Giunta e consiglio, Terni prova a ripartire

‘Primo giorno di scuola’ per assemblea comunale e giunta. Presidente del consiglio: maggioranza non compatta al primo voto

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Leonardo Latini

‘Primo giorno di scuola’, giovedì, per il consiglio comunale eletto lo scorso giugno a Terni e per la nuova giunta nominata dal sindaco Leonardo Latini. Trentadue i membri dell’assemblea di palazzo Spada, con tanti volti nuovi che aumenteranno ancora dopo le ‘surroghe’ dei consiglieri chiamati a far parte della giunta: Stefano Fatale e Sonia Bertocco (Forza Italia), Marco Celestino Cecconi (Fratelli d’Italia), Enrico Melasecche e Valeria Alessandrini (Lega). Giunta che sarà composta, oltre che dal primo cittadino, da nove amministratori – cinque uomini e quattro donne – mentre l’assemblea è presieduta da Emanuele Fiorini (Lega). Pomeriggio movimentato.

LEONARDO LATINI E IL ‘DEBUTTO’ IN CONSIGLIO COMUNALE, VIDEO

All’ordine del giorno – i lavori proseguiranno anche nel pomeriggio di venerdì – la convalida degli eletti, il giuramento del sindaco, la comunicazione della nomina del vicesindaco e dei componenti della giunta, le eventuali ‘surroghe’, l’elezione della commissione elettorale comunale e quella del presidente e dei vicepresidenti del consiglio comunale.

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Valdimiro Orsini

Subito polemiche Assenti i consiglieri Fiorelli (M5S) e Cicchini (Lega) che sull’ipotesi di una sua assenza ‘polemica’ rispetto al mancato ingresso in giunta, spiega: «Sono al mare con mia nipote come già anticipato da tempo al sindaco. Sono orgoglioso e felice di fare parte di questa maggioranza e metterò le mie idee e la mia esperienza a disposizione di Latini e della città, nella piena e totale lealtà». Comunicate le dimissioni della Bertocco dal ruolo di amministratore delegato di Aman; poi Valdimiro Orsini (Pd) è intervenuto in merito alla procedura di surroga per i consiglieri entranti – «li vedo già al loro posto, procedura non corretta» – al posto di coloro che sono entrati nella squadra di Latini. Quindi il segretario generale Giuseppe Aronica ha spiegato la posizione del consigliere Giulia Silvani (Lega, in merito alla sua attività di gestione dell’Ara Marina) sull’incompatibilità avanzata dalla federazione dei verdi. Poi riprende Orsini: «Non c’è la condizione giuridica per le quali alcuni consiglieri siano presenti in questo emiciclo». L’appello dei consiglieri scatta poco dopo le 16.10.

PARLANO GLI ASSESSORI DELLA GIUNTA LATINI, IL VIDEO

Orsini vs Aronica, la lunga pausa Il consigliere del Pd tuttavia non molla e durante la pausa – Valentina Pococacio (M5S) aveva chiesto delle fotocopie su tutti i consiglieri legata alla documentazione regolamentare per l’incompatibilità – va dal segretario comunale per rimproverarlo di «interpretare le norme come ti pare». A questo punto scatta l’estenuante pausa, il motivo? La carta per le fotocopie.

Francesco Pocaforza, il consigliere comunale più giovane

IL CONSIGLIO COMUNALE BLOCCATO PER LA CARTA

Consiglieri surrogati Si riprende quando mancano pochi minuti alle 18. Parola al segretario Aronica: «Non c’è alcuna illeggittimità, si può andare avanti». Tocca a Francesco Filipponi (Pd): «Manca la dichiarazione sostitutiva dei subentranti». Quindi la Pococacio: «Documentazione non completa di alcuni consiglieri surrogati, la relazione che ci è stata fornita è datata 5 luglio e almeno una delle dichiarazioni in questione risale al 12». Nuova spiegazione di Aronica.

Orsini, Bertocco e Silvani Il consigliere del Pd ha sottolineato che «fino a mercoledì la Bertocco era amministratore delegato dell’Aman, inoltre c’è il discorso legato al consigliere Giulia Silvani; ho sotto mano la dichiarazione sostitutiva della Silvani e della Bertocco. In data 28 giugno la Silvani e in 29 giugno della Bertocco hanno dichiarato la non sussistenza di cause incompatibilità. Vorrei capire allora perché mercoledì la dottoressa Bertocco si è dimessa dall’Aman. Chiedo parere approfondito al segretario generale». Orsini ha tirato in ballo l’articolo 63 – comma 6 – del Tuel. Aronica ha spiegato che «nessuno – si riferisce a sé stesso e al presidente del consiglio – ha diritto di entrare nel merito delle vite private dei cittadini senza avere prove che le loro dichiarazioni siano false». Orsini chiude: «Faremo accesso agli atti».

Il voto, il giuramento e il discorso di Latini 20 voti favorevoli e 11 astenuti: passa il primo punto all’ordine – siamo vicini alle 18.30 – del giorno in merito alla convalida degli eletti. Quindi il giuramento del neo sindaco Latini e spazio al terzo punto, la giunta. «Non è questo il momento dell’illustrazione delle linee programmatiche che, come previsto dallo Statuto, saranno presentate e discusse in quest’aula appena dopo l’elezione dei presidenti e dei vicepresidenti del consiglio. Lo faremo dunque nelle prossime sedute. Su queste linee programmatiche – che peraltro abbiamo già ben chiare in mente – ci confronteremo con la maggioranza e con i nuovi assessori ai quali va tutto il mio ringraziamento per aver voluto condividere questa grande responsabilità amministrativa e – doverosamente – con  l’intero consiglio comunale, alla ricerca di idee condivise e di contributi migliorativi. Credo però sia opportuno rivolgere, con una certa emozione, un breve saluto a questo consiglio comunale, alla giunta e – tramite voi – alla città. Un saluto e un augurio. Perché sì, è vero, questa nuova consiliatura, questa nuova avventura, parte in una situazione difficile che non sono certo io a dover definire grave. Purtroppo ci sono stati sono altri soggetti istituzionali che prima di me – e con maggior autorevolezza – si sono espressi sullo stato economico del nostro ente, che ha attraversato una crisi profonda, dovuta certo a scelte sbagliate, ad errori gravi, ma anche al devastante taglio di risorse finanziarie agli enti locali da parte dello Stato, un taglio che ha spostato sui Comuni gran parte del peso della crisi. Eppure la crisi di Terni è più profonda, direi che per certi versi è una crisi che l’ha toccata nell’anima. Per questo, io vorrei dire subito che tutto il nostro impegno, tutto il nostro entusiasmo, tutte le nostre competenze saranno messe a disposizione per far sì che Terni torni innanzitutto ad essere città. Tornare ad essere città, per me vuol dire che Terni e i ternani devono ritrovare la voglia di vivere e di affrontare le sfide insieme, sentendosi comunità, riscoprendo, o reinventando la propria identità. Ma – ad ogni costo – dobbiamo far prevalere la logica del noi, su quella dell’io. Terni deve inoltre tornare ad essere città normale. Questo concetto lo abbiamo più volte espresso durante la campagna elettorale, quando abbiamo invocato una rivoluzione, la più importante delle rivoluzioni: la rivoluzione del buon senso. Dobbiamo far cose semplici, ma quelle che interessano i cittadini. Dobbiamo far sì che i servizi di base funzionino, che la città sia pulita, che i giardini tornino ad essere giardini, che le strade siano sicure anche di notte, che le regole e le leggi siano rispettate, che le periferie siano vivibili, che le fasce più deboli non si sentano abbandonate dalle istituzioni, che si possa tornare ad andare a teatro – nel nostro teatro cittadino – che le fontane e i simboli della città tornino a brillare, che a Terni si torni a far cultura, che a Terni ci siano opportunità per tutte le idee valide, che a Terni, in poche parole, si respiri aria di libertà.  Non sempre queste cose normali sono state normali negli ultimi decenni. Per questo agiremo in maniera forte e decisa sul miglioramento della qualità della vita dei cittadini, anche con idee innovative, nella piena consapevolezza che una città più bella è una città più vivibile e diventa, di conseguenza, attrattiva. Terni deve dunque tornare ad essere città, poi deve tornare ad essere città normale. Infine deve tornare ad essere città speciale, come lo è stata per tanti anni: città del lavoro, dell’innovazione, delle invenzioni e dei talenti, città aperta alle nuove idee, al confronto con i territori vicini e con quelli più lontani, riferimento per tutta l’Italia mediana, nucleo centrale e imprescindibile della regione Umbria, città attrattiva a livello internazionale. Dovremo tornare a essere esempio, dovremo ritrovare l’orgoglio di essere traino e di far in modo che nessuno ci consideri mai più zavorra. Infine, in questo brevissimo saluto, che estendo anche a tutti i dipendenti comunali che saranno al nostro fianco in questo lavoro enorme che ci aspetterà, operando come sempre con dignità e professionalità, vorrei esprimere un ulteriore augurio: quello cioè che Terni non sia mai più la città dei veleni. Certo non più ccittà dei veleni dell’aria, dell’acqua, della terra, sui quali dovremo agire, con accuratezza e con capacità tecniche adeguate. Ma che non sia più nemmeno la città dei veleni nei rapporti tra i cittadini, tra le parti politiche anche contrapposte, tra le sue diverse componenti. Mi auguro per questo un grande salto culturale, per il quale m’impegnerò in prima persona. Non è più il tempo delle polemiche sterili, ma quello del confronto e dell’arricchimento reciproco. Siamo in un passaggio – ha concluso – storico difficile e sottile, nel quale dobbiamo sentirci tutti di nuovo ternani e provare a voler bene a questa nostra bellissima città».

Surroghe e commissione elettorale Al posto dei consiglieri comunali che sono stati nominati assessori, subentrano in consiglio i primi dei non eletti nelle rispettive liste ovvero: Sergio Armillei e Francesco Pocaforza (Lega), Maurizio Cecconelli (FdI) Raffaello Federighi e Lucia Dominici (FI). L’assemblea ha provveduto poi all’elezione della commissione elettorale comunale: sono risultati eletti i consiglieri Sara Francescangeli, Lucia Dominici e Valdimiro Orsini.

Il vicesindaco, Andrea Giuli

Presidenza del consiglio comunale A vuoto il primo voto: Francesco Ferranti (FI) ha riportato 15 voti, Patrizia Braghiroli (M5s) 9, 4 schede bianche e 2 nulle. Se ne riparlerà la prossima settimana – nessuna seduta venerdì, esaurito l’ordine del giorno – probabilmente sempre di giovedì. E a fronte di una maggioranza che in qualche parte non si è spostata con compattezza su Ferranti – ed anche in tal caso la prima votazione non sarebbe comunque stata sufficiente – il pensiero di qualche ‘mal di pancia’ interno al centrodestra, tutto da chiarire, non può che trovare spazio.

Parla il gruppo Pd E il tema di cui sopra viene raccolto dal gruppo consiliare del Partito Democratico che, attraverso una nota, sottolinea «l’incongruenza tra le preferenze espresse nei confronti del candidato di maggioranza e i consiglieri di centrodestra presenti. I voti espressi in favore del candidato di centrodestra non hanno raggiunto neanche il quorum necessario per la maggioranza assoluta, necessaria al terzo scrutinio. Auspichiamo che l’elezione del presidente del consiglio comunale avvenga in tempi congrui, per l’avvio dei lavori del plenum consiliare e delle commissioni, successivi alle sedute di insediamento. Infine, augurando buon lavoro a tutti gli eletti, sindaco, consiglieri ed assessori, desideriamo rimarcare che il nostro operato, sulla procedura di convalida, è teso al richiamo dei valori di correttezza e di trasparenza amministrativa su cui più volte è stata chiesta attenzione nelle precedenti consiliature. La nostra opposizione sarà svolta con fermezza e responsabilità, ma anche con propositività sui temi di interesse collettivo».

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