Ikea si allontana da Perugia e Terni spera

Nel capoluogo è battaglia a colpi di comunicati sulla paventata decisione di rivedere il progetto da parte della multinazionale svedese. Nella conca provano ad approfittarne

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Il 2 febbraio apre il corner Ikea a Collestrada, alle porte di Perugia. Sul negozio – che sia un ‘megastore’ da 17mila metri quadrati o un punto vendita di media grandezza (circa 5mila metri quadrati) – si continua a trattare fra gli amministratori del capoluogo e i vertici della multinazionale. Intanto, però, da Terni stanno pensando ad un clamoroso sgambetto.

A Terni pronti a raccogliere la sfida

Fonti interne rivelano che l’amministrazione comunale di Terni sarebbe propensa ad accogliere investimenti di questo tipo, dando la massima disponibilità. In ballo, l’economia del comprensorio, i posti di lavoro e – perché no – anche lo sfizio di rubare l’idea al capoluogo. Ma al momento si tratta solo di ipotesi. Anzi, ufficialmente nessuno vuole far passare l’idea di una gara tutta umbra, vista anche la comunanza politica fra le due amministrazioni. Ma nel caso in cui il problema fosse quello della disponibilità, il messaggio è chiaro: a Terni sono disponibili.

Ferranti: «Ne ho parlato col sindaco»

«A Verona come a Perugia, Ikea ha messo gli investimenti in stand-by poiché con il nuovo board sono cambiate le strategie, quindi il problema non è logistico né dipende da inadempienze dell amministrazione perugina – sottolinea a umbriaOn il presidente del consiglio comunale di Terni, Francesco Maria Ferranti (Forza Italia) – ovviamente in un territorio come il ternano investimenti da parte di colossi come Ikea meriterebbero la massima attenzione da parte del comune: ne ho parlato anche ieri con il sindaco Latini è certamente se vi fossero aperture farò sì che il consiglio comunale segua con forte interesse una opportunità simile». Ne aveva parlato anche Enrico Melasecche, in una intervista al Messaggero: «Disponibili a ragionare se a Perugia barcolla quell’operazione».

Fioroni: «Fulmine a ciel sereno»

Intanto a Perugia non si sono ancora ripresi dalla notizia, circolata venerdì e confermata lunedì dall’assessore Michele Fioroni: «Avevamo segnali che c’era in atto un progetto i riorganizzazione internazionale, che aveva portato anche a una revisione dei formati – rivela alla Rai – ma sull’intervento di Perugia noi non avevamo avuto nessuna contezza in merito a un cambiamento di strategia». E a La Nazione conferma i dettagli dell’incontro di venerdì scorso: «Abbiamo incontrato il management della multinazionale, che ci ha comunicato che a livello globale è in atto un importante progetto di riorganizzazione aziendale e di revisione strategica che coinvolte la politica sui formati distributivi. Ci è stato spiegato quindi che proprio in questo periodo stanno effettuando una serie di revisioni dei progetti messi in campo, compreso l’investimento di Collestrada».

Resta il progetto del polo (con strade nuove)

La speranza quindi resta. Non c’è alcuna decisione definitiva. Anche se appare chiaro che l’ipotesi del megastore sembra tramontata. Però da più parti arriva il messaggio che si vuole tenere botta. Lo dice Fioroni («Questa notizia non muta la nostra posizione in merito all’intervento sullo snodo viario, che risolverà i problemi alla circolazione, Anas ha già stanziato risorse in tal senso»), lo conferma Eurocommercial, padrona dell’area, che ha già in mente un piano bis: conferma degli investimenti e ampliamento dell’offerta commerciale attraverso l’aumento dei marchi presenti nel polo. Inevitabile però che la notizia – considerando le due importanti scadenze elettorali all’orizzonte: comunali e regionali – abbia fatto divampare la polemica politica.

Pd: «Fallimento certificato di una giunta che non ha una visione per la città»

«Con il passo indietro di Ikea su Collestrada – scrivono i Dem – si rende drammaticamente manifesta l’incapacità della giunta Romizi di portare una visione per la città. E si confermano fondati, purtroppo, i timori che da tempo il Partito Democratico di Perugia segnalava e che sono rimasti inascoltati da chi pensa che per governare basti contare sui numeri, senza ascoltare e senza partecipare scelte così importanti per il futuro del territorio. Abbiamo chiesto più volte al sindaco e agli assessori di ascoltare i cittadini, di condividere progetti e prospettive su Collestrada, anche convocando un consiglio grande sull’argomento. Quale impatto ambientale, quali volumi di traffico da assorbire, a fronte di quali ricadute occupazionali? Domande sempre rimaste senza risposte e scavalcate da una fretta e da una leggerezza a dir poco allarmanti. Sono stati spesi soldi pubblici e sono state impegnate energie importanti con il rischio di compromettere senza appello una porzione della città e senza lasciar intravedere minimamente una visione d’insieme. Si è voluta fare una forzatura fuori luogo, una corsa del tutto strumentale che è sembrata rispondere più alla necessità di risolvere le beghe interne alla maggioranza che ad occuparsi dell’interesse della città». Contestualmente i consiglieri comunali annunciano un’interrogazione per comprendere intenzioni, riflessioni e nuovi progetti.

Leonelli: «Occasione per aprire una riflessione seria».

Più riflessivo il commento del consigliere regionale Giacomo Leonelli: «Abbiamo sempre pensato che il punto vendita del colosso svedese potesse rappresentare un’ipotesi di sviluppo per il nostro territorio. Allo stesso tempo abbiamo evidenziato le grosse criticità che questo avrebbe prodotto sulla viabilità e abbiamo censurato a più riprese l’atteggiamento del comune di Perugia che proprio sulla viabilità non si è mosso per dare garanzie concrete a residenti e automobilisti. In queste ore si parla di un mantenimento del progetto di raddoppio di Collestrada con altri operatori commerciali al posto di Ikea. Siamo sicuri che i perugini e gli umbri vogliano pagare i disagi di un tale progetto anche se non arriverà più Ikea? Forse questo è il momento migliore per aprire un confronto serio con i cittadini prima di andare avanti con maxi progetti come questo».

E Ricci annuncia una interrogazione

Il consigliere regionale Claudio Ricci (gruppo misto-RP-IC) annuncia intanto un’interrogazione in cui chiede alla giunta regionale di conoscere «lo stato ricognitivo strategico, commerciale e trasportistico, per quanto attiene alle competenze amministrative regionali, seppur correlate agli atti amministrativi del Comune di Perugia, sulla realizzazione dello stabilimento Ikea a Collestrada». «Sono stati delineati, nel quadro della Regione (anche se la procedura è incardinata nel Comune di Perugia), atti e strategie prodromiche alla realizzazione dell’impianto Ikea, che determinerebbe un impatto ‘trasportistico ed economico’ di rilievo regionale. Inoltre, secondo quanto emerso in seconda commissione consiliare, Anas avrebbe appostato 16 milioni di euro per il miglioramento della capacità di deflusso dello svincolo di Collestrada e 73 milioni di euro per il ‘nodo’ (variante alla Gallerie), opere anche correlate all’intervento Ikea».

Guaitini (Radicali): «Va preservato il territorio»

Già nelle ore successive alle prime indiscrezioni, Michele Guaitini (Radicali) aveva detto la sua con lungo post: «Il mega ampliamento del centro commerciale di Collestrada vive su due pilastri che lo rendono per molti, almeno a prima vista, appetibile e tutto sommato tollerabile: il recupero dell’area dismessa ex Enel, tanto che qualcuno tenta di spacciarlo come intervento di recupero edilizio; la presenza di Ikea che avrebbe attratto flussi di persone da fuori anziché essere noi perugini a fare i pendolari del mobile a Roma, Firenze o Ancona. Il primo punto si è rivelato un bluff totale una volta svelato il progetto. Già parlare di ampliamento è fuorviante perché si parla di quadruplicazione degli spazi (da 21mila a 84mila metri quadrati). Ma di questo enorme aumento, la superficie recuperata dall’area ex Enel è di appena 5mila, 17mila metri quadrati vengono ‘spostati’ da un potenziale edificabile dall’altra parte della E45 e 29.600 mq sono oggetto di variante al piano regolatore: superficie al momento non consentita in quell’area ristretta e già così congestionata che verrebbe ‘regalata’ in più. Ora sembra che anche il secondo punto stia venendo meno. Anche qui, parlare solo di Ikea per questo progetto è decisamente fuorviante perché la superficie prevista per il suo megastore non arriva neppure al 25% della parte oggetto di ampliamento. Ma la novità del giorno è che Ikea pare non sia più interessata a una grande superficie di vendita ma a una più ridotta o forse ad abbandonare del tutto la partita. E allora, venendo meno i due pilastri su cui si fondava anche un minimo di consenso per questo nuovo mostro, cosa rimane? Rimane un progetto di ampliamento di un centro commerciale in una lingua di terra stretta compressa tra il Tevere (dove da anni si parla di istituire un parco fluviale), la ferrovia e la E45 e in un’area con il traffico tra i più congestionati d’Italia in rapporto al numero di abitanti. Con Eurocommercial (proprietaria del centro commerciale) che difronte a un possibile passo indietro di Ikea non si sogna di certo di rinunciare all’intero progetto ma si dice pronta a rimpiazzare Ikea con qualcos’altro (a riprova di quanto fosse riduttivo parlare solo di Ikea)».

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