Gioco d’azzardo, da Tar alt ai piani di contrasto

I giudici contabili del Lazio accolgono un ricorso del Codacons: bloccato anche quello dell’Umbria e si dovrà rifare tutto da capo

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Il Tar del Lazio ha bloccato i piani regionali – compreso quello della Regione Umbria, che prevedeva l’utilizzo di oltre 751 mila euro – per il contrasto al gioco d’azzardo e finanziati dal fondo per le ludopatie del ministero della Salute. Conseguentemente sono bloccate tutte le somme erogate.

IL GIOCO IN UMBRIA 

La sentenza Il Tar ha accolto il ricorso del Codacons, analizzando la vicenda sulla base di una norma che prevede che «al fine di garantire azioni di prevenzione, cura e riabilitazione per le persone affette dal gioco d’azzardo patologico, presso il ministero della Salute è stato istituito un Fondo per il gioco d’azzardo patologico, ripartito tra le Regioni e le Province autonome», che avrebbero dovuto presentare uno specifico Piano di attività da sottoporre, entro 60 giorni, all’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo.

UMBRIA NO SLOT – LA CAMPAGNA

Il ricorso Il Codacons aveva contestato il fatto che l’Osservatorio si era però limitato a valutare solo un resoconto sintetico delle valutazioni dei Piani, senza svolgere approfondite consultazioni e questo ha portato i giudici contabili a stabilire che la «mancata consultazione costituisce un rilevante vulnus procedimentale il quale, elidendo l’efficacia della fase consultiva, comunica la propria illegittimità all’intero seguito procedimentale di approvazione dei Piani di attività, di erogazione delle risorse e di successiva attribuzione delle stesse ai soggetti eventualmente indicati nei medesimi Piani» e quindi ad annullare tutto: «Segue dunque che il procedimento dovrà ripartire dalla fase consultiva illegittimamente pretermessa».

Il Codacons Secondo il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, «si tratta di una importantissima vittoria che non ferma la lotta al gioco d’azzardo, ma anzi la potenzia, garantendo che i soldi pubblici vadano realmente al contrasto della ludopatia, attraverso una scelta seria dei soggetti destinatari dei finanziamenti, senza favoritismi o sistemi clientelari che danneggiano la collettività». 

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