Giornata della poesia: l’arte davanti al Verdi

Terni, adunata estemporanea per recitare i versi del proprio poeta preferito

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«Non è possibile che in questa città non si faccia nulla per la ‘Giornata della poesia’» da questa riflessione, lunedì mattina, il giornalista Andrea Giuli ha deciso di organizzare ‘un’adunata dal basso’. Appuntamento alle 17 sulle scalinate del teatro Verdi per leggere i versi dei nostri poeti preferiti.

L’adunata Presenti all’appuntamento Marco Cecconi, capogruppo Fratelli d’Italia in consiglio comunale, che ha letto due poesie del romano Trilussa, il multiforme ternano Paolo Liberati che ha recitato poesie di «poeti ignoti», ma anche i cittadini. Nonostante la scarsa affluenza iniziale, l’organizzatore e i partecipanti hanno tenuto duro e piano piano qualche curioso in più si è fermato.

CECCONI E LIBERATI SUGLI SCALINI DEL TEATRO – VIDEO

I cittadini Qualche ‘coraggioso’, esortato da Giuli, ha anche deciso di farsi avanti. Tra questi Tiziana che ha ribadito: «Non è possibile che nessuno abbia organizzato nulla. Si parla tanto di riaprire il teatro, ma per chi?». Poesia dopo poesia, il tempo è passato mentre il giornalista, tra una battuta e l’altra – «Mi hanno sempre detto che dovevo fare il comico» – moderava la salita sui gradini dei fieri partecipanti.

Il messaggio «Se qualcuno abita vicino e vuole andare a prendere un libro a casa per unirsi a noi è il benvenuto», dice. «Allora non torna nessuno?». Ma non si perde d’animo e ogni qualvolta vede facce nuove ripete il messaggio per cui ha organizzato questa adunata: «Non si può non organizzare nulla per questa giornata. Così ho deciso di lanciare su Facebook questa iniziativa estemporanea. È una cosa nata poche ore fa. È un ‘evento’ organizzato dal basso che richiama gente dal basso. L’affluenza non è tanta, ma finché possiamo andiamo avanti e celebriamo l’arte».

Il teatro Verdi «Potevo scegliere un posto dove passa più gente – dice Giuli – ma mi piaceva l’idea di rianimare un po’ questo luogo». Il posto scelto era senz’altro adatto all’iniziativa, è innegabile. Quale posto migliore che le scale di un teatro per fare poesia? E per lo più teatro definito da tutti simbolo cittadino. Si parla tanto di ristrutturarlo, tutti difendono la causa a spada tratta, Poletti o non Poletti, ma poi quante persone effettivamente entrerebbero in quel teatro? È il caso di chiederselo perché se nel momento di maggiore affluenza all’evento ci saranno state un ventina di persone, per un’ iniziativa gratuita e aperta a tutti – è bene precisarlo – in quanti compreranno un biglietto? Ma intanto il dibattito intorno alla ristrutturazione continua e si fa sempre più infuocato nonostante manchi un progetto da cui partire. Allora pensiamo alla cultura prima che al teatro, perché chi tiene all’arte la fa dove può e quando vuole.

 

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