Ex Novelli: «Ora imprenditori seri»

I sindacati tornano a chiedere un incontro al Mise e chiarezza sul futuro delle aziende: «Non servono altri curatori, ma una prospettiva per il gruppo»

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Convocare un tavolo al ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro entro il 27 luglio, data ultima per la presentazione delle offerte per l’affitto dei rami aziendali: Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil tornano a pressare le istituzioni alla luce dello stato di incertezza in cui vivono i lavoratori di Alimentitaliani, ex Novelli, anche a causa dei diversi procedimenti giudiziari che interessano l’azienda e che si sovrappongono.

L’ultimo appello al Mise arriva dopo l’incontro tra le organizzazioni nazionali e territoriali, le rsu e la curatela fallimentare del gruppo. «Durante la riunione – spiega una nota unitaria delle tre sigle – i curatori hanno rappresentato la situazione e lo stato di avanzamento dell’esercizio provvisorio, in vista dell’imminente gara per l’affitto dei diversi rami aziendali che si concluderà entro il prossimo 31 luglio. Dopo aver fato il punto sui procedimenti, dall’avanzamento della procedura fallimentare ai sequestri intervenuti sia in sede civile che penale, i curatori hanno sottolineato che l’intenzione resta quella di assicurare la continuità produttiva e il massimo livello occupazionale e poi illustrato le motivazioni che hanno portato all’individuazione dei cinque perimetri aziendali messi a bando e le modalità di aggiudicazione degli stessi».

Futuro incerto Ma i sindacati, pur apprezzando gli sforzi profusi dai curatori Caldiero e Meo, hanno espresso «forte preoccupazione» per i possibili scenari che potrebbero delinearsi all’apertura delle buste e hanno dichiarato che vigileranno con attenzione tutto l’iter, esigendo maggiore collaborazione tra le parti, e annunciato poi la richiesta di convocazione di tutte le parti interessate presso il Mise, per costituire una necessaria ‘cabina di regia’. A margine della riunione, si è svolto un incontro anche con il custode giudiziario delle aziende agricole nominato dal tribunale di Castrovillari, l’avvocato Celestino, che una volta illustrata la drammatica situazione debitoria delle aziende agricole, ha prefigurato alcuni degli strumenti possibili da utilizzare quanto prima per salvaguardare l’attività aziendale. Le organizzazioni sindacali e il custode giudiziario hanno condiviso, infine, «l’utilità di incontri tecnici da svolgere periodicamente per gestire le problematiche di sito».

Le critiche Più in generale Fai, Flai e Uila tornano a sottolineare all’attenzione dei curatori e del custode lo stato di incertezza ormai cronico con cui sono costretti a convivere, loro malgrado, i lavoratori e le lavoratrici, aggravato dai diversi procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Alimentitaliani, un gruppo che solo nell’ultimo anno ha visto l’ingresso e l’uscita della famiglia Greco, sequestri in sede civile e penale, nonché azioni revocatorie tuttora in corso. «A chi giova tutta questa situazione? – si chiedono le tre sigle – Possibile che le procedure concorsuali possano avere, in forza di legge, una sproporzione così ampia tra gli interessi dei creditori (tra cui molte banche) e quello dei lavoratori e delle loro famiglie?».

Le speranze Dopo la chiusura dei siti di Muggiò e Cisterna di Latina, ora i siti umbri vedono una quotidiana riduzione della loro capacità produttiva e utilizzo intensivo di cassa integrazione, mentre «molti rappresentanti politici continuano a rilasciare dichiarazioni ma nei fatti nessuno avanza proposte risolutive di una vertenza che ormai dura da più di 5 anni». Per queste ragioni, le organizzazioni sindacali hanno ribadito che nel prossimo mese metteranno in campo «quanto necessario per difendere i posti di lavoro rimasti e dare una prospettiva al Gruppo Alimentitaliani» . «L’auspicio – conclude la nota – è che arrivino finalmente imprenditori seri, che invece di fare speculazione valorizzino un gruppo industriale molto importante con marchi e risorse umane di primo livello, e che le diverse curatele trovino le soluzioni adeguate a tutela del lavoro e non solo delle singole procedure interessate. Tra qualche mese si rischia di avere più curatori e consulenti che lavoratori».

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