Ex Novelli al Mise, Lega: «Una vergogna»

Giovedì nuovo incontro a Roma e Emanuele Fiorini attacca il PD, la giunta regionale dell’Umbria e i sindacati confederali: «Ignorati tutti i dubbi espressi in passato»

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Giovedì al Mise si tornerà a parlare della ex Novelli: un vertice nel corso del quale «dovrebbero essere rese note – dice Emanuele Fiorini (Lega Nord) delle indicazioni per il prosieguo della gestione dell’attività in seguito alla bocciatura della proposta del concordato da parte del tribunale che ha annullato la vendita dell’azienda, definendo il contestuale fallimento di Alimentitaliani della famiglia Greco».

Emanuele Fiorini

«Le critiche» Il capogruppo della Lega in consiglio regionale invoca «chiarezza» nella gestione di questa fase ed auspica «una veloce risoluzione che permetta all’azienda di ripartire preservando il proprio patrimonio produttivo ed occupazionale”. Il leghista critica fortemente la gestione della vicenda da parte del PD nazionale e locale: «Mentre Renzi sbandiera a tutto il mondo dati completamente distorti sulla crescita occupazionale italiana e mentre in Umbria la giunta Marini continua a parlare di “livelli di crescita”, fuori dai palazzi del potere della sinistra c’è una regione che soffre quotidianamente la morsa della crisi. Il 2018 è iniziato male, molto male, per l’Umbria. Perugina, Maran, Colussi, Ast, Ex Novelli solo per fare alcuni esempi: i media sono pieni di articoli riguardanti vertenze aperte, questioni occupazionali critiche, sempre più posti di lavoro a rischio».

«Un emblema» Fiorini insiste: «Vogliamo soffermarci proprio sulla questione della Ex Novelli in quanto emblematica di come le cose vengono gestite. Tale vicenda testimonia a pieno l’incapacità e l’inadeguatezza sia dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che della presidente Marini e dell’assessore Paparelli: tutti loro hanno accolto i compratori calabresi come salvatori della patria, senza valutarne a pieno i trascorsi, arrivando così a svendere un patrimonio umbro ad un solo euro e mettendo seriamente a rischio il futuro di 700 lavoratori e altrettante famiglie. Come mai nessuno si è preoccupato di approfondire il passato di questi signori prima di mettergli in mano l’azienda? Non sarà perché la stessa famiglia Greco, che ha manifestato anche l’intenzione di acquisire Alitalia, è molto amica dell’ex premier Matteo Renzi? In tale frettolosa operazione di giungere ad una conclusione della vicenda solo per fini elettorali, sono stati allontanati compratori seri del nostro territorio pronti ad investire, ma messi alla
porta perché senza le spalle coperte dalla politica».

Saverio Greco

I dubbi ignorati Senza contare, conclude il capogruppo della Lega, «che al tavolo delle trattative sono sempre stati esclusi quei sindacati autonomi che chiedevano di fare attenzione a certi personaggi. La stessa Lega Umbria ha convocato la famiglia Greco in commissione regionale, esternando dubbi e incertezze sulle reali ‘potenzialità’ del gruppo calabrese. Nessuna di queste voci è stata ascoltata con la conseguenza di mettere a rischio un importante patrimonio produttivo ed occupazionale della regione».

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