Droga ‘Toner’, indagati destinati a salire

Terni, perché l’inchiesta proseguirà focalizzandosi anche sui crediti dei ‘boss’ – 100 mila euro – sparsi in giro per la città

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L’ondata di arresti – diciannove – oltre alle persone indagate a piede libero, è solo il primo degli step di un percorso destinato a far emergere in sede giudiziaria il consistente ‘giro’ di droga legato all’operazione ‘Toner’ condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Terni e dalla direzione distrettuale antimafia di Perugia.

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Il motivo

A farlo pensare è anche e soprattutto il fatto che uno dei due soggetti ritenuti al vertice dell’organizzazione italo-marocchina, il 37enne ternano Sandro Broccucci, vanta crediti in giro per la città pari a circa 100 mila euro. Un dato riscontrato dagli inquirenti che stanno ricostruendo nel dettaglio gli affari – anche attraverso accertamenti contabili – dei membri del sodalizio capace di smerciare migliaia di euro di stupefacenti al giorno.

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Il maxi-credito

In molti casi la droga sarebbe stata infatti affidata in ‘conto vendita’ a soggetti che, oltre a consumarla, si erano presi la briga – per consumare a ‘costo zero’ e in qualche caso guadagnarci – di spacciarla in città. E parliamo di professionisti – le intercettazioni hanno rivelato come un avvocato ternano abbia acquistato, in un episodio, 3.500 euro di cocaina lamentandosi pure della qualità della partita precedente – ma anche di ‘figli di papà’. Come i due giovani che nel tempo avrebbero maturato debiti rispettivamente per 25 mila e 5 mila euro verso lo stesso Broccucci. E non solo.

Un guadagno per tutti

In sostanza la droga veniva anche consegnata a persone abbastanza fidate e inserire nel giro del consumo/spaccio – specie di cocaina – a Terni, con l’obiettivo di riavere indietro i soldi derivanti dalle cessioni. Un guadagno per tutti: per chi affidava lo stupefacente – incassando un valore superiore a quello pagato per acquistarlo dai trafficanti marocchini – ma anche per chi lo spacciava al dettaglio, trattenendo una percentuale di droga/incassi. Fra gli stessi arrestati, c’è chi dovrebbe al Broccucci almeno 10 mila euro. E le misure scattate su ordine del gip Natalia Giubilei, hanno mandato ‘a monte’ questo sistema, lasciando ovviamente dei conti – nel senso economico del termine – in sospeso.

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Non è finita

Così, tornando al punto di partenza – ovvero al numero degli indagati destinato giocoforza a crescere nelle prossime settimane – restano tante posizioni ancora da approfondire. Fra cui, appunto, quelle dei consumatori diventati anche spacciatori, sparsi in giro per Terni. Fra l’altro lo stesso Broccucci non avrebbe avuto particolari difficoltà a reperire lo stupefacente anche quando i canali di approvvigionamento ‘romani’ andavano in tilt: anche a Terni c’era chi era i grado di avere interessanti disponibilità di droga, in caso di necessità. Anche per questo il lavoro di chi indaga, proseguirà senza sosta.

«Innocenti, e lo dimostreremo»

In merito agli interrogatori di garanzia, tutti i soggetti sono stati sentiti fra giovedì e venerdì e molti di loro hanno parlato. C’è chi ha ammesso alcuni episodi di spaccio, chi ha dichiarato la propria totale estraneità alle contestazioni, chi – pochi – ha preferito non rispondere alle domande del gip. L’avvocato Massimo Proietti, che difende cinque indagati fra cui il Broccucci, ha avanzato richieste di revoca o revisione delle misure. Ma, oltre al merito della vicenda, sono le ricostruzioni offerte dai media a non convincerlo: «La diffusione così ampia del contenuto di atti di indagine, come le intercettazioni, offre uno spaccato parziale e fuorviante – afferma il legale -. Perché dalla fine delle indagini, a metà 2018, ad oggi, molte cose sono cambiate e varie posizioni sono state definite. La realtà attuale relativa al Broccucci, ad esempio, è molto diversa da quella che emerge da una ordinanza ‘datata’ come quella in oggetto. Parliamo di fatti ed episodi già in parte finiti all’attenzione del tribunale, che oggi riemergono con un tempismo discutibile e per nulla rappresentativo della vita condotta dal mio assistito che, al pari degli altri che difendo, è assolutamente estraneo a ciò che gli viene contestato». Un altro dei legali interessati alla vicenda, Francesco Mattiangeli, assiste più posizioni relative a cittadini marocchini: «C’è chi ha spiegato al gip, in sede di interrogatorio, che le cose stanno diversamente da quanto rappresentato. In alcuni casi ci sono state delle ammissioni – afferma – in altri un totale disconoscimento delle contestazioni. Credo comunque che in quasi tutti i casi l’aspetto cautelare, a mio giudizio insussistente e comunque non più attuale, dovrà essere valutato compiutamente dal Riesame. Posto che il giudizio sarà un’altra cosa e lì si potrà davvero chiarire la realtà dei fatti». Fra gli avvocati difensori delle persone coinvolte nell’inchiesta ‘Toner’ figurano anche gli avvocati Francesca Abbati, Valentino Viali, Massimo Oreste Finotto, Alessio Pressi.

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