Elezioni Perugia 2019, Calabrese non ci sarà

Non lo vedremo né nelle liste né in una eventuale nuova giunta Romizi: «Lascio spazio a nuove energie»

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«Non è che voglio fare il ‘prezioso’, è che veramente non credo ci sia nulla da dire, sinceramente non ci vedo una notizia così eclatante»: si schermisce così Francesco Calabrese a chi gli chiede lumi sulla sua decisione di non rinnovare il suo impegno in giunta a Perugia, che si concluderà quindi fra pochi mesi, alla fine del mandato. «È scritto tutto lì, non c’è altro da aggiungere».

La notizia

Un po’ per strategia, molto più per indole, Calabrese quasi sempre accetta di buon grado le chiacchierate ma rifiuta le interviste. E stavolta non è da meno. Ma la notizia c’è. Considerando che lui è stato uno degli artefici della candidatura di Andrea Romizi alle passate elezioni (tant’è che poi il giovane sindaco lo volle al suo fianco per affidargli un assessorato chiave e un paio fra i progetti più rappresentativi) e che fra gli assessori è uno dei più apprezzati anche al di fuori della stretta cerchia degli ultras. Ma la sua avventura terminerà a giugno.

Il post Facebook

Ad annunciarlo è lui stesso, utilizzando un canale di comunicazione che spesso ha usato per dire la sua su argomenti di interesse locale e nazionale – ci ricordiamo ad esempio i suoi video notturni per seguire i lavori di pavimentazione delle strade cittadine ma spesso è intervenuto anche su altri temi – ha chiarito la sua idea sul proprio personale futuro politico, che non c’è, almeno a stretti giro: «Non posso continuare a dividermi tra la mia professione e questo impegno che e sì affascinante e gratificante ma allo stesso tempo totalizzante. Da giugno devo ricominciare a dedicarmi allo studio legale e alla famiglia»

Cancellatemi dai vostri elenchi

Conoscendo le dinamiche della politica e del giornalismo politico, Calabrese da un lato ha voluto subito cassare il suo nome dagli elenchi (totopoltrone o totonomine o totocandidati, che dir si voglia) che cominceranno ad apparire sui giornali ma dall’altro aveva premura che la notizia non desse l’idea di un disimpegno: «Porterò a termine con il massimo impegno, sino all’ultimo giorno del mandato, questa parte di vita dedicata alla mia città», scrive l’assessore.

Nessun disimpegno

E, tanto per chiarire, non sarà un disimpegno nemmeno dal punto propriamente politico-elettorale: «Contribuirò, ancora con il massimo impegno, a comporre il rinnovato progetto da proporre ai perugini per i prossimi cinque anni – chiarisce Calabrese – anche nella serena consapevolezza che, veramente, contano innanzitutto idee e obiettivi, che anche nuove energie sapranno interpretare al meglio. La migliore politica che ho conosciuto sin da ragazzo funziona così. Ho diverse cose importanti da portare a compimento nei prossimi mesi, sono concentrato su quegli obiettivi, pur anche ringraziando per qualche (esagerata) considerazione, mi si può escludere sin da ora dalle varie tipiche cronache del periodo».

Il ‘bis’ alla cena

Il riferimento è a un corsivo apparso sul Messaggero in cui si parlava di un Calabrese ‘in grande spolvero’ prima della cena di giunta e che potrebbe chiedere ‘il bis’. Doppio senso: non si parlava di portate a tavola ma di incarichi. Ecco il motivo del chiarimento a mezzo social, in cui è lo stesso assessore a ricordare come «Quattro anni fa non mi tirai indietro quando Andrea, appena eletto Sindaco, mi chiese di dargli una mano per realizzare il progetto che avevo contribuito a comporre. Particolarmente per quella missione piuttosto ambiziosa della Perugia Ultradigitale. Non era impegno compatibile con la mia vita (non a caso, da anni, avevo lasciato ogni diretto impegno politico), ma in quel giugno 2014 feci prevalere l’onore di poter servire la mia città, in un ruolo di diretta responsabilità, anche con il desiderio di realizzare missioni strategiche che possano rilanciare le prospettive della Perugia dove stanno crescendo i miei figli».

Il caso rimborsi

Non sappiamo se ci sia dell’altro. Se fosse una decisione che covava da un po’, ben ponderata, o se siano stati decisivi gli sviluppi – e magari le amarezze – degli ultimi mesi, a cominciare dal caso rimborsi, in cui è stato direttamente chiamato in causa dall’opposizione e in merito al quale replicò – anche in quel caso – con un lungo post sui social, dopo aver sanato il suo debito con l’ente (qualche multa e qualche bolletta Tari risalente ad anni prima). Poi il duro scontro in aula, che qualche strascico deve aver lasciato . Anche per questo, difficile ci sia spazio per ripensamenti. 

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