«Tanti da sistema’…»: l’indagine prosegue

Inchiesta sanità, dalle carte del gip il ‘sistema’: ecco i concorsi nel mirino. «Bocci vuole le domande orali». Gli incontri sessuali e le ‘spie’ negli uffici

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«Gli porto su le domande sennò questo come fa?». «Quelli che mi hai dato te, li ho dati tutti il massimo». E ancora: «Erano tanti da sistema’, tanti… tanti»; «Messaggio da Bocci… vuole gli orali, le domandi orali». Sono solo alcuni frammenti, quelli più significativi, delle conversazioni captate dagli uomini della Guardia di Finanza di Perugia e contenute nelle 80 pagine dell’ordinanza del gip Valerio D’Andria che venerdì pomeriggio hanno portato ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi ‘truccati’ all’ospedale Santa Maria della Misericordia, il segretario regionale del Pd ed ex sottosegretario al ministero dell’Interno, Gianpiero Bocci, l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca, e il direttore amministrativo della stessa struttura, Maurizio Valorosi. Un’inchiesta in cui è coinvolta, come indagata a piede libero, anche la presidente della Regione, Catiuscia Marini, insieme ad altre 30 persone, sei delle quali colpite da misure interdittive. Un vero e proprio terremoto giudiziario, che riguarda alti dirigenti del Santa Maria della Misericordia e dell’assessorato alla sanità, alcuni membri degli otto concorsi finiti sotto la lente, candidati e familiari, ma anche un sindacalista, un generale in congedo dell’Arma dei carabinieri e un brigadiere della Finanza. L’inchiesta non si ferma.

L’INCHIESTA SHOCK CHE SCONVOLGE LA SANITA’ UMBRA

Il ‘sistema’

Intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno prodotto una grossa mole di contenuti audio-visivi, ma anche un captatore informatico (il cosiddetto trojan) inserito all’interno dell’utenza del dg Emilio Duca, hanno fatto emergere – si legge nell’ordinanza – «un chiaro quadro di una prolungata ed abituale attività illecita» (posta in essere in primabattuta dallo stesso Duca, promotore e coordinatore dell’associazione, con il direttore amministrativo Valorosi ma «unitamente agli altri»), «mediante la quale sono state condizionate e sostanzialmente falsate le procedure di selezione del personale dell’azienda ospedaliera», attraverso la comunicazione a terzi interessati delle tracce d’esame e indirizzando le varie commissioni in ordine alle valutazioni da assegnare ai candidati, in un caso – è il caso del concorso per dirigente sanitario biologo – anche attraverso la manipolazione dell’esito del sorteggio dei componenti della commissione. «Si è di fronte, senza dubbio, ad un ‘sistema’, termine che ritorna più volte nelle conversazioni intercettate» scrive ancora il gip.

COMMISSARIATO IL PD UMBRIA

Domande in ‘consiglio regionale’

Il primo a finire sotto la lente degli inquirenti è il concorso per l’assunzione a tempo determinato di collaboratore professionale sanitario-infermiere, svolto tra il gennaio e l’aprile 2018. Una conversazione tra Duca e Valorosi, intercettata il 30 gennaio 2018 (giorno precedente alla prova scritta) documenta chiaramente come «Duca avesse con sé le tracce e che fosse in procinto di consegnrle in ‘consiglio regionale’». «Gli porto su le domande se no questo come fa?» dice Duca. Qualche giorno dopo, il 13 febbraio, lo stesso dg fornisce un indizio significativo in ordine alla persona al ‘consiglio regionale’ interessata a ricevere le tracce: l’assessore alla Sanità, Luca Barberini. Dirà una delle indagate allo stesso Duca: «Quelli che mi hai dato te, li ho fati tutti il massimo», aggiungendo che «l’assessore poteva stare tranquillo».

Date di esame spostate

«Erano tanti da sistema’, tanti.. tanti». «Che bocialli, ce mancherebbe altro!…rischiamo il culo noi, eh?» è un’altra delle conversazioni captate dagli investigatori da una delle indagate, membro della commissione, che avrebbe ricevuto pressioni, nello stesso concorso, anche in merito all’assunzione di una parente del generale dei carabinieri. Una «persona dell’assessore» sarebbe stata raccomandata anche nel concorso per dirigente medico geriatria, avvenuto tra maggio e giugno 2017, durante il quale sarebbe stato addirittura deciso di spostare la data della prova orale, in maniera tale da consentire nel frattempo ad una candidata di fruire della procedure di di stabilizzazione e dunque di non partecipare alle altre prove concorsuali, a favore dei candidati che l’avrebbero seguita in graduatoria.

Gli ‘sponsor’

«Invece che 40 lo portamo a 30, per avvicinarlo a quell’altri 3 nostri… gestire un punto non è un problema» dice ancora Duca in un’intercettazione in merito ad un altro concorso, quello di direttore della struttura complessa di anestesia concluso a maggio 2018 con la nomina di uno degli indagati, concorso in cui emerge la necessità di far vincere «un candidato interno, anche per non scontentare gli interessi locali». «Ho parlato anche con l’assessore e gli ho fatto vede’ i punteggi» dice ancora Duca, parlando di assessorato come «sponsor» e riferendo di un colloquio avuto in proposito anche con la presidente della Regione, Catiuscia Marini.

Le pressioni della politica

È invece nel concorso per l’assunzione di 4 assistenti contabili, svolto nella primavera 2017, che sarebbero emersi gli interessi dell’assessore Barberini e dell’on.Giampiero Bocci, allora sottosegretario al Viminale. «Tocca farsi dare le domande» dice ancora Duca in una conversazione. Anche un politico locale chiede di avere le tracce della prova scritta e Duca lo rassicura aggiungendo inoltre che avrebbe dovuto darle «anche a ‘Gianpiero’». Duca rifersice poi alla stessa Marini di avere le ‘domande’ in vista dello scritto: «Qui ce so le domande, tra quelle lì… sta tranquilla». Per il gip è «decisiva intromissione dell’onorevole Bocci e dell’assessore Barberini», visto che Duca ribadisce la necessità di portare avanti le persone raccomandate da Bocci, Barberini e Marini, e dunque di ‘gonfiare’ in particolare la valutazione di una delle candidate. Afferma Valorosi in un’altra intercettazione: «Messaggio da Bocci… vuole gli orali, le domandi orali»). Sin dall’inizio, sempre secondo il gip, la procedura è dunque condizionata dalle segnalazioni provenienti da esponenti politici.

BARBERINI E LA REGIONE BENCHMARK – VIDEO

Tra sesso e ‘spionaggio’

Raccomandazioni in campo da Marini e Bocci sarebbero emersei anche per in un concorso da coadiutore amministrativo (cat. B). «L’altro ieri Giampiero mi ha dato due nominativi» dice ancora Valorosi in una conversazione intercettata, nel quale però una candidata ‘raccomandata’ dall’ex sottosegretario venne bocciata. Tra gli altri concorsi finiti nell’indagine, quello da dirigente medico anestesista e per collaboratore professionale (categoria D), quello da dirigente sanitario biologo – finito nelle carte dell’inchiesta per la procedura di nomina di uno dei componenti della commissione, persona «affidabile» – ed infine un concorso dirigenziale a tempo determinato in capo alla Regione: in questo caso dal capo d’imputazione emerge per Duca anche l’accusa mossa dalla procura – ma per i quali non ci sono profili da parte del gip – di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, avendo avuto rapporti sessuali con una delle candidate.C’è poi il capitolo peculato: Duca, Valorosi e Pacchiarini si erano accorti di essere intercettati – ma pensavano ad uno spionaggio ‘privato’ – e per questo hanno chiesto ad una ditta di eseguire una bonifica dei propri uffici attarverso risorse (1.342 euro) dell’azienda ospedaliera.

Gli indagati

Oltre ai nomi già emersi, risultano indagati anche Walter Orlandi (attuale dirigente responsabile regionale della Sanità), Diamante Pacchiarini (direttore sanitario), Roberto Ambrogi (responsabile Ufficio contabilità e bilancio), Domenico Barzotti (componente e segretario della Vommissione esaminatrice del concorso da infermiere), Lorenzina Bolli (presidente commissione di uno dei concorsi), Riccardo Brugnetta e Amato Carloni (componenti commissione riservata al personale della Regione), Gabriella Carnio (resposabile delle professioni sanitarie), Maria Cristina Conte (reponsabile ufficio personale), Pasquale Coreno (generale dei carabinieri in congedo), Potito D’Errico (docente universitario e primairio di Odontoiatria), Giuseppina Fontana (componente commissione riservata al personale della Regione),  Rosa Maria Franconi (dirigente Ufficio acquisti e appalti), Antonio Tamagnini (responsabile attività amministrative e sperimentazioni cliniche), Maurizio Dottorini (presidente commissione di uno dei concorsi), Patrizia Mecocci (docente e direttore scuola di specializzazione in Geriatria), Paolo Leonardi (dipendente azienda ospedaliera), Marco Cotone (segretario regionale Uil-Fpl), Eleonora Capini (candidate), Vito Aldo Peduto (direttore di Anestesia e rianimazione), Simonetta Tesoro (dirigente medico Anestesia e rianimazione), Mario Pierotti (padre di una delle candidate), Francesco Oreste Domenico Riocci (brigadiere della Guardia di Finanza), Milena Tomassini (dipendente regionale), Serena Zenzeri (componente ufficio procedimenti disciplinari), Giampiero Antonelli, Moreno Conti, Fabio Gori, Alessandro Sdoga, Domenico Oristanio.

L’unità di crisi: «Via le mele marce»

La bufera ha fatto scattato la convocazione di un’unità di crisi permanente. A dare l’indicazione il ministro della Salute, Giulia Grillo: «Il quadro della vicenda – commenta il ministro – è molto grave. Per la parte che attiene al mio ministero effettueremo ogni verifica che ci compete. Quando c’è di mezzo la salute dei nostri cittadini non possiamo permettere che gli abusi di una certa politica, di un cattivo modo di amministrare la sanità sporchino il lavoro di tanti operatori che ogni giorno con sacrificio sostengono il Ssn. Cacceremo le mele marce, subito, perché non può esserci salute senza legalità». La riunione ci sarà alle 16 nella sede del dicastero di Lungotevere Ripa: l’obiettivo è accertate se, e in che misura, siano stati commessi reati contro la pubblica amministrazione e impedimenti nell’erogazione dei servizi sanitari ai cittadini.

Attesi sviluppi

Ma l’inchiesta è solo alle battute iniziali e dunque destinata ad allargarsi, visto che dagli otto concorsi al momento finiti nel mirino potrebbero aggiungersene altri, non solo relativi all’ospedale di Perugia. Tante le persone informate sui fatti – dirigenti, politici, personale sanitario, vincitori ed esclusi dalle graduatorie – che sono e saranno ascoltate dalla procura per cercare eventuali nuovi elementi. Circostanza questa confermata anche nell’ordinanza, laddove si evidenzia che per il pm «l’attivismo degli indagati e l’utilizzo spregiudicato delle relazioni di potere emerse nel corso delle indagini, costituisce un serio pericolo anche in funzione della necessaria escussione delle persone informate sui fatti, tenuto conto del concreto rischio che costoro subiscano le pressioni degli indagati». Intanto, in attesa degli interrogatori – che dovrebbero svolgersi entro martedì -, i quattro arrestati hanno avuto modo di incontrare i loro legali, David Brunelli per Barberini, Bocci e Valorosi e Francesco Maria Falcinelli per Duca. «Immaginiamo che ci saranno sviluppi investigativi e che siamo al momento solo al punto di partenza – spiega il professor Brunelli -, dunque è ancora prematuro fare valutazioni. Ma i miei assistiti sono sereni e convinti di potersi difendere agevolmente». Richiesta di revoca del provvedimento al gip e/o istanza di riesame le due ipotesi sulle quali stanno lavorando le difese.

Le deleghe post dimissioni di Barberini

La Marini ha preso atto delle dimissioni dell’ormai ex assessore alla sanità, quindi ha firmato il decreto – fino a nuove determinazioni – per la distribuzione delle deleghe: a Fabio Paparelli vanno le politiche e programmi sociali (welfare), politiche familiari, per l’infanzia e per i giovani, politiche immigrazione, cooperazione, associazionismo e volontariato sociale; ad Antonio Bartolini tutela e promozione della salute, programmazione e organizzazione sanitaria, ivi compresa la gestione del patrimonio immobiliare sanitario, sicurezza sui luoghi di lavoro e sicurezza alimentare; infine a Fernanda Cecchini vanno i rapporti con l’assemblea legislativa regionale. Nessuna delega a Chianella.

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