Ex Novelli, altra ‘grana’: «Cure mediche addio»

L’azienda non avrebbe versato la propria parte per consentire al personale di accedere al Fondo Fasa previsto dal contratto nazionale

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Dopo i trasferimenti di personale – tre le unità che da Spoleto dovrebbero raggiungere la sede amministrativa di Terni per ovviare alle carenze legate alla cassa integrazione disposta per 35 dipendenti -, dopo il mancato anticipo della Cigs che arriverà dall’Inps non prima dei prossimi sei mesi, ora tocca alle cure mediche suscitare polemiche fra lavoratori ed ex della Novelli, ora Alimentitaliani.

EX NOVELLI: «TAGLI DA RAPPRESAGLIA»

«Addio cure» Il nodo in questo caso è rappresentato dal Fondo Fasa, il fondo bilaterale previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro degli alimentaristi: «Certo non si può dire che la nuova proprietà abbia a cuore la salute dei suoi dipendenti, quelli in cassa integrazione a zero ore e gli altri – si legge in una nota -. Se ciò fosse, avrebbe pagato quanto di sua competenza contrattuale per permettere  di curarsi ai dipendenti, ai loro coniugi ed ai loro bambini. Ma, niente, purtroppo non è accaduto».

«Non ci si può ammalare» «Il Fondo Fasa – spiega la nota – non eroga più prestazioni e rimborsi, non permettendo di usufruire di istituti previsti contrattualmente ma diversi dagli altri, ancor più sensibili, che coinvolgono prestazioni sanitarie anche altamente specialistiche (e quindi assai care). Di fatto i dipendenti di Alimentitaliani, ex gruppo Novelli, non possono ammalarsi».

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