Giorno della Memoria: «Terni non dimentica»

Cerimonia in prefettura con gli studenti per ricordare olocausto e leggi razziali. La lettera del ternano per evitare le persecuzioni

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Si è svolta sabato mattina a palazzo Bazzani, in occasione del ‘Giorno della memoria’, una cerimonia alla presenza del prefetto di Terni – Paolo De Biagi – per ricordare la ‘Shoah’, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che subirono la deportazione, la prigionia e la morte, nonché coloro che si opposero al progetto di sterminio, non esitando a salvare altre vite e a proteggere i perseguitati, anche a rischio della propria vita.

I contrbuti Il prefetto De Biagi ha evidenziato come sia «importante rendere omaggio alle vittime dell’olocausto e sottolineare l’importanza di conservare la memoria di un periodo tragico della storia del nostro paese e dell’Europa, affinchè simili eventi non possano mai più accadere». A seguire lo storico Paolo Pellegrini, dottore di ricerca in ‘società, politica e culture dal tardo Medioevo all’età contemporanea’ presso il dipartimento di storia, culture e religioni dell’università La Sapienza di Roma, ha ricordato il significato del ‘Giorno della memoria’ con particolare riferimento alle leggi razziali.

Il progetto La mattinata è proseguita con l’intervento della professoressa Teresa Lavecchia Di Tocco che ha illustrato il progetto ‘All different, all equal’, curato dalla stessa insieme alle docenti Antonella Settimi e Laura Ghidini e da alcuni studenti dell’ITT ‘Allievi-Sangallo’ di Terni. Il progetto affronta i temi delle differenze, del rispetto e della tolleranza ed è diviso in due parti: la prima prende in esame il periodo storico dell’olocausto, la seconda affronta il tema delle disuguaglianze e delle forme di persecuzione che ancora oggi affliggono la nostra società.

Storia della città Sono stati proprio i ragazzi dell’Istituto ‘Allievi-Sangallo’ a leggere la lettera di un cittadino ternano che chiedeva la ‘discriminazione’, ossia la parziale esenzione dai provvedimenti persecutori che gli ebrei, nel periodo dal 1938 al 1943, potevano tentare di ottenere grazie a benemerenze acquisite per una familiarità stretta con eroi caduti in guerra o con una documentata partecipazione alla ‘marcia su Roma’ o, comunque, con l’appartenenza al regime fascista fin dalla ‘prima ora’. Il brano è stato commentato da Paolo Pellegrini che ha ricordato come dagli archivi della questura e del Comune di Terni è emerso che nel 1938 risultavano censiti una cinquantina di ebrei residenti in città e circondario, i quali si erano autodenunciati alle autorità secondo le disposizioni delle leggi razziali.

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