionalità specifiche; la notizia del 22 dicembre 2018, a smontaggio ultimato, che la Soprintendenza dell’Umbria avrebbe intimato al Comune di Terni un rifacimento fedele della passerella, in virtù del vincolo che gravava sul bene, come se si stesse giocando con i beni e i soldi di uno stato straniero del quale non ci interessa nulla; l’esposto denuncia contro ignoti che il nostro centro studi il 22 dicembre, ha presentato all’Arma dei carabinieri per il presunto allarme crollo lanciato non si sa bene da chi e della conseguente chiusura della strada statale Valnerina (ordinanza sindacale prot. 126264 del 14 settembre 2018), anche in ragione del fatto che il bene oggetto del provvedimento comunale di demolizione, in quanto tutelato dalla Soprintendenza ai beni culturali dell’Umbria, poteva essere soltanto messo in sicurezza e restaurato, non certo smontato o danneggiato in alcun modo».

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