Il ‘Briccialdi’ di Terni guarda verso oriente

La neo presidente Pellegrini sulla situazione amministrativo-finanziaria dell’Istituto: «Reperire in fretta 1 milione e 300 mila euro. Applichiamo un’ottica di dinamismo aperto»

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Foto Alberto Mirimao

di Fra.Tor.

La neo insediata presidente dell’Istituto Briccialdi di Terni, va diretta: «Il Miur non era a conoscenza del reale stato del Briccialdi, secondo loro la situazione era da ‘bollino verde’, ma ho dovuto fargli cambiare idea, consigliando di accenderlo a ‘rosso fuoco’». Letizia Pellegrini, docente di ruolo all’Università di Macerata, sabato mattina ha aggiornato sulla situazione amministrativo-finanziaria dell’Istituto, sulle strategie intraprese in merito e sul necessario progetto di sviluppo che non può non accompagnare la richiesta di fondi pubblici e privati.

L’INTERVISTA A LETIZIA PELLEGRINI – VIDEO

Vicinanza e apprezzamento Negli ultimi anni il Briccialdi è stato spesso in prima pagina, in particolare nei mesi scorsi, a proposito del rinnovo della convenzione con il Comune. Come prima cosa, ringrazio i cittadini ternani che mai ci hanno fatto mancare i segni della loro vicinanza e del loro apprezzamento, di una genuina affezione decennale al nostro Istituto. Ringrazio poi il nostro personale docente e amministrativo, che nelle incertezze e nelle estreme difficoltà dell’ultimo periodo, ha continuato a lavorare con scrupolo e dedizione encomiabili e che quotidianamente non fa mancare alla dirigenza dell’istituto il proprio sostegno. Ringrazio infine i soggetti pubblici e privati che ad oggi costituiscono le uniche fonti cittadine di entrata per l’Istituto: il Comune di Terni, la fondazione Carit, e l’azienda PagineSì. Ringrazio anche, e non da ultimo, il direttore Gatti che da gennaio a oggi, a regime di presidenza vacante, ha retto da solo il governo dell’istituto con sapienza, prudenza e operosità adeguate alla situazione che rimane difficilissima».

La statalizzazione Prima di dare la sua disponibilità per la presidenza, la professoressa Pellegrini ha «effettuato un’accurata ricognizione dello stato della contabilità. Ne è emerso chiaramente un fabbisogno annuo di 2 milioni 200 mila euro, a fronte di entrate attuali che ammontano a 900 mila euro. Abbiamo dunque uno scoperto di circa 1 milione 300 mila euro, di cui il Briccialdi necessita per chiudere in serenità il corrente anno solare». Il primo immediato obiettivo «è reperire in tempi brevi tale cifra, nel tentativo di mettere in sicurezza l’Istituto perché possa arrivare a fruire della auspicata statalizzazione: è evidente infatti che nel momento in cui il Briccialdi diventasse conservatorio statale, implicando ciò la presa in carica da parte del Ministero delle stipendialità, avremmo risolto il 90% dei nostri problemi, in un modo che renderebbe sicuramente più facile reperire il restante 10%».

La situazione finanziaria attuale «di per sé sarebbe preoccupante: basti dire che i fondi erogati annualmente dal Comune in base all’ultima convenzione, e che vengono erogati in dodicesimi per 52 mila euro al mese, non coprono neanche il netto degli stipendi che ammonta a 66 mila euro al mese. Proprio perché consapevole di questo stato di fatto, ho assunto l’onere della presidenza, essendo però parimenti consapevole, con un po’ di lungimiranza, delle grandi potenzialità dell’Istituto, e del suo spessore rispetto alla vita non solo culturale ma civica in senso lato della nostra città». Per la presidente «occorre smettere di pensare che il Briccialdi sia la monumentale scuola comunale di musica: rilasciando diplomi equiparati al titolo universitario, è oggi l’unica Istituzione cittadina di livello universitario, che ha un numero di iscritti superiore a quello del polo ternano della facoltà di Ingegneria».

Foto Alberto Mirimao

Rapporto con le istituzioni Da questa consapevolezza «discende la possibilità e la necessità di intraprendere iniziative capaci di trasformare le grandi potenzialità del Briccialdi in una reale e visibile fisionomia dell’Istituto che può contribuire sensibilmente all’economia cittadina attraendo allievi stranieri o provenienti da sedi vicine. Negli ultimi anni il Briccialdi ha talvolta usufruito, in emergenza e occasionalmente, di devoluzioni `straordinarie’: penso in particolare alla fondazione Carit e alla Regione. L’attuale governance dell’Istituto si impegna a far sì che tali devoluzioni, d’ora in avanti, possano essere veri e propri investimenti, che non servano a tamponare per cortesia i buchi di bilancio di un ‘monumento’, ma siano il finanziamento a un’impresa dotata di un chiaro e solido progetto per il proprio sviluppo e capace di rendere conto in ogni momento degli stadi di realizzazione di questo progetto». Il Briccialdi «non può puntare alla sopravvivenza considerando scontato lo stato di precarietà, né può confinare lo sguardo sui bordi della ‘conca’ ternana; al contrario è vitale la creazione di reti solide e di rapporti plurali e di ampio respiro. In questa direzione stiamo già lavorando all’elaborazione del progetto per il Polo universitario musicale della città e all’allestimento di adeguati rapporti istituzionali di livello regionale e nazionale. Ad oggi, tutti gli interlocutori sia amministrativi sia politici, sia regionali sia nazionali, sono stati da noi coinvolti: abbiamo elaborato e condiviso con loro un prospetto chiaro della situazione finanziaria che motiva in modo solido una richiesta di contributo immediato».

La messa in sicurezza Concretamente questo significa che, «ad oggi il Ministero dell’Università è perfettamente informato della gravità della nostra situazione finanziaria: stiamo negoziando con il Miur uno stanziamento finanziario che ci consenta l’ordinaria amministrazione fino alla statalizzazione. Stiamo negoziando con la Regione dell’Umbria un contributo che, unito all’eventuale contributo del Ministero, ed all’auspicato coinvolgimento della fondazione Carit, sono la precondizione per la messa in sicurezza definitiva del Briccialdi fino a statalizzazione. In sinergia con gli organismi nazionali preposti, e in collaborazione con i parlamentari umbri, stiamo monitorando e cercando di orientare il dibattito nazionale e le scelte del governo sulla statalizzazione: infatti sui modi e tempi in cui avverrà la statalizzazione si gioca il futuro del Briccialdi.

Programma regionale In ragione di questa ricollocazione dell’Istituto e dell’applicazione di una nuova ottica di dinamismo aperto, ha sottolineato Letizia Pellegrini, «abbiamo già sottoscritto una convenzione con un’importante e solida agenzia cinese per ospitare 50 allievi cinesi che, iscrivendosi al Briccialdi, risiederanno in città. Di questa operazione si è fatta garante l’agenzia regionale per il diritto allo studio, che ha ritenuto di coinvolgere il nostro conservatorio: per la prima volta il Briccialdi è stato coinvolto in un programma regionale».

«Volare alto con i piedi per terra» Entro la fine di maggio «dovremmo essere in grado di aggiornare tutti sugli esiti delle azioni intraprese. Basta dire che il Briccialdi ha risolto tutti i suoi problemi, ma basta anche con il terrorismo psicologico che il Briccialdi è chiuso o in chiusura perché le iscrizioni al corrente anno accademico sono state in aumento. Io come presidente mi impegno, come è ovvio ed inevitabile, ad essere costantemente attiva e presente, in vista di immediati e remoti traguardi. Posso e devo volare alto con i piedi per terra; poco o nulla posso contro burocrazia ipertrofica, miopia politica, dinamiche opache se non distorte».

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