Dimissioni Marini, Salvini ‘scalda’ i motori

Il ministro dell’Interno sarà a Perugia mercoledì pomeriggio. Valanga di reazioni politiche. M5s: «Il sistema-Umbria non è finito»

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Valanga di reazioni politiche, in Umbria e non solo, alle dimissioni di Catiuscia Marini da presidente della Regione Umbria. A partire di quella del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che mercoledì alle 17 sarà a Perugia, in piazza Italia: «Non entro nel merito di inchieste e arresti, ma dopo anni di malgoverno del Pd, anche l’Umbria merita finalmente di cambiare. Non gioisco – afferma il leader della Lega – per le dimissioni della Marini. Sarò presto in Umbria (mercoledì, appunto ndR) perché i cittadini meritano un governo della regione che si occupi dei problemi».

Nicola Zingaretti

Pd e Zingaretti

Il Pd umbro, dopo le prime reazioni da parte del commissario Verini, parlerà più diffusamente in una conferenza stampa convocata per mercoledì a mezzogiorno. Intanto il segretario nazionale Nicola Zingaretti, martedì sera e dopo che nel pomeriggio aveva mandato un ‘messaggio’ che andava in una direzione di discontinuità, ha commentato così il passo indietro della governatrice: «Catiuscia Marini, con le sue dimissioni, ha scelto di mettere al primo posto il bene dell’Umbria. In questi anni Catiuscia è stata al servizio delle istituzioni e dell’interesse generale e ha garantito sviluppo e qualità della vita e dei servizi. È stata una guida apprezzata per i suoi territori e benvoluta dalla sua comunità. Ora, sebbene in presenza di un’indagine che è ancora allo stato preliminare, ha scelto con responsabilità di fare un passo indietro proprio allo scopo di evitare imbarazzi e strumentalizzazioni per la sua Umbria. Da garantisti, aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso prima di emettere giudizi definitivi. Spero lo facciano tutti».

VIDEO – MARINI: «MAI FATTO PARTE DI CONSORTERIE. CAMMINO A TESTA ALTA»

Virginio Caparvi, segretario Lega Umbria

La Lega Umbria esulta

Esulta la Lega Umbria che mercoledì pomeriggio vedrà l’arrivo di Salvini a Perugia, alle ore 17 in piazza Italia: «Il 16 aprile è una giornata storica per l’Umbria perché dopo 50 anni di malgoverno di sinistra che ha ridotto a brandelli questa regione, finalmente abbiamo la possibilità di rialzare la testa e guardare al futuro. Le dimissioni della governatrice non sono sufficienti. Lei e tutta la sua casta chiedano scusa agli umbri e a tutti quei giovani che in questi anni sono stati costretti ad emigrare perché soffocati, a quanto pare, da quel sistema clientelare che più volte la Lega ha evidenziato e riscontrato. Il Pd chieda scusa ai nostri giovani e alle loro famiglie per aver tolto loro la speranza di credere ma soprattutto di crearsi un futuro migliore, chiedano scusa ai lavoratori onesti della sanità che si sono visti superare non per meriti, ma per favoritismi. Non parliamo solo del terremoto che ha colpito la sanità, ma anche dei dati economici negativi con l’Umbria ai minimi storici, della disoccupazione in costante crescita, delle infrastrutture fatiscenti o dei fondi speciali trovati per gli immigrati, quando fuori ci sono umbri senza un tetto sopra la testa».

L’INCHIESTA SULLA SANITÀ IN UMBRIA

Stefano Lucidi, M5s

«Il capitolo sistema-Umbria non è chiuso»

Il senatore Stefano Lucidi del M5s parla di una Marini «schiacciata dal peso delle intercettazioni che la espongono in maniera inequivocabile in un ruolo di primo piano. La presidente – aggiunge – è uscita di scena attraversando quella porta politica che è stata lasciata aperta dalla magistratura che ora potrà fare il proprio corso in maniera agevole e meno ingombrante. Personalmente non ritengo chiuso questo capitolo perché il sistema-Umbria deve ancora essere analizzato in tutte le sue sfaccettature e implicazioni. All’amarezza provocata dalle gesta di personaggi che hanno condotto l’Umbria alla ribalta delle cronache nazionali per fatti deprecabili, aggiungo la mia soddisfazione per la fine di una stagione Pd di cui i cittadini umbri faranno certamente a meno a partire dalle prossime elezioni regionali».

Roberto Morroni

Forza Italia

Per il presidente del gruppo di Forza Italia in Regione, Roberto Morroni, «le dimissioni della presidente Catiuscia Marini segnano per l’Umbria la fine di una stagione politica durata quasi mezzo secolo. Ora spetta alle forze del centro destra mettere in campo un’alternativa di governo in grado di ridare fiducia e prospettive di sviluppo alla comunità regionale». Per il presidente del consiglio comunale di Terni, Francesco Maria Ferranti (FI) «le dimissioni sono un atto indispensabile a fronte di quanto apprendiamo dai giornali, fermo restando il garantismo che va assicurato ad ogni indagato. Per rispetto ai cittadini e soprattutto ai tanti giovani e meno giovani che non trovano lavoro, era necessario in questo quadro un atto di rottura netta con un sistema che, con o senza rilevanza penale, ha fallito su ogni fronte». Reazione anche dai giovani ‘azzurri’ di Terni: «Con le dimissioni della presidente Marini – le parole del coordinatore provinciale Daniele Marcelli – si chiude un capitolo molto triste nella storia della nostra regione. Crolla un sistema malato durato per decenni di cui la Marini è stata solo l’ultimo esponente ,un sistema che denunciamo da sempre e che finalmente ora è emerso di fronte agli occhi di tutti nella sua gravità: sono felice perché finalmente i giovani umbri possono tornare a sperare in un futuro migliore. Un futuro dove venga premiato il merito, dove sia più importante la conoscenza piuttosto che le conoscenze, dove si possa credere in una politica diversa e disinteressata. Sta a noi costruire un’alternativa a tutto ciò, abbiamo l’occasione per tornare protagonisti. Quello di martedì – conclude – è solo il primo passo. L’Umbria tornerà bellissima».

Marco Squarta

Fratelli d’Italia

Così il capogruppo di FdI in consiglio regionale – e portavoce del centrodestra – Marco Squarta, il senatore Franco Zaffini e il parlamentare Emanuele Prisco in una nota: «Indipendentemente dall’esito che avranno le vicende giudiziarie le dimissioni della presidente Catiuscia Marini hanno segnato la fine di un’epoca, il governo rosso in Umbria, che ha prodotto evidenti fallimenti nella gestione della sanità, nei trasporti, nel sistema dei rifiuti ma anche in termini di crescita economica, di lavoro, di turismo e di utilizzo di risorse comunitarie, è finalmente giunto al capolinea. Democrazia corrisponde ad alternanza e le dimissioni della Marini non hanno fatto altro che anticipare l’epilogo, atteso, delle prossime elezioni regionali. Fratelli d’Italia è pronta insieme alle altre forze della coalizione di centrodestra, a lavorare per il rinnovamento della classe politica dirigente che accompagnerà l’Umbria nei prossimi anni».

Alessandro Venturi

Senso Civico

Sulle dimissioni della Marini interviene anche il coordinatore di Senso Civico, Alessandro Venturi: «Il terremoto politico e giudiziale che ha coinvolto la nostra Regione in questi giorni, mette in evidenza tutte le fragilità di una classe dirigente di centro sinistra che ha definitamente concluso il proprio ciclo. Senza nulla togliere a coloro che dal dopo guerra ad oggi hanno fatto la storia della Regione Umbria con uno sviluppo sociale ed economico alla pari di regioni dell’italia centrale come Toscana e Marche, da tempo non é più cosi. In questo contesto già di per se drammatico è del tutto evidente il ruolo marginale nel quale è stato rilegato il nostro territorio a discapito di una visione accentratrice della Regione nei confronti di Perugia. Per queste ragioni crediamo sia necessario aprire una fase di confronto nuova, realmente aperta nel quale poter ragionare su come risorgere da una crisi che non coinvolge solo l’aspetto economico ma sopratutto quello morale. Questo passa attraverso – conclude – un nuovo protagonismo dei cittadini nei partiti e nelle associazioni sociali e politiche in un ottica di reale coinvolgimento nella vita politica regionale. Questa volta non basta cambiare tutto per non cambiare niente».

Emanuele Fiorini

«L’uscita di scena di Catiuscia Marini, erede della ‘zarina’ Maria Rita Lorenzetti, segna per sempre il crollo del regime rosso in Umbria. In molti ricorderemo la data del 16 aprile 2019 perché, se da una parte segna la fine di un’era, dall’altra apre le porte al futuro», commenta il consigliere regionale Emanuele Fiorini. «Il Pd, che ha malgovernato e gestito servizi pubblici al fine di accumulare consenso elettorale, lascia dietro di sé pesanti macerie, quelle tipiche di ogni sistema clientelare che implode perché si sono superati tutti i limiti, anche quelli della più elementare decenza. Lo scandalo dei concorsi della sanità fino alle dimissioni della governatrice Marini suscita infatti grave disorientamento, in un momento molto critico per la popolazione alle prese con una crisi economica che ancora non fa dormire singoli e famiglie e, per una parte di essa, alle prese con una ricostruzione post terremoto che di fatto non è ancora iniziata. Adesso tocca a noi ricostruire la vita di una regione in pesante affanno». Per Fiorini «possiamo farlo solo attraverso la valorizzazione delle capacità di ognuno di noi. Possiamo farlo solo tornando a avere cura della nostra comunità. Non sarà facile, poiché il danno, non solo d’immagine, sofferto dagli umbri e dall’Umbria è enorme, così come quello inferto alle istituzioni regionali che devono, quanto prima, recuperare la credibilità perduta».

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