Galleria Nazionale, musei secondo Pierini

Il 68% degli italiani non è mai entrato in un museo. La ricetta di Marco Pierini che guida in Umbria un polo da 60 mila visitatori

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di L.P.

Una percentuale alta, altissima. Che fa rabbrividire. E’ quella che mette nero su bianco che l’Italia, patrimonio della cultura e della storia dell’occidente, necessita di cambiare rotta se vuole tornare a occupare quel ruolo centrale che le spetta nel panorama internazionale. E la riflessione con il direttore della Galleria nazionale dell’Umbria Marco Pierini parte proprio da qui, da quel 68% di italiani che non ha mai messo piede in un museo.

Marco Pierini, direttore Galleria nazionale dell’Umbria

Il direttore Lontana dalle grandi cifre dei poli internazionali come il Louvre o il Moma a New York, la Galleria nazionale dell’Umbria da due anni è diretta da uno storico dell’arte e filosofo, nonché ex giornalista, del calibro di Marco Pierini. Aveva 49 anni quando è arrivato a Perugia, dopo aver diretto la Galleria civica di Modena e il centro d’arte contemporanea Palazzo delle Papesse di Siena. «Finalmente si volta pagina» aveva annunciato il ministro Franceschini introducendo, nell’agosto del 2015, le nomine ‘internazionali’ che fecero tanto discutere. Quelle che, per dirla con parole semplici, portarono tre tedeschi, due austriaci, un inglese e un francese a dirigere tutto il meglio della cultura museale italiana. Seguirono polemiche a non finire, ma secondo Pierini quella fu una scelta azzeccata.

Palazzo dei Priori

La Galleria Quaranta sale su due piani del Palazzo dei Priori, opere d’arte uniche che vanno dal Due-Trecento al tardo Gotico, oro e arti minori, opere del Perugino e del Pinturicchio, fino al Rinascimento e al Sette-Ottocento. Ma in condizioni ha trovato la Galleria quando è arrivato come direttore ormai due anni fa? «Il museo aveva davvero bisogno di un cambio di passo. – spiega – Rinnovato, anzi, in qualche maniera, reinventato da Vittoria Garibaldi alla metà degli anni Novanta aveva mantenuto tutta la sua bellezza ma aveva bisogno di energie (e di fondi) per non far appassire il proprio splendore: manutenzione degli impianti, restauro delle opere, studi e ricerche erano condizionate dalla mancanza di personale e dal budget risicato. La scossa impressa dalla nuova forma gestionale è stata fondamentale per avviare la ripresa anche se c’è bisogno di molto tempo prima che tutto possa andare a regime».

Una delle sale della Galleria

La riforma Ed è proprio questa una delle spinte propulsive che, secondo il direttore, devono far leggere la riforma Franceschini con rinnovato ottimismo. Una capacità di autonomia gestionale che dovrebbe, nel lungo periodo, far avvicinare i venti più importanti musei italiani, tra cui è rientrata anche la Galleria nazionale dell’Umbria, ai maggiori istituti europei e americani. «Si può così programmare l’attività ordinaria e straordinaria – tanto quella scientifica quanto quella gestionale – in piena libertà, con il supporto di organi fino a prima sconosciuti nell’ amministrazione dei Beni culturali: un comitato scientifico, un consiglio di amministrazione, un collegio di revisori dei conti. La riforma ha poi unificato le Soprintendenze e costituito i Poli museali regionali, ma quest’ultimo aspetto in particolare necessita di maggior tempo e di qualche risorsa in più prima che maturino i primi frutti».

Biglietti e ingressi Questo sicuramente porterà a dare una maggiore incisività, all’interno di ogni museo. «Tra i punti di forza della Galleria – spiega Pierini – c’è la collezione, il fatto di essere all’interno di Palazzo dei Priori, di essere un museo sorprendente per il visitatore che rimane sempre colpito dall’inaspettata qualità e dalla quantità delle opere custodite. Quest’ultimo costituisce anche il suo limite maggiore ed è la riprova di quanto ancora si debba lavorare sulla comunicazione». Promozione e coordinamento, dunque, sembrano ancora le lacune più critiche per il grande museo perugino che, lo scorso anno, ha strappato circa 60 mila biglietti. «Un numero certamente molto inferiore alle potenzialità del museo – secondo Pierini – ma se fino ad agosto 2016 si poteva registrare un incremento del 10% di visitatori, a causa della sciaguratissima comunicazione fatta dai media sul terremoto, anche a Perugia, e quindi la Galleria, abbiamo dovuto sopportare un vistoso calo delle presenze». Calo che, secondo le stime, arriverà a toccare il 20% nel 2017 nonostante qualche sensibile miglioramento sembra registrarsi proprio dalle prime settimane di settembre. «Speriamo sia l’inizio di una ripresa stabile».

Adorazione dei Magi, il Perugino

Rinnovamento Sotto la sua direzione la Galleria sta cercando di cambiare pelle, pur rimanendo fedele alla propria storia. «Per prima cosa ho cercato di occuparmi di ciò che non si vede ma si percepisce, quindi tutti gli impianti di condizionamento sono stati rinnovati (riscaldamento, raffreddamento, trattamento aria) ed ora stiamo realizzando un sistema di controllo che consentirà di agire sugli impianti anche da remoto, in modo da poter aggiustare temperatura e umidità in qualunque momento, e questo è fondamentale per la salvaguardia delle nostre opere, quasi tutte su tavola e dunque sensibilissime alle variazioni del microclima degli ambienti. Altra operazione in larga scala è quella legata all’immagine e alla comunicazione, non disgiunta da una ripresa degli studi e degli approfondimenti sulla collezione. I primi esiti saranno disponibili agli inizi del 2018 e credo che restituiranno un’immagine davvero nuova della Galleria. Ma sarebbe davvero troppo lungo ricordare tutte le tappe di questo percorso che vorrei trovasse un primo punto fermo alla fine del mio (primo) mandato alla fine del 2019».

Assunzioni Una nuova ventata di freschezza potrebbe arrivare a breve anche grazie alle assunzioni che, grazie al concorso bandito nel 2016 per 500 funzionari, tra cui storici dell’arte, bibliotecari, archeologi, architetti, archivisti, si sta concludendo in questi giorni ed entro l’anno ci saranno le prime assunzioni. «Dovrebbero entrare in forze almeno tre dipendenti, ma potrebbero essere anche cinque qualora la graduatoria fosse allargata a 800 persone.L’altra buona notizia è che molto probabilmente, in tempi brevi, non soltanto i 500 previsti ma anche un buon numero di idonei saranno assunti nei ranghi del Ministero». Accanto a questi ci sono poi quelli che sopperiscono all’amministrazione e alla contabilità e che, in vista di nuovi concorsi, per il momento lavorano nei musei italiani grazie a dei

Hans Hartung

Le mostre Intanto, nel più breve periodo, le attività della Galleria saranno incentrate sul centenario della statalizzazione del museo, nato come museo comunale. Le principali mostre saranno dedicate una alla rievocazione della ‘Mostra di antica arte umbra’ del 1907 e una al patrimonio dei depositi, che promette grande sorprese. Con l’occasione verrà svelata al pubblico la nuova veste grafica del sito internet, il nuovo logo e tutta la campagna di comunicazione e promozione collegata. Dal 23 settembre sarà poi possibile visitare la grande mostra dedicata ad Hans Hartung, uno dei maestri dell’Informale europeo.

Gite scolastiche In attesa che gli sforzi del Mibact e dello stesso Pierini inizino a portare frutti e, soprattutto, grandi file in corso Vannucci di turisti – ma anche cittadini – in coda per entrare al museo, il direttore sta lavorando alacremente ai nuovi allestimenti. Di certo ci vorrà del tempo, invogliare la città a visitare il proprio museo è una sfida che può essere vinta, anche senza l’ausilio delle gite scolastiche. «La mia contrarietà alle visite guidate è un po’ una provocazione – conclude Pierini – ma sono convinto che soprattutto per giovani e adolescenti non funzioni. Non è il modo migliore per ottenere la loro attenzione e destare curiosità. Viceversa, quando abbiamo avuto in Galleria classi impegnate nell’alternanza scuola lavoro le cose hanno funzionato benissimo. Ricordo con grande piacere la passione, l’impegno, la preparazione dei ragazzi che si erano offerti come ‘mediatori’ nei confronti del pubblico e che raccontavano con grandi sorrisi i nostri capolavori ai visitatori di ogni nazionalità».

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