Giubilei come in tv, con studenti e docenti

Elezioni Perugia 2019, il giornalista presenta la candidatura al Cral Perugina con stile televisivo. Sul palco nessun politico. Camilleri in video. Sferzata a Romizi: «Non è più quello del 2014»

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di P.C.

La batosta cinque anni fa è stata forte. E così nel Pd e nel centrosinistra perugino stanno cercando di fare le cose per benino, sforzandosi di dare la sensazione di massima unità, visto che ‘quella voltà lì’ era stata proprio l’unità a mancare.

L’INTERVISTA VIDEO A GIUBILEI A FINE EVENTO

In platea per Giubiei

Chiamata a raccolta

Già da un paio di mesi, quando cioè è apparso chiaro che sarebbe stato lui il candidato a sindaco del centrosinistra, Giuliano Giubilei sta curando in modo minuzioso la comunicazione, alternando sui social interventi mirati di critica all’attuale amministrazione a resoconti dei tanti incontri già tenuti sul territorio. L’ultimo a Pretola, domenica, con residenti e fondatori del suo primo comitato civico territoriale. Il prossimo a San Marco, martedì. In mezzo, lunedì sera, c’era la prima uscita pubblica ufficiale. E in queste settimane si è lavorato a fondo per fare in modo che ci fossero tutti, sponsor ma soprattutto simpatizzanti. Addirittura, nell’evento facebook, è stato inserito un link a supporto dei navigatori satellitari. Indicazione più che mai utile, visto che in tanti arrivano alla spicciolata ad evento già cominciato, lamentando difficoltà nel trovare la traversa giusta e scarse indicazioni lungo la strada.

Ci sono più o meno tutti

Siamo nella sede del Cral Perugina, a Sant’Andrea delle Fratte, zona industriale. Lontano, almeno geograficamente, dalla Perugia del centro, quella dei salotti radical chic. E lontano anche dalle segreterie dei partiti: non un vessillo politico si notava in sala. Ma i politici ci sono, seppur non in prima fila. C’è il segretario regionale Pd Bocci, addirittura in piedi, sul fondo. C’è il suo predecessore Leonelli. C’è il segretario comunale Polinori. C’è l’ex sindaco Locchi (non si è visto invece Boccali). Attesi per tutta la serata, sono arrivati alla fine i consiglieri comunali Dem, quelli che in questi cinque anni – dopo la batosta – hanno fatto opposizione a Romizi; ma erano assenti giustificati: c’era il consiglio comunale, che proprio stasera è durato tantissimo. C’è Walter Verini, come rappresentante del Pd ma soprattutto come ex giornalista ed ex collega di Giubilei: i due, prima dell’inizio, si fanno immortalare con Alvaro Fiorucci (ex direttore del TgR Umbria) in una foto fra vecchi colleghi di redazione a Paese Sera. C’è il patron di Umbria Jazz, Pagnotta. Ci sono numerosi rappresentanti di sindacati e – ovviamente – Rsu Perugina, invitati a parlare anche in virtù della particolare location. Ci sono tanti giovani in prima fila. E non è un caso. Vengono chiamati a parlare, vengono coinvolti in modo deciso da Giubilei; loro salgono sul palco e lo chiamano ‘Giuliano’, poi parlano alla platea con la voce incerta per l’emozione. Ci sono – soprattutto – tanti, tantissimi giornalisti. Per Giubilei, apprezzato volto del Tg3, si sono mossi come detto tanti ex colleghi della sua generazione. Ma non solo. Ci sono poi numerosi giovani cronisti, fotografi e cineoperatori, alcuni direttamente coinvolti nel suo staff media (se ne contano ben quattro dietro il tavolo loro dedicato) altri già impegnati in altri contesti nella comunicazione politica in quota centrosinistra.

Il candidato sul palco

Come una trasmissione televisiva

Giubilei è personaggio televisivo e anche per questo l’evento è studiato proprio come fosse una trasmissione televisiva, con il candidato nel ruolo a lui congeniale del presentatore, con tanto di archetto (il microfono che si attacca all’orecchio) e cartellina. Non urla, non arringa, ma parla, interloquisce, propone; presenta addirittura. In teoria sarebbe lui la ‘star’, il che richiederebbe ci fosse qualcun altro a presentare lui, chiamandolo sul palco a fine evento, come ci hanno insegnato nelle convention politiche moderne. Invece, qui, è lui che presenta gli altri, chiamando a uno a uno sul palco quelli che lui vuole siano i protagonisti della campagna elettorale, «i miei compagni di viaggio per i prossimi mesi e spero per i prossimi anni». E anche in questa scelta c’è molto dello stile di Giubilei, che non vuole dare la sensazione di essere calato dall’alto ma di nascere dal basso e anche simbolicamente si mette al servizio del centrosinistra e della città di Perugia. Gli ospiti sono tanti, ma nessuno è un politico nel senso stretto del termine. Si comincia col botto: parla il professor Alberto Grohmann e poi addirittura (in videoconferenza) Andrea Camilleri, un endorsement a tema, visto che nella stessa serata in tv c’è la seconda puntata  inedita di Montalbano di questa stagione.

Camilleri: «Ripartire dal lavoro»

«Io non sono un politico, parlo da cittadino – ha detto il creatore di Montalbano – penso che il problema principale che un amministratore cittadino si trova davanti sia quello del lavoro: la smagliatura del tessuto sociale all’interno di una città ne blocca lo sviluppo. Le città oggi devono presentarsi come aperte alle persone e proiettate verso il futuro. E devono essere guidate con il buon senso, l’onestà, il proposito di mettersi al servizio di una città, l’accoglienza e il fatto di non respingere la diversità. Il mondo cambia rapidamente, l’occhio e la mente di chi deve amministrare una città devono essere rivolti non al domani, ma al dopodomani. Il mondo del futuro è aperto e interconnesso e mi auguro che anche Perugia possa essere come il mondo».

Grohmann: «Meno centri commerciali e più posti da vivere»

Cardinali (rsu Perugina)

Il primo contributo dal palco, poco prima, era arrivato da Alberto Grohmann, professore emerito dell’Università di Perugia, di cui è stato per lunghi anni professore di Storia economica alla facoltà di Scienze politiche. «Da storico ho sempre pensato che studiare il passato interessi per capire il presente e immaginare il futuro. Sognare una città», ha detto il docente citando Sant’Agostino e poi chiamando in causa Botero: «Una città è grande quando uomini vivono insieme felicemente. Dobbiamo quindi immaginare nuovamente una città dove sognare di avere un futuro insieme. Città con meno centri commerciali e più posti da vivere insieme. E non bisogna essere tutti uguali, anzi diversi tra loro, razze diverse, religioni diverse, ma tutti insieme hanno il sogno che agendo insieme si possa raggiungere un risultato positivo. Perugia è una città ingrigita che dovrebbe avere meno macchine, non solo in quel pezzettino che sta dentro le mura».

Pezzi di città

Poi tanti giovani e altri professori, che parlano di grandi temi e di idee per una nuova Perugia, che riscatti i primi cinque anni di destra mai vissuti da una città storicamente rossa. Pezzi di città hanno raccontato la loro Perugia e dato un contributo di idee per renderla più dinamica, accogliente e funzionale. Sviluppo, lavoro, cultura, sicurezza, partecipazione, sociale, programmazione urbanistica sono stati tra gli argomenti centrali delle relazioni. Sono intervenuti anche Simona Marchesi, operaia della Perugina; Fabrizio Croce, come rappresentante del mondo della cultura; Costanza Spera, studentessa in Scienze politiche e relazioni internazionali; Diletta Paoletti, ricercatrice dell’Università di Perugia, che ha parlato di quanto sia importante per una città la capacità di attrarre fondi europei; Federico Phellas, studente universitario, che ha parlato di sociale e terzo settore; Paolo Belardi, professore ordinario nell’Università di Perugia, dove insegna nel corso di laurea in Ingegneria edile-Architettura e dove è presidente del corso di laurea in Design.

Il Romizi di oggi e quello del 2014

La sfida è ardua. Giubilei la vive col suo stile. Senza mai polemizzare, se non nel finale, quando lancia una staffilata al sindaco che è soprattutto un monito ai suoi potenziali elettori, la parte più pacata dell’area di centrodestra: «Il Romizi del 2019 non è il Romizi del 2014 e non solo perché anche a lui passano gli anni ma soprattutto perché se a maggio dovesse vincere lui non sarà più l’espressione della borghesia liberale di Perugia ma sarà ostaggio e prigioniero della Lega, che gli darà i voti necessari per vincere. Questo è bene che i Perugini lo sappiano».

«Una città ‘in discesa’»

È l’unico accenno polemico, ma non è l’unico riferimento all’attuale amministrazione: «Tutti gli indicatori sono peggiorati, la qualità della vita è in discesa, il lavoro è diminuito, tante aziende sono in crisi, i giovani non riescono ad avere prospettive per il loro futuro, la proposta culturale è scomparsa, ci sono progetti ereditati dalle precedenti amministrazioni, avuti dalla Regione o da altre istituzioni, che sono ancora fermi. L’amministrazione comunale uscente non riesce a dare ancora una risposta positiva alle richieste del mondo della cultura e della musica, dello sport, dallo stadio all’adeguamento del palazzetto dello sport. Anche la manutenzione delle strade è un un disastro davanti agli occhi di tutti».

«Più sicurezza? Il problema è la paura»

Le parole del candidato

«Sicurezza è in primo luogo il senso di stabilità. Lavoro, che dà solidità alle famiglie e speranza di futuro per i giovani. Che non possono guadagnare, quando va bene 7-800 euro al mese perché in questo modo non puoi pensare di mettere in piedi una famiglia. Ricordo spesso che quest’anno voteranno per la prima volta una parte dei millennials, cioè i ragazzi nati dopo il duemila. Anche a loro dobbiamo guardare con attenzione, per capire ed ascoltare le loro esigenze. La convivenza e l’integrazione sono il nostro obiettivo, e non solo perché ce lo impongono le nostre convinzioni, ma anche perché è la mancata integrazione a creare disagi, conflitti e paure. Su cui come sapete meglio di me c’è chi specula non per risolvere il problema ma solo per tornaconto elettorale. Detto questo, penso che la sinistra non debba avere nessun timore nel difendere con la massima severità il rispetto della legalità. E anche su questo ci impegneremo: controllo del territorio più incisivo, sistema di telecamere che funzionino e che siano in rete, cosa che oggi non è, illuminazione delle zone ‘difficili’. Ma anche un sistema di controllo dal basso, con gruppi di quartiere che in tempo reale possono segnalare alle forze dell’ordine potenziali rischi e pericoli. Bisogna adottare nuovi modelli di sicurezza partecipata che passano in primo luogo per la conoscenza capillare della città, per l’ascolto, per la valutazione approfondita delle politiche per la sicurezza in atto».

Partire dal basso e dai territori

Giubilei ha posto poi l’accento sulla necessità di costituire un nuovo sistema di partecipazione, che rimetta in connessione l’amministrazione comunale con i territori, con i cittadini di Perugia. «Vogliamo creare – ha detto il candidato sindaco – consigli territoriali di partecipazione dove i cittadini possano nominare dei rappresentanti votati direttamente, magari anche on-line ed ovviamente non retribuiti, e con loro progettare e rigenerare i quartieri. Saranno lo spazio per far vivere nelle comunità la democrazia, il sociale e l’innovazione. I quartieri e le frazioni più esterne al centro storico sono stati completamente abbandonati dall’amministrazione uscente. È ora di ridare voce e protagonismo a tutti i territori del comune riattivando la partecipazione dei cittadini. Penso anzitutto alla zona nord, da troppo tempo dimenticata».

Aggiornamento: il post di ringraziamento di Giubilei

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