Fials: «Su Arpa Umbria intervenga la Regione»

Il segretario regionale Mario Bruni chiede alla giunta di «rendere nullo ogni provvedimento a firma del direttore generale»

Condividi questo articolo su

Mario Bruni, segretario regionale di Fials (Federazione italiana autonomie locali e sanità) ha inviato una lettera alla presidente della Regione Umbria, all’assessore regionale all’ambiente, ai capogruppo del consiglio regionale, al sindaco di Perugia e a quello di Terni, per fare luce «sull’assetto organizzativo, disposto in forma monocratica, dal direttore generale dell’Arpa, Walter Ganapini».

di Mario Bruni
segretario regionale Fials

Il conflitto di competenza tra Arpa Umbria e Comune di Terni riferito alla gestione dell’ambiente della ‘conca’ ternana scaturito dalla presa di posizione dell’assessore all’ambiente Benedetta Salvati, circa le dichiarazioni pubbliche del direttore dell’Arpa Walter Ganapini, non può passare inosservato e palesa un evidente pressappochismo nonché la completa mancanza di conoscenze oggettive dei problemi della ‘conca’ ternana riferiti all’ambiente cui si fa riferimento.

L’immagine pubblica delle attività dell’agenzia regionale risulta così gravemente compromessa nel ruolo e nelle competenze in capo alla stessa ormai fortemente penalizzata da un assetto organizzativo stravolto dall’attuale direttore generale che, contrariamente alla legge istitutiva dell’agenzia incardinata su due dipartimenti autonomi in stretto rapporto con i territori, è oggi incentrata esclusivamente sul direttore generale e dunque lontana dalla conoscenza diretta dei bisogni territoriali. La giunta regionale deve ormai prendere atto di questa realtà e nell’interesse dei cittadini assumere ogni atto conseguenziale.

Dalle agenzie di stampa, il direttore generale Arpa, in completa solitudine e sovrapponendosi alle conoscenze in capo a tutte le professionalità e competenze territoriali, ha lanciato con notevole irruenza una vera e propria allerta sanitaria sul territorio del ternano, circa pesanti difficoltà soprattutto riferite ad alcuni siti industriali ormai dismessi, che favorirebbero il provocarsi di gravissimi danni ambientali con effetti diretti sulla salute dei cittadini. Un allarme sanitario a tutti gli effetti che, se corrispondesse a realtà, si sarebbe dovuto accompagnare a tutti gli atti conseguenziali di denuncia per la salvaguardia della salute delle persone, denunce che ad oggi non ci risultano attivate. Il Comune di Terni in una laconica comunicazione di risposta tende a sottolineare la inattendibilità tecnica giuridica e professionale di tali dichiarazioni invitando contestualmente il direttore a volersi confrontare sui reali problemi e sulle soluzioni prima di pronunciarsi.

Citiamo di seguito alcune evidenze di quanto sopra sostenuto:

a) Mentre il direttore lamenta la criticità ambientale della ‘conca ternana’ allarmando la popolazione, di fatto concede le autorizzazioni per le emissioni per valori dieci volte maggiori del limite consentito ad alcune aziende del territorio, come ci risulta già evidenziato in un atto di denuncia segnalato alle autorità competenti.

b) Per le aree del sito di interesse nazionale richiamate: Gruber e Papigno, da un lato il direttore richiama i rischi ambientali e i ritardi nella esecuzione delle attività e dall’altro non fornisce il richiesto supporto diretto e istituzionalmente dovuto al Comune di Terni, tanto da essere richiamato direttamente dal ministero preposto come da documento in data 05/09/2017.

c) Risulta comico che l’attuale direttore dell’Arpa parli di foreste urbane proponendo convenzione con l’Università di Perugia quando ci risulta che, fin dal 2011 la Provincia di Terni e il Comune di Terni con Arpa hanno già attivato una collaborazione con l’Università della Tuscia e con Cnr di Porano che hanno portato all’elaborazione di una serie di progetti in materia. Dunque un doppione e conseguente spesa inutile di pubblico denaro.

Per tutto quanto sopra la presidente della Regione, la giunta regionale nonché l’intero consiglio regionale non possono rimanere indifferenti. La scrivente viene perciò con immediatezza ad invitare la Regione a voler acquisire tutti gli atti sull’intera vicenda e conseguentemente ove ne esistessero i presupposti a voler con rito di urgenza commissariare l’agenzia ripristinando l’originario livello professionale già gravemente compromesso dallo stesso Ganapini. Basti solo pensare che: il direttore del Dip. di Perugia Giovanna Saltalamacchia con propria lettera ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico e dall’agenzia ‘per effetto della riorganizzazione e conseguente atteggiamento persecutorio’ posto tutt’ora vacante, il direttore del dipartimento di Terni Adriano Rossi anch’esso demansionato ed affidato alla gestione del patrimonio, il direttore tecnico Giancarlo Marchetti dopo essere stato sollevato dall’incarico (incarico mai sostituito, unica realtà in Italia priva di tale figura) ha preferito lasciare l’agenzia per altro incarico; gran parte dei dipendenti sono stati dequalificati in particolare per coloro i quali svolgevano incarichi di rilevanti responsabilità, a favore di soluzioni esterne.

Conseguentemente a questo il dipartimento di prevenzione della Usl nella funzione della igiene e sicurezza dei luoghi del lavoro nonché l’ispettorato del lavoro, in relazione ai relativi adempimenti contrattuali hanno avviato le relative attività di indagine viste le molteplici segnalazioni presentate dai dipendenti. Contestualmente la scrivente invita la giunta regionale a voler da subito predisporre atti di indirizzo tali da rendere nullo ogni provvedimento a firma del direttore generale a salvaguardia delle tutele ambientali nonché della dignità dei dipendenti. Su tutto quanto sopra la scrivente ha richiesto audizione con la commissione preposta del Comune di Terni e della Regione dell’Umbria nonché con la locale Prefettura per la consegna di tutta la documentazione in merito.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli