FarmaciaTerni, contratto rimodulato

Terni: 3,4 milioni in dodici annualità nell’ottica del piano di risanamento. Verso la spending review

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di S.F.

La rimodulazione

La ratio della decisione è semplice, a tal punto che la modifica era già stata richiesta in passato. Farsi pagare – nel breve periodo, poi c’è l’incremento – ciò che l’azienda riesce a dare in base alla propria situazione finanziaria che, al momento, non è ottimale. Si parla di FarmaciaTerni e la giunta, nell’ottica di rilancio della società del neo amministratore unico Federico Ricci, ha dato il via libera – tecnicamente è una proposta al consiglio comunale, dunque serve completare l’iter – alla rimodulazione del contratto di servizio: due anni in più, da dieci a dodici, e importo residuo che resta invariato. Si tratta di 3 milioni 391 mila e 232 euro da corrispondere da qui fino al 2030.

FEDERICO RICCI PRENDE IN MANO FARMACIATERNI

Fausto Sciamanna e Nicola Nulli Pero il 6 settembre in commissione

Flashback e vecchio accordo 2016

Per capire bene la situazione occorre fare un passo indietro – a capo della ‘partecipata’ c’era Stefano Mustica, poi l’anno successivo arrivò Fausto Sciamanna – e tornare al 19 settembre 2016, quando il Comune e la società firmarono un contratto di servizio da dieci anni per un valore complessivo di 4 milioni di euro. Da allora le annualità pagate sono state (fino al 2018) per 608 mila euro e dunque la parte mancante supera i 3 milioni. C’è un problema, ovvero gli sviluppi degli ultimi tempi: Ricci – senza ricordare la bagarre andata avanti per mesi post insediamento della nuova giunta, in particolar modo molto attivo l’ex assessore al bilancio Fabrizio Dominici – ha segnalato all’amministrazione la difficoltà finanziaria aziendale, proponendo una rimodulazione per tempi e corrispettivi. Insomma, un qualcosa che possa aiutare per il piano di risanamento che la governance attuale sta perseguendo. Risposta del Comune: «Se non attuata potrebbe portare ad una diminuzione del patrimonio comunale imputabile ad una procedura di liquidazione».

«CRISI VERA, ORA INTERVENIRE»

Federico Ricci

Cosa cambia e il post 2016 

Il Comune ha deciso di non vendere ma dare nuovo impulso a FarmaciaTerni. Questa mossa rientra nel progetto di rilancio: in definitiva viene data la possibilità all’azienda la chance di pagare un corrispettivo annuale rispetto a ciò che il ‘portafoglio’ consente al momento. Il nuovo contratto di servizio non prevede un cambio d’importo, ma appunto una rimodulazione: soli 5 mila euro nel 2019 e 10 mila nel 2020, quindi la cifra inizia ad alzarsi in misura maggiore. Si prosegue infatti con 50 mila euro nel 2021, poi 100, 200, 300, 350, 400, 450, 500, 510 e, infine, 515 mila per l’anno 2030. «La situazione economica frnanziaria – viene specificato nel documento a firma della dirigente Stefania Finocchio – dell’azienda inizia a peggiorare dall’anno 2016 anno in cui la società chiude il suo conto economico con una perdita d’esercizio di 327 mila euro, in parte assorbita con le riserve e in parte portata a nuovo e che ha avuto come immediata conseguenza la riduzione del patrimonio netto che passa da 536 mila euro a 209 mila euro; l’esercizio 2017 chiude con un modesto utile di 15 mila euro che porta il patrimonio netto a 258 mila euro». Insomma, è andata non proprio bene. «La principale causa della crisi economica della società sembra sia da attribuire all’onerosità del contratto di servizio», si legge. Lo stesso Sciamanna il 12 marzo 2018 segnalava «l’insostenibilità degli impegni contrattuali, che avrebbero potuto appesantire il conto economico fino a comprometterne in modo irreversibile i suoi equilibri di bilancio». E infatti l’ex au – già nel 2017 – aveva chiesto l’azione che oggi la giunta ha deliberato. A vuoto.

LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI

Stefano Mustica

Giugno di risposte. I conti diversi

Poche settimane e Ricci dovrà apporre un paio di firme ‘pesanti’. La prima riguarda l’approvazione del progetto di bilancio 2018, poi il preventivo 2019 e, a stretto giro, la presentazione del piano industriale. La situazione economica di FarmaciaTerni inoltre – viene messo in evidenza nel documento – si è ulteriormente aggravata a causa di una serie di fattori: «Assenza di investimenti che avrebbero portato all’ammodernamento delle farmacie; assenza di una strategia commerciale; assenza di politiche di marketing, di promozione delle vendite e di comunicazione; gestione finanziaria dell’azienda». C’è anche un sunto delle situazioni esposte dal vecchio amministratore unico e dal nuovo: «Nell’assemblea societaria del 25 gennaio 2019 e in quella del 13 febbraio, il dottor Sciamanna informava il socio circa sul presumibile andamento della gestione nel 2018, presentando un conto economico previsionaie alla data del 30 novembre 2018 con un risultato economico positivo che evidenziava un utile di esercizio, ante scritture di rettifica e di assestamento, di circa 300 milioni di euro – c’è un refuso, evidentemente troppi zeri, ndr – a dimostrare che la società nonostante il pagamento del canone del contratto di servizio era in grado di generare utili di esercizio. Nonostante ciò, nel bilancio di verifica alla data del 31 dicembre 2018, elaborato dal nuovo amministratore appare un risultato molto differente rispetto a quello presentato dal dottor Sciamanna; il risultato di esercizio sembrerebbe assestarsi intorno ad una perdita di circa 500 mila euro che se confermata porterebbe in negativo il capitale».

IL CAMBIO DI VEDUTE SU FARMACIATERNI

Numeri recenti e iniziative

Per quel che riguarda il contesto attuale, viene puntualizzato il fatto che «a febbraio 2019 (insediamento di Ricci) la situazione, in peggioramento rispetto al già critico 2018, dal punto di vista economico era la seguente: fatturato in contrazione nell’ordine del 7%; incremento dei costi imputabili ai contratti interinali e ad attività straordinarie nell’ordine dell’1% del fatturato. In tale situazione era prevedibile a fine 2019 un utile, ante imposte, negativo di circa 400 mila euro a cui doveva essere aggiunto il canone del contratto di servizio (circa 385 mila euro ) e il canone di affitto dei locali di proprietà comunale (92 mila euro)». Punto di partenza non proprio esaltante: «I primi interventi hanno necessariamente e prioritariamente riguardato le tematiche finanziarie perfezionando accordi con i fornitori rispetto allo scaduto ed il pieno funzionamento delle forniture, chiedendo alle banche di allineare fidi e condizioni al merito di credito della società FarmaciaTerni e migliorando il cash flow mensile».

Leonardo Latini

Gli obiettivi nell’anno di transizione

Il 2019 viene definito un anno di transizione nel processo di risanamento. Intanto Ricci – termina il documento – ha «anche intrapreso una serie di azioni di marketing, volte al recupero del fatturato. Infatti rispetto al — 7% del periodo 1° gennaio 2019- 28 febbraio 2019 tali azioni fanno segnare nel periodo 1° marzo -15 maggio un +1%. La società ha come obiettivo nel medio periodo di migliorare la redditività e, in linea con le disposizioni del decreto legislativo 175/2016, di garantire l’equilibrio futuro dei conti mediate le seguenti azioni: conseguire un livello di fatturato idoneo a conseguire un rapido ritomo all’utile; migliorare il mix di fatturato portando la componente vendita da banco dal 65% al 68% del fatturato complessivo (obiettivo già raggiunto nel mese di maggio); conseguire la massima efficienza nella gestione del magazzino al fine di migliorare la posizione finanziaria netta e l’incidenza del consumo delle materie prime sul fatturato; contenere l’incidenza del rapporto costo del personale/fatturato sotto il livello di quello del 2018 (26%), nel 2019 grazie agli interventi sul personale questo si potrebbe contenere al 25,3%; attivare un’immediata spending review nel 2019 di modo che l’azienda possa fronteggiare in parte i costi straordinari e contenere gli oneri finanziari tramite rinegoziazioni dei tassi sulla linea di fido con Banca Intesa o girando gli utilizzi su line nuove». Non sarà una passeggiata.

Gentiletti (Senso Civico): «Bene così»

Il consigliere comunale di Senso Civico «esprime soddisfazione per la delibera di giunta che rimodula i corrispettivi contrattuali di Farmacie Terni. Si intuisce che quei valori di canone furono messi nella prospettiva di cessione a privati della maggioranza delle quote. Ciò non è avvenuto e le determinazioni in proposito sono cambiate, ma i canoni sono rimasti gli stessi, non comprensibili nella loro entità peraltro crescente. Il collegio sindacale della società, nell’audizione del 4 ottobre, ci riferì che da mesi aveva segnalato questa necessità con atti formali, sia al commissario straordinario Cufalo che all’attuale amministrazione. Chissà se basterà questa rimodulazione, sono sicuro che dovremo nel tempo procedere ad un riesame della situazione. Occorrerà verificare che il servizio non risulti danneggiato e che il personale sia interamente confermato: in caso positivo è un buon primo passo. Certamente è negativo il ritardo col quale viene esposta la situazione della Società. La giunta se ne sarebbe dovuta occupare subito dopo l’audizione del collegio sindacale alla quale era presente l’assessore al bilancio. Per quanto riguarda lo stato finanziario della partecipata, dopo che sarà stato approvato il bilancio 2018 della società e sarà presentato il nuovo piano industriale, sarà opportuno convocare l’amministratore per avere informazioni e numeri consolidati e non mere previsioni come quelle attuali».

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