Electroterni, nuovo scontro sul futuro

L’azienda apre la cassa integrazione straordinaria, ma i metalmeccanici non firmano. Richiesto un tavolo in Regione

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Niente firma sulla cassa integrazione straordinaria e richiesta urgente di un tavolo in Regione: torna a farsi sentire la voce dei sindacati rispetto alla vertenza Electroterni, dopo l’apertura della procedura dell’ammortizzatore sociale decisa nei giorni scorsi dall’azienda. Lunedì in Confindustria si è svolto un incontro già fissato da tempo per discutere del futuro della fabbrica, durante il quale le segreterie delle sigle metalmeccaniche hanno espresso forte e chiaro il loro ‘no’ alla cigs, sollecitando la ripresa del confronto ‘politico’ che a fine maggio aveva portato qualche schiarita (ora disattesa) sul futuro, a rischio, della trentina di dipendenti.

La vicenda e i tempi stretti

A luglio è scaduta la cassa integrazione ordinaria per 14 lavoratori del reparto di viale Centurini, ma l’azienda anziché prolungarla (come avrebbe potuto fare) ha deciso di passare direttamente alla straordinaria, stante – così si è giustificata – la mancanza di lavoro, in vista della conclusione dell’unica commessa al momento presente. Per i sindacati però le cose starebbero in modo diverso e ci sarebbero tutte le condizioni per proseguire con la cassa ordinaria, anche alla luce del ventaglio di ipotesi e proposte per tutelare la forza lavoro emerse nel corso della riunione del 28 maggio (dagli strumenti messi a disposizione dall’area di crisi complessa Terni-Narni, non solo sul fronte degli ammortizzatori sociali, alle agevolazioni energivore fino a possibili finanziamenti). In quell’occasione l’azienda non aveva inoltre escluso la possibilità di una vendita o di una partenership. Su queste ipotesi i sindacati vogliono tornare a confrontarsi e a discutere, la cosa certa è che c’è necessità di accelerare i tempi del confronto e di arrivare ad una soluzione entro la prima settimana di settembre, prima cioè che i lavoratori rimangano senza commesse.

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