Ex Fcu ceduta a Rfi? «Cosa impossibile»

Il Coordinamento comitati pendolari umbri insorge: «Al massimo gli si può dare la concessione – dice Gianluigi Giusti – altrimenti deve essere affidata al Ministero»

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Quel passaggio, della lunga esposizione fatta in Regione, del progetto complessivo relativo alla ex Fcu, non è passato inosservato.

La proprietà La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, aveva infatti spiegato che «entro i primi di novembre ci sarà il subentro di Rete Ferroviaria Italiana a Umbria Mobilità nella gestione della ex Fcu, cui seguirà il trasferimento dalla Regione alla stessa Rfi della proprietà dell’infrastruttura ai fini dell’inserimento nel perimetro nell’infrastruttura ferroviaria nazionale».

TUTTE LE PROMESSE – IL VIDEO

I pendolari «Abbiamo appreso in queste ore dagli organi di stampa – dice Gianluigi Giusti, del Coordinamento comitati pendolari umbri – alcune dichiarazioni circa un eventuale futuro passaggio di proprietà dalla Regione ad Rfi della linea ex Fcu. Probabilmente si è in presenza di una svista, ma riteniamo comunque doverosa una precisazione. A seguito della regionalizzazione delle ferrovie concesse e del successivo Accordo di programma sottoscritto nel marzo 2000 tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Regione Umbria, la linea San Sepolcro – Terni è di proprietà della Regione ed è stata poi affidata in concessione al gestore dell’infrastruttura Umbria Tpl e Mobilità Spa».

LA POSIZIONE DEI SINDACATI

Concessionari Per contro, dice ancora Giusti, «Rete Ferroviaria Italiana Spa è una società controllata totalmente del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane Spa ed è il concessionario che gestisce l’infrastruttura ferroviaria nazionale per effetto dell’Atto di concessione rilasciato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Decreto ministeriale del 31 ottobre 2000. Riteniamo pertanto che Rfi possa subentrare solo come concessionario, in forza di specifica concessione sottoscritta con la Regione Umbria, in cui ci auguriamo sia stabilita la salvaguardia della continuazione dell’esercizio, per evitare, come accaduto altrove, che la tratta regionale venga cessata nel corso degli anni».

«Alienazione, come?» La conclusione somiglia all’inizio di una nuova stagione di polemiche: «Ove invece la Regione intendesse, un domani, alienare l’infrastruttura, auspichiamo che la stessa venga, nei termini della normativa vigente, retrocessa al ministero dei Trasporti ed Infrastrutture per l’inserimento definitivo nell’infrastruttura nazionale».

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