Il bar Hawaii non c’è, ma il Catasto non lo sa

Terni, l’incredibile storia di un locale andato distrutto in un incendio nel 2002 e poi abbattuto: il Comune non lo ha ‘cancellato’ e quell’area è ancora inutilizzabile

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La storia, per chi è ormai grandicello, è più che nota. Era il 2002 quando un incendio divorò lo stabile che ospitava il bar Hawaii su quello che oggi è il belvedere 13 giugno, tra via Campofregoso e ponte Caraciotti (ex ponte Carrara). Poi buttarono giù tutto e da allora, in quell’area, non venne più ricostruito nulla. 

L’area

L’assegnazione degli spazi Nel 2013 il Comune di Terni pubblicava un bando che prevedeva l’assegnazione degli spazi in diritto di superficie, per vent’anni, con la costruzione di un chiosco-bar che avesse caratteri di ‘durabilità e stabilità’. A settembre 2013 cinque erano state le offerte presentate da altrettante ditte, la migliore era risultata quella della società ‘Ventitrè’ di Tombesi e Sruzzi. A gennaio 2014, però, il primo ‘intoppo’. Gli elaborati progettuali presentati dalla ‘Ventitrè’ erano stati giudicati non conformi dalla Direzione urbanistica che aveva richiesto le relative modifiche. Di richiesta in richiesta, però, viste le mancate risposte della ‘Ventitrè’, a maggio si era arrivati alla revoca dell’assegnazione al secondo classificato, la ‘Impex’ di Marco Amaranto.

I rinvii Due anni, due ditte e due progetti dopo, a maggio 2015 quindi, si era ancora al punto di partenza. Il Comune di Terni diceva di essere in attesa che la ‘Impex’ presentasse la fideiussione prevista per poi procedere, visto che il progetto non doveva essere molto diverso da quello originariamente presentato. Dalla sua, però, la Impex, sosteneva di aver presentato il progetto insieme ad un pacchetto di domande nelle quali venivano evidenziate alcune esigenze specifiche. Nessuno, però, a detta loro, si era degnato di rispondere. Per il titolare della ‘Impex’, comunque, il chiosco-bar non avrebbe potuto aprire prima di Pasqua del 2016. Alla fine, pure quella storia è finita male e, a febbraio 2016, il Comune di Terni aveva chiamato in causa la quarta ditta classificata – la Chianina Carni – che aveva offerto un rialzo del 100% sull’importo a base d’asta pari a 7.760 euro, mettendone a disposizione 15.520.

L’ATTO DEL COMUNE

Un’ipotesi progettuale

Ufficio del catasto L’area ex Hawaii ad oggi, però, è ancora vuota, nessuna traccia del chiosco-bar. umbriaOn a marzo aveva contattato Rosario Drago della Chianina Carni che aveva detto si aver «depositato tutta la documentazione necessaria in Comune, ma stiamo ancora aspettando risposte». A maggio il colpo di scena: un atto ufficiale del Comune rende noto che all’ufficio del catasto lo stabile dell’ex Hawaii esiste ancora, ovvero nessuno ha mai provveduto ad informarli che il quell’area non c’è più nulla da circa 15 anni, rendendo, così, impossibile l’assegnazione dell’area. «Da una verifica presso il Nceu è risultato che la particella, oggetto di frazionamento, non è risultata volturata al Comune di Terni – si legge nell’atto – e quindi non è possibile attualmente procedere al frazionamento, rendendo necessario sanare tale situazione determinatasi dal fatto che l’atto di cessione ha di fatto trasferito soltanto l’area senza tenere conto della presenza dell’edificio (ex bar Hawaii) che avrebbe dovuto essere oggetto di specifico trasferimento. Per tale motivo è necessario procedere d’ufficio alla rettifica degli atti citati al fine di ratificare il trasferimento anche dell’edificio ancora presente catastalmente sulla particella, volturare lo stesso al Comune di Terni e quindi procedere alla cancellazione per demolizione, ciò al fine di rendere possibile il frazionamento della particella e quindi la cessione in diritto di superficie alla ditta Chianina Carni».

 

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