Festival giornalismo: «Doveroso esserci»

Dal 5 al 9 aprile, a Perugia, più di 250 eventi e ospiti da tutto il mondo. L’appello di Catiuscia Marini ai giornalisti: «Aiutateci a raccontare l’Umbria che sta in piedi»

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di E.M.

Sarà il festival delle ‘persone’, che come mai prima arriveranno da tutto il mondo, con 500 speaker internazionali e 200 volontari da 27 paesi diversi. Ma sarà anche il primo grande evento che si terrà a Perugia dopo il sisma, a testimoniare che, almeno nel capoluogo umbro, tutto funziona esattamente come prima. Il Festival internazionale del giornalismo 2017, alla sua undicesima edizione, torna dal 5 al 9 aprile. Le novità sono state presentate venerdì mattina dagli organizzatori Arianna Ciccone e Chris Potter, assieme alla presidente della Regione Catiuscia Marini e il sindaco di Perugia Andrea Romizi.

Comunicare l’Umbria Il format della kermesse, ormai rodato, è sempre lo stesso, quello che ha permesso all’Ijf17 (questa la sigla dell’evento) di diventare un appuntamento fisso tra gli appassionati di giornalismo e non solo. Quindi panel – discussioni tra professionisti ed esperti – su una lunghissima serie di temi, laboratori, presentazioni di libri, proiezioni di documentari, dirette di trasmissioni radio e tv e spettacoli teatrali. Per un totale di circa 250 eventi a ingresso libero e fruibili anche in streaming, sui temi d’attualità nazionale ed internazionale, dall’Europa a Turchia e Yemen, dalla Brexit alle elezioni americane. Quest’anno, però, la manifestazione arriva in un momento particolare per la città di Perugia e tutta l’Umbria, colpita dal calo del turismo causato dal sisma del 30 ottobre. A sottolinearlo è stata la presidente Marini che, dopo i ringraziamenti ad operatori e sponsor che permettono l’organizzazione nei minimi dettagli di una manifestazione ormai imponente, ha lanciato un appello ai giornalisti, perché il festival possa essere l’occasione per comunicare nel modo giusto la regione Umbria in Italia e all’estero.

L’appello della presidente Marini «Mi rivolgo a tutti coloro che prenderanno parte al festival – ha esordito la Presidente – per chiedervi di raccontare l’Umbria non solo nei giorni in cui sarete qui, perché l’informazione è fondamentale nell’emergenza. Nelle prime ore del sisma se non avessimo avuto il web saremmo stati in difficoltà, ma abbiamo subito l’enorme impatto della rete anche in negativo: c’è stata un’identificazione totale dell’Umbria con danni, rischi e pericolosità». Allora, la Marini, vorrebbe che l’Ijf17 possa avere il compito di ristabilire un clima di fiducia che permetta a turisti e visitatori di tornare. «Aiutateci a raccontare l’Umbria che sta in piedi –  questa la richiesta di aiuto – una regione che ha bisogno di tornare a vivere, a cominciare dal capoluogo che pur così distante dal luogo del sisma ne sta subendo le conseguenze nel settore del turismo e di tutta l’economia che al turismo è connessa». Un appello – ha spiegato – a nome di tutta la comunità, delle imprese, e dei settori del turismo: «Abbiamo bisogno di voi per raccontare l’Umbria. Ve lo chiedo con l’attaccamento che abbiamo per la nostra terra». La risposta di Arianna Ciccone, ideatrice e fondatrice, è chiara: «Il festival stesso è già la testimonianza che l’Umbria è pronta, è pronta ad accogliere 500 speaker da tutto il mondo». E proprio sul tema è già pronto un panel, che si terrà domenica 9, in cui con Titti Postiglione della Protezione civile si parlerà di come fare informazione corretta sull’emergenza.

«Doveroso esserci» Particolarmente importante, dunque, per la città di Perugia, sarà avere visitatori da tutto il mondo. Anche per il sindaco Romizi, in rappresentanza del Comune di Perugia che ha ripreso a sostenere il festival con un piccolo contributo e attraverso la concessione delle sale. «Sarà anche un modo per valorizzare il territorio – ha detto – Migliaia di persone da tutto il mondo verranno e riporteranno la manifestazione e il luogo che la ospita nel loro paese d’origine». Ma non è questo l’unico motivo per cui il Comune ha intenzione di continuare a sostenere, magari in modo più massiccio, la manifestazione nei prossimi anni:  «Per noi è doveroso esserci  e cercheremo di farlo in maniera sempre più importante. In questo momento di tensioni e diffidenza in giro per il mondo, questo è un luogo dove ci si incontra, è una finestra sul mondo dove si ha la possibilità di ragionare in maniera serena, approfondita».

Gli sponsor Tra le novità più degne di nota, gli sponsor. Quest’anno infatti, per la prima volta, due colossi della comunicazione come Facebook e Google faranno parte dei main sponsor del festival del giornalismo, assieme ad Amazon ed Eni. Il leader dei social network sarà presente con 5 workshop gratuiti e uno staff composto da 25 operatori, direttamente da Menlo Park, tutti i giorni attivi all’hotel Brufani, per chi volesse informarsi su come Facebook interagisce con il mondo del giornalismo, in primis attraverso lo strumento delle dirette. «È un piacere tornare al festival con una presenza ancora più significativa – ha spiegato invece Simona Panseri di Google – il nostro lavoro sarà in continuità con quanto fatto negli anni scorsi. Workshop formativi su come utilizzare gli strumenti digitali di Google per i lavori di reporting e giornalismo, ma in primo piano ci sarà il fondo per l’innovazione digitale, con l’opportunità di approfondire non solo le modalità di adesione ma anche le esperienze di editori grandi e piccoli che ne hanno usufruito».  

Attenzione a fake news e querele temerarie Arianna Ciccone e Chris Potter – fondatori tra l’altro anche del blog collettivo ‘Valigia blu’, che raccoglie opinioni sui temi del giornalismo e dell’attualità – quest’anno vogliono mettere in primo piano il tema delle fake news, le notizie false, dando la loro chiave di lettura del fenomeno. «Prenderemo fortemente posizione sulla questione – ha spiegato la Ciccone – e contrasteremo qualsiasi iniziativa legislativa che ha intenzione di legiferare sulla verità. Puntiamo al contrario sull’alfabetizzazione: dare ai cittadini gli strumenti giusti per navigare in questo mondo informativo sempre più ricco e complesso, contro qualsiasi iniziativa di filtro». Contro la censura, quindi, ma anche contro le querele temerarie. «Noi di giornalismo forte e credibile ne abbiamo bisogno, dobbiamo stare al fianco dei giornalisti freelance, precari, quelli che lavorano nel locale e non sono coperti da editori forti, che subiscono querele temerarie da parte di un potere politico che usa la minaccia della querela per fermare il giornalismo d’inchiesta. Ne parleremo durante e dopo il festival»

Gli organizzatori segnalano Lunga è la lista degli appuntamenti ‘imperdibili’ per gli appassionati. Tra questi, Emiliano Fittipaldi sul giornalismo investigativo, Alan Friedmann su Trump, Firas Fayyad (film maker siriano autore del documentario ‘Gli ultimi uomini ad Aleppo’) intervistato da Amedeo Ricucci, Corrado Formigli e Barbara Serra sull’Isis, i ragazzi di Lercio sulle fake news, la prima volta di Carlo Lucarelli al Festival, Milena Gabanelli che parlerà dei 20 anni di Report, Lirio Abbate che presenterà il suo nuovo libro, Marco Travaglio con le sue provocazioni sulla post verità, Marco Damilano e Alessandra Sardoni che discuteranno delle difficoltà a trovare una nuova classe dirigente in Italia. E poi Giovanni Floris, Roberto Saviano, Riccardo Iacona. Ma tanti sono anche gli appuntamenti che interessano anche i meno ‘addetti ai lavori’. A partire dall’incontro con il maestro Beppe Vessicchio, l’appuntamento con la musica di Manuel Agnelli, il concerto dei rifugiati siriani e gli eventi di Wu ming e Zerocalcare. Ma anche le dirette di Tiki taka, con Pierluigi Pardo, dalla Sala dei Notari e di Gazebo, con Diego Bianchi, dal teatro Morlacchi.

Gli incontri più attesi Ma tra i circa 250 eventi, «sono due quelli che ci stanno particolarmente a cuore», ha ammesso Arianna Ciccone. Si tratta dell’incontro con i genitori di Giulio Regeni, che da Perugia chiederanno ancora una volta verità e giustizia, non solo per il figlio. Con loro ci saranno i giornalisti di Repubblica Carlo Bonini e Giuliano Foschini, che presenteranno in anteprima il loro docufilm sulla morte del giovane ricercatore friulano. L’altro evento riguarda Andy Rocchelli, fotoreporter ucciso mentre seguiva la guerra russo-ucraina a Donetsk, pochi mesi dopo il suo intervento al festival di Perugia. Interverranno i genitori e il collega che era con lui ed è sopravvissuto all’agguato.

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