Ex Novelli: «Resettare, crediti sono a rischio»

A dirlo è l’avvocato Luca Sbardella, ‘ex’ del Gruppo e creditore: «Il tribunale ha respinto la richiesta di chiusura del concordato»

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Un febbraio che potrebbe segnare profondamente la complessa vicenda legata alla cessione dell’ex Gruppo Novelli ad Alimentitaliani. Il mese è quello da poco trascorso e in cui sono avvenuti, in serie, fatti di una certa rilevanza che hanno messo in allarme i lavoratori, i sindacati ma anche i numerosi creditori – la stima è che siano almeno 1.500 – dello storico gruppo agroalimentare umbro. Per un debito complessivo che supererebbe i 100 milioni di euro. Il tutto nel pieno di una delicata trattativa sindacale che fra rinvii e piccoli passi avanti – a fronte dei 68 esuberi ipotizzati in un primo momento dalla proprietà – stenta a decollare.

Battaglia A riepilogare gli ultimi, delicati, passaggi è l’avvocato Luca Sbardella del foro di Spoleto. Già legale del Gruppo Novelli, prima della cessione al prezzo simbolico di 1 euro alla calabrese Alimentitaliani, e che oggi è fra i creditori più battaglieri e preoccupati per quello che potrebbe avvenire.

‘Stop’ del tribunale Lo scorso 8 febbraio, con decisione depositata il 13 dello stesso mese in cancelleria, il tribunale fallimentare di Terni, nella persona del giudice Luciana Nicolì, ha rigettato la richiesta presentata dall’ex cda ‘tecnico’ del Gruppo Novelli – guidato da Alessandro Musaio – di chiudere il concordato. Secondo il giudice, «non può in altre parole affermarsi che lʼintervenuta cessione dellʼazienda si sia tradotta, al contempo, nel compiuto adempimento degli obblighi assunti nei confronti dei creditori concordatari, in quanto non risulta in alcun modo che gli stessi siano stati soddisfatti».

Soddisfazione Secondo l’avvocato Sbardella si tratta di una decisione «ineccepibile e che rappresenta un baluardo a difesa dei 1.500 creditori che, a occhio e croce, in base al concordato presentato a suo tempo dal gruppo Novelli e omologato dal tribunale fallimentare, debbono avere oltre un centinaio di milioni di euro». In sostanza il tribunale ricorda all’ex cda Novelli che, qualora i nuovi proprietari venissero meno allʼimpegno di soddisfare i creditori così come previsto dal concordato omologato dal tribunale, tutto potrebbe tornare nelle mani della vecchia proprietà.

Tante incognite Ma nel frattempo, come ricorda anche l’avvocato Sbardella, Alimentitaliani il 7 febbraio ha ceduto alle società Poderi Greco Tommaso e Greco Cataldo le due aziende in ‘bonis’ del gruppo Novelli: la Fattorie Novelli Srl (proprietaria di terreni e allevamenti) e la Cantine Novelli Srl (società proprietaria delle cantine in casa Naticchia di Montefalco). Una notizia che ha creato un certo timore anche fra i creditori, preoccupati di non avere più a disposizione quei beni che avrebbero dovuto garantire, concordato alla mano, i loro diritti.

Concordato-bis Un’altra data significativa – nel febbraio ‘caldo’ dell’ex Novelli – è quella del 24, quando Alimentitaliani presenta domanda di concordato al tribunale di Castrovillari. Un ‘concordato nel concordato’ che non fa che accrescere i timori fra lavoratori, sindacati, creditori e anche – per una volta – fra chi a livello istituzionale (Mise in testa) aveva caldeggiato il passaggio di mano avvenuto lo scorso novembre. Una richiesta, quella di Alimentitaliani, che se accolta farebbe sospendere i debiti. «Il timore – spiega l’avvocato Sbardella – è che Alimentitaliani abbia presentato domanda di concordato perché, privata dei beni ceduti una quindicina di giorni prima, non è in grado di rispettare il concordato che ha acquisito rilevando il gruppo Novelli e che prevede il pagamento dei creditori: al 100% quelli privilegiati, al 50% quelli chirografari».

«Annullare la cessione» «E per fortuna – aggiunge il legale – che il tribunale di Terni ha rigettato la domanda di chiusura del concordato della Novelli avanzata dall’ex presidente del cda. Perché se si dovesse rilevare che i diritti dei creditori sono a rischio, è evidente che si aprirebbe la strada per dichiarare nulle le vendite – quella del gruppo Novelli ad Alimentitaliani e quelle di Alimentitaliani a Poderi Greco – e far tornare tutti i beni in capo alla Novelli. Se il tribunale avesse accolto la richiesta, per i creditori sarebbero stati guai ancor più seri. Anche per questo chiederò alla giustizia l’annullamento di tutti gli atti negoziali svolti in questa vicenda, dalla vendita alla cifra simbolica di 1 euro alle cessioni delle uniche realtà produttive ‘in bonis’. Mi sembra evidente che tutti questi atti possono essere avvenuti in pregiudizio delle ragioni dei creditori».

Le denunce Lo stesso avvocato Sbardella, rispetto ai crediti vantati, in passato ha già presentato due esposti finiti all’attenzione della procura della Repubblica per la presunta ‘manomissione’ e la scomparsa di documenti contabili utili a ricostruire la vicenda, dal punto di vista personale e nel complesso. Atti che gli inquirenti avrebbero già iniziato ad approfondire, alla ricerca di riscontri.

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