Gubbio, il vescovo: «Umbro da oggi»

Con queste parole si è presentato monsignor Luciano Paolucci Bedini durante la sua ordinazione episcopale nella città dei ceri. Presenti 1500 cittadini

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Un lungo applauso ha salutato ha salutato la cerimonia religiosa istituzionale con cui Monsignor Luciano Paolucci Bedini è diventato ufficialmente Vescovo di Gubbio.

Monsignor Luciano Paolucci Bedini nuovo vescovo Gubbio

Monsignor Luciano Paolucci Bedini

Il saluto «Signor sindaco di Gubbio. Signori sindaci dei Comuni di Umbertide, Scheggia e Pascelupo, Costacciaro e Cantiano, in cui ha sede questa antica Chiesa di Gubbio, a voi il mio saluto e il mio ringraziamento per avermi aperto la porta della vostra terra e accolto nei vostri borghi e paesi che tanto bella rendono questa regione»: si è presentato con queste parole – davanti al Palazzo dei Consoli della città di sant’Ubaldo – la nuova guida pastorale del gregge eugubino, all’incontro ufficiale con i rappresentanti delle istituzioni civili che ha preceduto la celebrazione eucaristica della sua ordinazione episcopale e dell’inizio del suo ministero pastorale.

«Nuovo concittadino» In una giornata particolarmente fredda, monsignor Paolucci Bedini è stato salutato dal Campanone e dagli sbandieratori della città di Gubbio che gli hanno donato una bandiera con il suo stemma episcopale «Da stasera – ha detto – avete in me un nuovo concittadino delle comunità locali che vi sono affidate. Un cittadino appassionato e partecipe delle vicende che riguardano il bene di tutti e, particolarmente, dei più bisognosi. Attento e disponibile al dialogo sempre, con tutti. Vigile per il rispetto della dignità di ciascuno. Rispettoso delle vostre specifiche autonomie nella gestione della cosa pubblica e delle peculiari competenze nel prezioso servizio della politica».

Accolto dagli sbandieratori

L’impegno «Da oggi, avrete in me anche un alleato – ha proseguito il neo Vescovo – nel bene, per il bene di questa terra e delle persone che la abitano e di quelli che verranno ad abitarla. Specie di coloro che faticano di più a vivere e a sperare. Un alleato desideroso di collaborare a rendere questi nostri paesi ancora più belli, sempre più aperti, generosamente accoglienti e ospitali, esempio di una responsabile concordia a servizio di tutti. Un alleato disposto anche a lottare, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, contro tutte le semplificazioni sociali e culturali che, nell’indifferenza, non si prendono cura dei desideri e delle speranze dei giovani, della solitudine e della fatica degli anziani, dell’affanno e della sfiducia delle famiglie, dei papà, delle mamme e dei bambini. Senza distinzione alcuna. Marchigiano di nascita – ha ricordato – oggi, divento umbro per amore. Amore per la Chiesa e per il sogno di pace e di comunione che Dio Padre ha su tutte le donne e gli uomini. In questa terra, che per tanti è un invito alla pace e alla riconciliazione, dove si sono incrociati i passi del “folle povero” di Assisi, Francesco, e del Santo Vescovo di Gubbio, Ubaldo, vorrei portare il mio piccolo contributo possa fiorire, ad opera di molti, un laboratorio esemplare di umana convivenza e di civile partecipazione».

Le lacrime durante i ringraziamenti Poi, alla fine della celebrazione, i ringraziamenti al suo predecessore Mario Ceccobelli. Voce rotta dal pianto nel ringraziare i genitori «che mi hanno mostrato il dono della vita», il fratello e i nipotini. «Ma ogni famiglia che ho visitato mi ha insegnato ad apprezzare questo dono. In comunione con tutti, «a partire coi poveri di ogni povertà». Poi l’invocazione solenne: «Donami Signore un padre come Sant’Ubaldo, un fratello come San Francesco e una madre come Maria che mi custodisca nel suo amore».

Cerimonia in piazza

Accogliere i poveri La solenne concelebrazione eucaristica è stata presieduta dal Cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, che così si è rivolto al neo Vescovo: «La tua vocazione sacerdotale ed oggi il tuo episcopato sono anche il frutto del matrimonio, dell’amore e della fedeltà dei tuoi genitori. Accogli i poveri, carne crocifissa di Cristo, gli scartati, i feriti, i malati, gli abbandonati, consapevole che viviamo in una società che genera poveri».

Chi c’era Con il porporato hanno concelebrato 25 arcivescovi e vescovi, tra cui: il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Mario Ceccobelli, immediato predecessore del neo vescovo, monsignor Angelo Spina, arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu), con gli altri vescovi umbri, monsignor Piero Coccia, arcivescovo metropolita di Pesaro e presidente della Conferenza episcopale marchigiana (Cem), con gli altri vescovi delle Marche.

Monsignor Luciano Paolucci Bedini nuovo vescovo GubbioIn chiesa oltre mille persone Oltre 200 i sacerdoti, numerosi i diaconi e i seminaristi umbri e marchigiani che hanno partecipato alla solenne concelebrazione, che ha visto la presenza di diversi rappresentanti delle Istituzioni civili e militari, regionali e locali, e di oltre 1500 fedeli. Il vescovo eletto ha fatto processionalmente ingresso nella grande e splendida chiesa di San Domenico in Gubbio sulle note del Te Deum di Charpentier eseguito, come gli altri canti, dai Contores Beati Ubaldi, corale della cattedrale di Gubbio diretta dal maestro Renzo Menichetti; alle ore 17,19 un lungo applauso ha salutato l’ordinazione episcopale del 60° successore di sant’Ubaldo.

1500 presenti

L’omelia Nell’omelia, il cardinale Menichelli ha ringraziato monsignor Mario Ceccobelli per il «bene fatto e per la pazienza con cui ha esercitato il ministero episcopale a Gubbio»; ha salutato tutti i vescovi presenti, citando il cardinale Gualtiero Bassetti, «al quale va la nostra benevolenza e la nostra preghiera». Poi, rivolgendosi a «don Luciano», ha detto: «provo per te un grande affetto, sei un sacerdote stimato e amato, sei stato un rettore premuroso e attento; ti esorto a celebrare il tuo episcopato nella predilezione dell’esultanza di Dio. Non cercare progetti, ma sii consapevole che oggi entri in una libertà di adesione a Dio con il potere dato ai servi». Menichelli ha, quindi, ricordato quale è questo potere: «Predica, caro don Luciano, racconta Cristo, l’unico che salva; custodisci la fede della Chiesa di Gubbio; edifica la comunità come corpo di Cristo nella comunione e nella obbedienza al successore di Pietro; abbi cura dei presbiteri e dei fedeli laici, tutti conduci a Cristo; accogli i poveri, carne crocifissa di Cristo, gli scartati, i feriti, i malati, gli abbandonati, consapevole che viviamo in una società che genera poveri; cerca le “pecore” senza identità, che brancolano e vivono nel peccato. Tutto questo è nelle tue mani, qui a Gubbio».

Le foto sono state pubblicate per gentile concessione della Diocesi di Gubbio

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