Eurospin Magione, protesta dei Cobas

Stato di agitazione dei lavoratori per quelle che vengono definite «condizioni di sfruttamento ottocentesche»

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Le accuse sono gravi e i sindacati dei lavoratori Cobas dell’Eurospin di Magione – forniti dalla cooperativa Servizi Associati – si prendono la responsabilità di ciò che scrivono. Parlano infatti di cose che, se confermate, andrebbero ben al di là della semplice vertenza lavorativa.

Le accuse

«Il 24 agosto – scrivono i Cobas – alcuni lavoratori «non più disposti a subire le continue angherie dei capireparto e stanchi di assistere impotenti ai frequenti infortuni causati dai ritmi imposti entrano spontaneamente in sciopero. La rappresaglia dell’azienda non si è fatta attendere e sono arrivati due licenziamenti pretestuosi (un lavoratore licenziato ancora sotto infortunio e un altro perché in malattia), un numero spropositato di lettere di richiamo e di provvedimenti disciplinari ingiustificati, il tutto con lo scopo di far abbassare la testa ai lavoratori che rivendicano dignità e rispetto».

Minacce e ricatti

Il sindacato lamenta «minacce e ricatti» ai lavoratori da parte dell’azienda e chiede «il reintegro immediato al lavoro dei lavoratori licenziati ingiustamente, presso il magazzino Eurospin di Magione; il rientro dei lavoratori trasferiti ad altri magazzini; il ritiro e annullamento di tutti i provvedimenti disciplinari pretestuosi impartiti a diversi lavoratori della Servizi Associati in servizio presso il magazzino di Magione; la cessazione di atteggiamenti intimidatori, minacce, utilizzo di linguaggio scurrile, diffamatorio e razzista verso i lavoratori da parte di responsabili della società, capi cantiere/turno; una congrua programmazione dei turni, almeno bisettimanale; una programmazione del sabato lavorativo a settimane alterne, con durata massima di 4 ore; la limitazione del lavoro straordinario allo stretto necessario; la rimodulazione del ritmo lavorativo, divenuto insostenibile e causa dell’aumento di infortuni; il ripristino della pausa pranzo di almeno 30 minuti, come contratto collettivo nazione».

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