Dominici estromesso: paga un conto salato

Terni, sindaco revoca deleghe: «Delimitare gli ambiti tecnici e politici nella giunta». Le ragioni per cui non è più assessore al bilancio

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«È opportuno porre fine ad ogni possibile fraintendimento o strumentalizzazione in ordine a scelte adottate e a quelle in programma pienamente condivise dalla intera maggioranza, così come emerso nell’ultimo vertice dei partiti e dei movimenti che sostengono questa». Sono le parole del sindaco di Terni Leonardo Latini che, con una stringata nota nella mattinata di lunedì, dà il benservito all’assessore al bilancio Fabrizio Dominici: c’è la revoca delle deleghe, proprio nel giorno dove inizia la discussione in consiglio comunale del bilancio stabilmente riequilibrato 2018-2020. Non c’è pace per la giunta a guida del 44enne avvocato: «Avremmo dovuto approvare – ha detto in avvio di lavori a palazzo Spada – approvare il bilancio di esercizio stabilmente riequilibrato oggi, ma ne parleremo più avanti». Non si fa. E così sarà: «La soluzione individuata dal segretario Giampaolo Giunta è una situazione che va in qualche modo a tutela del consiglio comunale e soprattutto a tutela delle minoranze per rispettare i termini disciplinati nel nostro regolamento. Per questo ritengo che sia una questione pregiudiziale rispetto alla trattazione, chiedo che non venga posto in trattazione e che il punto sia ritirato».

L’ASSENZA DI GIOVEDÌ IN COMMISSIONE PER IL PARERE SUL BILANCIO STABILMENTE RIEQUILIBRATO

Leonardo Latini

Il sindaco ‘taglia’ Dominici

La decisione arriva a pochi giorni dalla risoluzione del caso – e non solo, ma le recenti vicissitudini sulla procedura per la realizzazione è evidente che abbiano lasciato il segno, così come i dissapori con il ‘commissario’ Barbara Saltamartini – legato al palasport: « Ringrazio l’assessore per l’opera prestata sino ad oggi e per i risultati raggiunti a partire dalla redazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato da poco approvato dal ministero dell’Interno. Tuttavia è necessario in questo frangente – conclude Latini – delimitare in modo chiaro gli ambiti tecnici e politici in seno alla giunta in modo da assicurare una sempre più proficua ed efficace azione amministrativa. Tratterrò personalmente le deleghe sino alla nomina del nuovo assessore».

LA DISCUSSIONE SUL BILANCIO STABILMENTE RIEQUILIBRATO: L’ARTICOLO 75 DEL REGOLAMENTO

Perché?

Ma cosa ‘paga’ di preciso l’ormai ex assessore Dominici? Secondo alcuni addetti ai lavori il non essere – ma alle manifestazioni come l’ultima visita di Matteo Salvini a Terni era in prima linea – in ‘quota Lega’. Altri suoi ex colleghi di giunta sono però nella stessa identica condizione, pur non avendo ‘pagato’ ad oggi uno scotto così pesante. Va detto comunque che nel rimpasto che il sindaco Latini si prepara a ‘licenziare’, è molto probabile che nell’esecutivo di palazzo Spada trovi posto proprio il capogruppo della Lega in Comune, Cristiano Ceccotti (peraltro già assessore al bilancio in quel di Otricoli), probabilmente accanto ad una riassegnazione di alcune deleghe ‘pesanti’. Non appare peregrina infatti un’assegnazione del bilancio al ‘rivale’ di Dominici, Enrico Melasecche, che contestualmente potrebbe però cedere una parte degli ambiti – come ad esempio l’urbanistica – di cui oggi è titolare.

Tensioni in serie

Dominici – lo ‘sparigliatore’, il ‘battitore libero’ – ha visto cadere le proprie quotazioni anche quando la ‘sfida’ con l’ex collega di giunta Enrico Melasecche, sul progetto del palasport – il primo lo avrebbe voluto realizzare a Maratta con alcuni sponsor privati, il secondo sostiene l’idea che debba sorgere nell’area del foro Boario – ha iniziato a prendere una piega decisamente sfavorevole al commercialista originario di Cesi ma di stanza a Rimini, dove amministra una solida società del settore finanziario e fiscale. Prima di quel passaggio, anche l’inizio del mandato di Dominici non era stato proprio in ‘punta di piedi’: dalla denuncia per calunnia all’assessore Sonia Bertocco, querela poi ritirata, agli attacchi ripetuti all’ex gestione di FarmaciaTerni targata Sciamanna, fino ai rapporti non sempre sereni con la componente di Forza Italia nell’amministrazione. Non le uniche relazioni ‘logore’ visto che anche con la commissaria della Lega a Terni, Barbara Saltamartini, negli ultimi tempi il clima era tutto fuorché sereno.

Una Lega più ‘centrale’

Un peso nella decisione del sindaco potrebbe averlo avuto anche la presenza, limitata ad alcuni giorni la settimana, di Dominici a Terni proprio in ragione degli impegni professionali nel capoluogo romagnolo. Secondo alcuni, poi, il marcato ‘interventismo’ su questioni come quella dell’idrico (con il Comune che, secondo l’assessore, avrebbe dovuto esercitare un ruolo cardine nel Sii a discapito di Acea) e soprattutto la chiara volontà di dare vita a Terni Holding, la ‘super controllata’, madre adottiva delle varie società pubbliche comunali, avrebbero infine pesato in un contesto cittadino da sempre piuttosto statico su alcuni temi. Di contro i detrattori addebitato a Fabrizio Dominici – oltre a ‘scivoloni’ sull’iter del bilancio e sulle farmacie comunali – persino una certa ‘trasversalità’, come se la stella polare non fosse sempre stato l’interesse della città. Veleni che il sindaco Latini prova a superare, oggi, con un ‘colpo di mano’ insolito per l’immagine moderata e di equilibrio che lo caratterizza. Segno, forse, che la stessa Lega ha la chiara volontà di riguadagnare con decisione il timone dell’amministrazione. Forte dei numeri precedenti e probabilmente pure attuali.

«Ognuno deve rispettare il proprio ruolo»

La Lega, appunto, dice la sua attraverso il segretario regionale Virginio Caparvi che conferma la piena fiducia nell’operato del primo cittadino di Terni: «Leonardo Latini – afferma – ha incassato  la fiducia dell’intera maggioranza che lo sostiene anche in virtù dei  risultati ottenuti in questi primi mesi di governo, nonostante la  drammatica situazione di dissesto economico lasciata dal Pd. Ciò che ha permesso all’amministrazione Latini di raggiungere determinati obiettivi è una squadra che ha lavorato bene, ma in una squadra ognuno deve rispettare il proprio ruolo, altrimenti si pone al di fuori di essa. Nella convinzione che nessun giocatore è indispensabile, quello che conta è l’impegno assunto con i cittadini e la serietà con cui Lega e maggioranza portano avanti il rispetto del  patto preso con gli stessi. Si va avanti convinti di poter continuare a dare una svolta alla città di Terni».

«Amministrazione inadeguata»

Ad attaccare l’amministrazione Latini è il Pd attraverso il deputato Walter Verini: «Quanto sta accadendo al Comune di Terni, assessori e consiglieri che se ne vanno o vengono cacciati, voci di altri allontanamenti, divisioni su questioni e progetti importanti per la città, conferma tutta la grave inadeguatezza di questo schieramento che ha avuto la maggioranza alla elezioni. Ciò si conferma anche davanti alla totale mancanza di visione e iniziativa su temi cruciali, a partire da quelli che riguardano il futuro delle acciaierie e il tema del lavoro e dello sviluppo. Se aggiungiamo i continui attacchi alle conquiste culturali, a quelle delle donne e ai diritti civili il quadro è completo: si possono anche vincere le elezioni, come la Raggi a Roma o Latini a Terni, ma governare le città è un’altra cosa. Non è questione di errori, che tutti possono fare. È proprio inadeguatezza».

Il Gruppo Misto: «Sussulto di responsabilità»

I consiglieri Valeria D’Acunzo e Federico Brizi parlano di una vicenda che «rappresenta un aspetto inevitabile di un momento di asstestamento di equilibri politiche in seno alla maggioranza di centrodestra. Auspichiamo per il bene della città che tutti coloro che sono stati eletti nel centrodestra abbiano un sussulto di responsabilità. Rinnoviamo pertanto la fiducia all’operato del sindaco Latini nella duplice aspirazione che in futuro l’azione amministrativa possa essere sempre più qualificata in un contesto di creazione di una classe dirigente di centrodestra che sappia interpretare le esigenze presenti e le aspettative future di Terni e del suo territorio».

Michele Rossi (Terni Civica)

Per Rossi «la revoca delle deleghe all’assessore Dominici è un fatto politico che si inquadra in un assestamento dettato dal fatto che ora in avanti si dovrà sempre più contare su una comune visione politica di tutte le forze che sono state congiuntamente premiate e scelte dagli elettori per la guida della città. Al di là della libera scelta del primo cittadino che riguarda un suo delegato e che per questo va capita e rispettata,  la maggioranza presto dovrà aprire una nuova fase che impegni sempre più la politica ad assumersi le proprie responsabilità e di conseguenza a fare le proprie scelte governative. Presto si supererà la fase emergenziale, il cui supporto tecnico è ed è stato fondamentale, per lasciare posto alle scelte politiche che la città si aspetta. Si dovrà dunque necessariamente far posto da qui in avanti alle sensibilità politiche da cui deriveranno tutte quelle nuove scelte sempre meno contingentate dall’emergenza. Quella  programmazione, quella visione che sarà determinante  per il futuro della città. Temi importanti quali la sostenibilità ambientale, lo sviluppo strategico del territorio, il lavoro,l’innovazione fino alla capacità di attrarre investimenti privati sul territorio; in altre parole le scelte su cui dovrà fondarsi  il futuro sviluppo economico e culturale di questa nostra comunità. La lista civica di cui sono espressione proseguirà nel lavoro di coinvolgimento, di ascolto e di avvicinamento, di raccordo tra la città reale all’amministrazione. Inoltre invita il sindaco a proseguire nell’azione di attuazione del programma politico a cui si sente ancora con convinzione vincolata».

Il Partito socialista: «Era personaggio ‘scomodo’»

«Era personaggio ‘scomodo’, ecco perché il benservito. Amministrazione impantanata – il commento della federazione provinciale – in beghe interne e senza guida. Qualche giorno fa, dopo l’uscita dalla Lega del consigliere Emanuele Fiorini, avevamo parlato di amministrazione in agonia dopo solo 9 mesi. A questo punto si può parlare tranquillamente di morte cerebrale”. È quanto affermano dalla Federazione provinciale del Partito Socialista di Terni. Di questo infatti si deve parlare per l’amministrazione comunale ternana, impantanata in beghe interne e senza guida. Appare infatti evidente l’inconsistenza e la conflittualità interna fra i partiti che la sostengono, aggravata dall’inadeguatezza del sindaco Leonardo Latini, che appare ogni giorno più in difficoltà, incapace di gestire la sua stessa maggioranza, figuriamoci se può essere il soggetto preposto a risolvere i problemi della città. A Terni ci sono molte cose da fare, questioni prioritarie da affrontare con urgenza, quali la questione ambientale, quella del lavoro, legata alle sorti del polo siderurgico e di quello chimico, della sanità e della sicurezza. Fino ad oggi, purtroppo, a parte i fittizi tagli di nastro dell’assessore Enrico Melasecche, nulla si è fatto per affrontare questi problemi. Fabrizio Dominici era personaggio ‘scomodo’, troppo autorevole per alcuni, troppo autonomo rispetto alle imposizioni dell’apparato leghista. E allora ecco il benservito; non ci resta che rivolgere ai ternani un doloroso grido d’allarme: recuperiamo il senno e diamoci da fare per affidare la nostra città a persone capaci, competenti e che abbiano davvero a cuore le sorti di Terni».

Il senatore Leonardo Grimani

«Con il ritiro – le parole dell’esponente Pd – delle deleghe all’assessore Dominici, che di fatto lo estromette dalla giunta, l’amministrazione comunale di Terni ammette quello che da tempo era ben noto: è la Lega a dettare legge, con gli altri partiti ridotti a mero contorno. Ancora una volta, il sindaco Latini ha preferito nascondere ai cittadini quella verità che Dominici, nella sua recente intervista aveva messo in luce: la città è succube delle divisioni interne di un partito che non sa gestire il potere, perché non ha gli uomini e non ne è capace e che ha come unico scopo il mantenimento del consenso attraverso la propaganda piuttosto che il bene dei cittadini con i fatti. Una giunta divisa e bloccata su tutto, che quando non è impegnata a risolvere le beghe di partito, si preoccupa di  togliere ai giovani, alle persone in difficoltà, agli anziani e ai disabili, come dimostra l’arrogante presa di posizione dell’assessore Cecconi sulla vicenda relativa all’accompagnamento. Una giunta inadeguata, senza il minimo spirito innovatore e di iniziativa,  che sta facendo retrocedere Terni su posizioni medioevali e perdere credibilità alla città a livello nazionale e regionale».

Il bilancio stabilmente riequilibrato e la questione pregiudiziale

Il segretario comunale ha spiegato a grandi linee le tappe che hanno caratterizzato i mesi precedenti: tirati in ballo l’articolo 264 del Tuel, la delibera di giunta 27 del 2018, la nota del ministero dell’Interno del 6 novembre per i chiarimenti, la replica dell’amministrazione il 4 gennaio e la notifica del decreto ministeriale d’approvazione – 28 febbraio, da parte della prefettura – dell’ipotesi di bilancio approvata. «L’istruttoria è completa – ha specificato – ma serve un passaggio per assicurare il rispetto dell’articolo 75 del regolamento di consiglio comunale». Subito dopo prende la parola il sindaco: «Si tratta di una situazione che va a tutelare il consiglio nella sua interezza per il rispetto dei termini disciplinati nel nostro regolamento. Ritengo che sia una questione pregiudiziale rispetto alla trattazione, chiedo che il punto sia ritirato». In arrivo una proroga – rispetto ai 30 giorni scattati dal 28 febbraio, il tempo limite indicato dal Tuel in confronto con l’ok del ministero – dalla prefettura. «Il termine – ha messo in evidenza Giunta – dei 30 giorni è di natura ordinatoria».

Le reazioni: «Giunta aveva detto l’opposto»

Nel mirino delle opposizioni c’è in particolar modo Giunta: «Il sindaco – le parole di Gentiletti – chiede di non trattare argomento, ma il segretario generale in conferenza dei capigruppo ci ha dato parere opposto. Ribadiva che la violazione di questi termini non costituiva da nessun punto di vista un problema». Gli fa eco Orsini: «Chiaro che andavamo ad approvare un bilancio stabilmente riequilibrato con una procedura non corretta e anomala. Ricordo che Giunta aveva invece detto che non c’erano problemi, che si trattava di una presa d’atto. La cosa è gravissima, non ci fa stare tranquilli, forse i pareri del segretario sono campati per aria. Segnaleremo la questione al prefetto». Infine Fiorini: «Non trovo normale rinviare la discussione della votazione sul bilancio e non aprire un dibattito su ciò che è accaduto lunedì mattina. Il sindaco ha ritirato le deleghe allo stesso assessore che si è adoperato per pianificare questo atto. Chiedo se c’è qualcosa di anomalo dietro al bilancio, vorrei delle rassicurazioni. Scelta approssimativa».

Leonardo Grimani

«Con il ritiro delle deleghe all’assessore Dominici, che di fatto lo estromette dalla giunta, l’amministrazione comunale di Terni ammette quello che da tempo era ben noto: è la Lega a dettare legge, con gli altri partiti ridotti a mero contorno», si legge in una nota del segretario comunale del Pd di Terni, il senatore Leonardo Grimani. «Ancora una volta, il sindaco Latini ha preferito nascondere ai cittadini quella verità che Dominici, nella sua recente intervista aveva messo in luce: la città è succube delle divisioni interne di un partito che non sa gestire il potere, perché non ha gli uomini e non ne è capace e che ha come unico scopo il mantenimento del consenso attraverso la propaganda piuttosto che il bene dei cittadini con i fatti. Una giunta divisa e bloccata su tutto, che quando non è impegnata a risolvere le beghe di partito, si preoccupa di togliere ai giovani, alle persone in difficoltà, agli anziani e ai disabili, come dimostra l’arrogante presa di posizione dell’assessore Cecconi sulla vicenda relativa all’accompagnamento. Una giunta inadeguata, senza il minimo spirito innovatore e di iniziativa, che sta facendo retrocedere Terni su posizioni medioevali e perdere credibilità alla città a livello nazionale e regionale».

Alessandro Gentiletti

La decisione del sindaco di revocare la delega al suo assessore al bilancio, secondo Alessandro Gentiletti, capogruppo di Senso Civico in consiglio comunale, «deve essere discussa in consiglio. Il sindaco e i consiglieri di maggioranza devono spiegare alla città perché è stato allontanato un assessore di cui neanche un mese fa si vantavano. Un assessore che ha redatto il piano di riequilibrio che avrà il compito di portare la città fuori dal dissesto e di cui l’amministrazione si intesta il merito. Delle sorti della città si deve discutere pubblicamente davanti a tutti e non in summit privati e ristretti. Noi rispondiamo agli elettori che ci hanno votato non ai commissari di partito inviati da Roma».

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