Fcu, adesso è finita: treni fermi sulla linea

Da Ponte San Giovanni le ultime partenze per Terni e Sansepolcro. Entrambe in ritardo. Presidio M5S nel capoluogo. L’amarezza di Italia Nostra. Si viaggia in bus

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di S.F. e P.C.

L’interruzione del servizio su rotaia sull’intera tratta Fcu non è stato struggente come l’ultimo giorno della stazione Sant’Anna. Più giornalisti, meno emozioni. Si fermano i treni del servizio regionale, ma le stazioni principali continuano a funzionare. Nei due capoluoghi – a Terni e a Perugia Ponte San Giovanni – arriveranno le vetture di Trenitalia, mentre nelle stazioni ex Fcu – fino a Sant’Anna – si fermeranno i bus sostitutivi.

GLI ORARI DEGLI AUTOBUS SOSTITUTIVI

ultimo treno fcu ponte san giovanni

L’ULTIMO TRENO DA PERUGIA A TERNI – VIDEO

La coppia allibita Ad aspettare l’ultimo treno Fcu, a Ponte San Giovanni, c’è una coppia di Taiwan. Sono giovani e carini. Hanno valigie grandi. Lavorano a Città di Castello, ci dicono in Inglese. Non sapevano che quello su cui stavano salendo fosse l’ultimo treno della linea regionale in partenza da Perugia. Lo fanno capire un po’ a gesti, un po’ a parole, un po’ strabuzzando gli occhi, come chi non si capacita possa accadere una cosa del genere. Spieghiamo che ci saranno comunque bus sostitutivi. Chiedono: «Fino a quando?». Nessuno sa rispondere.

GLI ULTIMI PASSEGGERI: SPERIAMO BENE – VIDEO

Gli ultimi passeggeri Sull’ultimo treno Fcu in partenza da Perugia sale anche un ragazzo con un’amica. Tornano a casa. Si rendono conto che saranno gli ultimi passeggeri, visto che scenderanno proprio al capolinea, a Sansepolcro. Spiegano che in molti si troveranno in difficoltà perché il servizio ferroviario era usato da tanti pendolari. Ma ammettono anche che negli ultimi tempi ritardi e disservizi erano diventati intollerabili. La speranza quindi è che si riprenda meglio di prima.

TUTTO SULLA CRISI FCU – ARCHIVIO

Il presidio dei Cinque Stelle A salutare l’ultimo treno (con dei fazzoletti bianchi) c’erano pure i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle – Carbonari e Liberati – e la consigliera comunale Rosetti. Insieme a loro diversi attivisti con bandiere e cartelli che denunziavano la «morte annunciata» di Fcu. Si lamentano di un trend inesorabile, cui si assiste in Umbria (ma non solo in Umbria), che vede il progressivo passaggio del trasporto locale dal ferro alla gomma. In virtù di chissà quali logiche. Logiche che non sono nuove, peraltro.

ROSETTI, CARBONARI, LIBERATI: LA RABBIA DEI CINQUESTELLE – VIDEO

fcu chiusura linea ponte san giovanni m5s

Come la Spoleto-Norcia 50 anni fa Andrea Liberati si è presentato con un libro che ripercorre la storia della linea ferroviaria Spoleto – Norcia (oggi trasformata in pista ciclabile) che – beffardamente – proponeva alla politica e all’opinione pubblica le stesse domande che si fanno oggi a proposito della Ferrovia Centrale Umbra «che chiuderà forse per sempre se non ci sarà una seria volontà politica di cambiare davvero le cose», dice Liberati, che ha fatto notare come il 31 luglio 1968 l’ultimo treno lasciava la stazione di Spoleto più o meno alla stessa ora in cui parte quello da Ponte San Giovanni. «Avremo una montagna di autobus e mezzi privati che affolleranno le nostre città», dice citando una facile previsione di un giornale dell’epoca.

La commissione d’inchiesta «La commissione d’inchiesta che avevamo chiesto – ha denunciato la Carbonari – non è ancora partita. C’è imbarazzo in Regione perché tra i soggetti che dovrebbero farne parte ce ne sono molti che sono stati invitati a dedurre da parte della Corte dei Conti. Abbiamo quindi proposto, come si fa spesso, che la presidenza venisse data alla minoranza. Ma non ci è stato concesso. Speriamo che a stretto giro la maggioranza individui i suoi membri per far luce sui fondi erogati dalla Regione a Umbria Mobilità per manutenzioni mai effettuate».

LA RICHIESTA AI MACCHINISTI: PRENDETE LA PATENTE PER L’AUTOBUS

Il monopolio regionale «Un buon servizio pubblico su ferro è il minimo per una città europea», dice la consigliera Rosetti. «Abbiamo forti dubbi che i tanti soldi di cui si parla saranno poi alla fine realmente impiegati. La tratta Ponte San Giovanni – Sant’Anna è stata ferma per mesi senza che fosse fatto nulla. Umbria Mobilità non è venuta meno a caso, si poteva prevedere la sua morte annunciata. Abbiamo un monopolio dello Stato in Umbria attraverso le sue partecipate, se non attueremo un contratto unico del ferro sarà difficile che il ferro trionfi sulla gomma».

ITALIA NOSTRA: VOGLIAMO IL SERVIZIO TRAM/TRENO – VIDEO

Tanti sprechi negli ultimi decenni Amareggiato l’intervento di Luigi Fressoia, presidente di Italia Nostra, che ripercorre quella che descrive come una storia di sprechi e decisioni cervellotiche: «Negli anni Novanta si spesero tanti soldi per convertire la linea elettrica in linea a gasolio, poi dopo qualche anno si fece l’operazione inversa, spendendo altri soldi. Furono comprati i treni Minuetto, salvo poi accorgersi che non erano in grado di salire fino a Sant’Anna».

Metropolitana regionale Il rischio è che si vada sempre di più verso un servizio espletato su gomma. «Eppure – dice Fressoia – la Ferrovia Centrale Umbra ha sempre avuto una moderna tecnologia elettrica che ben si presta all’utilizzo come metropolitana regionale, con il sistema Tram-Treno, progetto che la Regione teorizza dagli anni Settanta ma che però non concretizza mai. I nostri studi ci dicono che una ferrovia come questa, opportunamente rilanciata, può sostenersi economicamente senza i tanti finanziamenti pubblici che riceve».

La ‘degna’ chiusura Parte in ritardo l’ultima corsa per Sansepolcro, che già a Perugia era 10 minuti dietro sulla tabella di marcia. Poteva mai l’ultimo treno da Perugia a Terni essere da meno? Nemmeno per sogno. Il treno 257 era atteso nella stazione ternana alle 21.31: il binario 5 si è ‘illuminato’ con la luce dei fanali alle 22.07, con quasi quaranta minuti di ritardo. Rapida ‘fuga’ dei pochi passeggeri presenti, il macchinista che saluta un collega presente sulla banchina del binario 3 e giochi chiusi: mercoledì mattina, alle 6.05, è sceso in strada il primo autobus sostitutivo. «Hanno fatto questa cosa senza mettersi nei panni dei viaggiatori, ci saranno problemi», l’amaro commento di una persona presente.

Le interrogazioni, il presidio, la conferenza Resta l’amarezza, in una data a suo modo storica. Mercoledì mattina i sindacati saranno in presidio davanti alla Regione. Subito dopo – tarda mattinata – l’assessore Chianella incontrerà la stampa per annunciare l’avvio dei lavori di ammodernamento. Interverranno: la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, l’amministratore unico di Umbria Mobilità Ferruccio Bufaloni, il direttore regionale di Busitalia Umbria Velio Del Bolgia, il direttore Produzione di Rete Ferroviaria Italiana Umberto Lebruto, il direttore Pianificazione strategica Rete Ferroviaria Italiana Gianfranco Pignatone. Martedì, in assemblea regionale, l’assessore ai Trasporti ha risposto a due interrogazioni sul tema (da parte di Lega e M5S, sul destino dei lavoratori ferroviari e sul mancato avvio dei lavori di elettrificazione fra Sant’Anna e Ponte San Giovanni). «Un passo indietro per farne due avanti», ha detto Chianella. Si chiude per riaprire – insomma – con una linea moderna ed efficiente. Chissà quando. Intanto si va in autobus.

La giornata di martedì sarà caratterizzata da diverse iniziative: l’aggiornamento sarà continuo

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