Electroterni conferma addio: si va in Regione

Nessuna novità positiva dal confronto di martedì in Confindustria fra proprietà e sindacati. Il gruppo vuole lasciare il territorio

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Nessuna buona nuova – anzi – per la vertenza Electroterni che vede oltre 30 lavoratori a rischio per la decisione della famiglia Coppo di portare l’azienda lontano da Terni. Un destino che potrebbe riguardare anche il sito di via Flagiello, per il quale è in corso una trattativa relativa ad una commessa determinante per il futuro, e la Maestrale industrie Terni di viale Centurini che, secondo la proprietà, «è un investimento mai decollato». Insomma un disimpegno pressoché totale.

Via da Terni

Martedì mattina in Confindustria – contemporaneamente si è tenuto lo sciopero delle maestranze con presidio all’esterno della sede dell’associazione degli industriali – è andato in scena il faccia a faccia fra la proprietà e i sindacati metalmeccanici Fismic, Fim, Fiom e Uilm. A riferirne l’esito sono le sigle: «Le posizioni non sono cambiate rispetto agli incontri precedenti. La società ha ribadito la volontà di chiudere il sito di viale Centurini ed ha messo dubbi sulla tenuta economica del sito di via Flagiello, aggiungendo inoltre che la MIT (Maestrale) non ha dato i risultati sperati, mettendo di fatto in discussione la propria presenza a Terni».

Aggrappati alla speranza

«Come organizzazioni sindacali – spiega una nota – abbiamo rigettato per l’ennesima volta l’ipotesi di procedere con l’apertura del licenziamento collettivo. Si è concordato di proseguire con gli ammortizzatori sociali ordinari (Cigo) anche in vista del prossimo incontro che si terrà entro la fine del mese con la Regione Umbria per l’apertura del tavolo di crisi aziendale. Un passaggio indispensabile per trovare eventuali soluzioni che possano salvaguardare l’occupazione. A tale tavolo parteciperà anche l’azienda». L’incontro si svolgerà il prossimo 28 maggio e servirà dunque a scongiurare l’apertura – prospettata martedì da Andrea e Laura Coppo – della cassa integrazione straordinaria, al posto di quella ordinaria, l’anticamera della chiusura.

I risultati dello sciopero

Allo sciopero di martedì – secondo quanto si apprende da fonti sindacali – ha aderito circa il 60% dell’intera forza lavoro del gruppo: mentre la partecipazione è stata totale in viale Centurini, diversi sono stati i dipendenti che hanno invece deciso di recarsi regolarmente a lavoro nella sede di via Flagiello. Ma neanche loro, stando agli ultimi aggiornamenti, possono dormire sonni tranquilli. A rischio anche 5/6 lavoratori di una cooperativa esterna impiegati in alcune attività accessorie, sempre nel reparto di Maratta.

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