Gualdo Tadino, lotta all’accattonaggio

Ordinanza del sindaco Presciutti per fermare il fenomeno: «Siamo esempio di accoglienza e integrazione, ma stop a chi specula». Multe fino a 500 euro

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«Gualdo Tadino è una città esempio di accoglienza e integrazione, ma dobbiamo combattere chi specula sulle situazioni di disagio come in questo caso». Così il sindaco del comune perugino, Massimiliano Presciutti, spiega l’ordinanza per combattere contro l’accattonaggio: azione per contrastare il degrado urbano. Multe fino a 500 euro.

L’ordinanza e la motivazione L’atto ha origine da una premessa presente nell’ordinanza: «Notevole presenza di soggetti che, specie agli ingressi o nei parcheggi dei centri e degli esercizi commerciali, presso le intersezioni stradali, nei mercati su aree pubbliche ed in altri luoghi dove maggiore è la concentrazione o il passaggio di persone, richiedono denaro utilizzando lo strumento dell’accattonaggio anche in circostanze di tempo e di luogo o in numero tale da incutere timore ed apprensione nei cittadini». Nel documento si legge inoltre che «il provvedimento ha carattere temporaneo, al solo fine di combattere il fenomeno ed impedire l’aggravarsi di situazione di pericolo per la sicurezza urbana, con scadenza 13 febbraio 2019».

Massimiliano Presciutti

Lo stop Vietato dunque «l’attività di accattonaggio e di mendicità moleste – con modalità ostinate, reiterate, continuative ed insistenti o minacciose – che turbi l’incolumità e la sicurezza dei cittadini o ne impedisca e/o limiti l’accesso, la fruizione o l’utilizzo delle aree, spazi o luoghi pubblici ed aperti al pubblico, su tutto il territorio comunale; sono altresì vietate tali attività mediante il coinvolgimento di minori, anziani, disabili e lo sfruttamento di animali d’affezione; è fatto divieto nelle aree verdi pubbliche o di uso pubblico, nei parcheggi pubblici o di uso pubblico ubicati nelle zone adiacenti di tutti i centri e degli esercizi commerciali della città, delle scuole di ogni ordine e grado, dei servizi di pubblica utilità, dei luoghi di culto, di porre in essere comportamenti finalizzati a chiedere a chiunque si trovi in quei luoghi denaro o latra utilità, ivi compreso rendersi disponibili a portare o scaricare merce , pacchi o borse o individuare posteggi liberi». Per chi non la rispetta? «Sanzione amministrativa compresa fra i 25 ed i 500 euro; altresì prevista la sanzione accessoria del sequestro cautelare del denaro, provento della violazione, nonché delle attrezzature impiegate nell’attività di accattonaggio e l’eventuale confisca amministrativa ai sensi dell’art. 20 comma 3 della legge 689/81. Il denaro oggetto di eventuale sequestro dovrà essere devoluto ed utilizzato per finalità e scopi di carattere sociale».

Servizi sociali Presciutti sottolinea che «chiunque si trovi in situazioni di indigenza può rivolgersi ai nostri servizi sociali che si occupano quotidianamente di questi casi. Il fenomeno se per un verso è monitorato attentamente proprio dai servizi sociali comunali al fine di attivare ogni opportuna iniziativa tesa ad aiutare quanti versano in condizioni di effettiva indigenza, dall’altro deve essere oggetto di controllo per tutte le implicazioni di sicurezza urbana che vi si associano, dal senso di degrado che tali manifestazioni comportano, al rischio per l’incolumità dei cittadini e degli stessi mendicanti, alla possibilità che vi siano vere e proprie organizzazioni criminali che sfruttano i soggetti più deboli impiegati come mendicanti. A questo si aggiunge, inoltre, il decoro – conclude – di tutti i luoghi pubblici e privati della città».

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