Fondazioni bancarie, festa grande in Umbria

A Perugia una giornata intera dedicata ai 25 anni. L’ex premier Amato: «Sono innovative come l’Autostrada del Sole»

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Una giornata intera dedicata ai 25 anni delle fondazioni di origine bancaria, a Perugia. Eventi divisi in due sessioni.

Crediti formativi Mattinata a Palazzo Graziani, con un convegno su ‘Investimenti correlati alla missione dall’arte al social housing’, un tema evidentemente multidisciplinare e di rilevanza trasversale, visto che la partecipazione era – stranamente ndr. – valida ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di formazione professionale per ben tre ordini professionali differenti: gli iscritti all’Ordine degli avvocati di Perugia, all’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della Provincia di Perugia.

Oratori a confronto Moderati da Giorgio Righetti, direttore generale Acri, dopo i saluti di Catiuscia Marini e Cristina Colaiacovo, si sono confrontati sul tema Mario Nuzzo, vicepresidente di Cassa Depositi e Prestiti ‘Gli investimenti e lo sviluppo del territorio’, Carlo Gentili, ad Nextam Partners ‘Il patrimonio delle Fondazioni italiane: un confronto internazionale’, Marco Cammelli, presidente Commissione per le Attività e i Beni Culturali Acri ‘Le opere d’arte delle Fondazioni tra memoria e valorizzazione del patrimonio culturale’ e Sergio Rizzo, vicedirettore di Repubblica ‘Il futuro delle Fondazioni bancarie: problemi e prospettive’.

«Aiuto fondamentale» La presidente Marini ha sottolineato che «quella di questi primi venticinque anni è stata una storia importante e positiva, fatta di atti concreti, di cui hanno beneficiato le nostre comunità locali. Per questo oggi sento di dovervi dire grazie soprattutto per il positivo rapporto che hanno saputo stabilire con le comunità locali di riferimento e con tutto il sistema istituzionale, a vantaggio dello sviluppo della ricerca scientifica e dell’innovazione, in uno stretto e positivo rapporto con il sistema universitario e il sistema sanitario, così come è significativo anche ciò che avete realizzato nell’ambito sociale, con particolare riferimento alla lotta alle povertà, in collaborazione con il mondo del volontariato, dell’associazionismo e religioso».

Il ‘papà’ delle Fondazioni moderne ‘Star’ del pomeriggio, Giuliano Amato, Giudice Costituzionale e padre della Legge del 1990 che portò alla separazione dell’attività creditizia – attribuita alle Casse di Risparmio Spa e alle Banche del Monte Spa – da quella filantropica, che rimase propria delle fondazioni di origine bancaria.

La sessione pomeridiana Saluti di benvenuto del sindaco di Perugia Romizi, Giampiero Bianconi presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e Carlo Colaiacovo presidente onorario Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, poi confronto sul ruolo delle fondazioni 25 anni dopo, con gli interventi di Giuseppe Guzzetti presidente Acri, e Pier Paolo Baretta sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze. A moderare Federica De Sanctis di Sky.

Tanti contributi Nel corso del convegno sono a venuti fuori dati interessanti. Oltre 20 i miliardi di euro erogati dalle 88 fondazioni, fra il 2000 e il 2016, a sostegno di iniziative in vari campi di interesse collettivo, dall’arte alla cultura, dalla ricerca scientifica all’istruzione e formazione, dalla sanità all’assistenza alle categorie sociali deboli, dalla conservazione e valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici allo sviluppo economico dei territori e a tutti quei settori, fra i 21 ammessi dalla legge, che ciascuna Fondazione ritenga di prevedere nel proprio statuto.

Un ‘mostro’ venuto bene Amato ha chiuso i lavori mentre corso Vannucci già si riempiva dei colori e delle note di Umbria Jazz. «Le fondazioni bancarie, insieme all’Autostrada del Sole sono forse l’unica cosa davvero innovativa introdotta in 60 anni di Repubblica Italiana. Le definii Frankestein – ricorda l’ex premier – ma in realtà sono diventate una cosa bellissima»

Mancano buoni azionisti Non si risparmia però una critica: «Abbiamo fatto le banche società per azioni – ha ricordato Amato – ma dobbiamo ammettere che gli azionisti non ci sono venuti tanto bene. Abbiamo pensato all’azionista imprenditore, il risultato è che stanno funzionando meglio le grandi banche che sono libere da questo tipo di azionariato. C’è un problema banche». Subito dopo il convegno, tutti si sono trasferiti alla mostra ‘Da Giotto a Morandi, tesori d’arte di fondazioni e banche italiane‘.

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