Il ’muro’ rossoverde e il sogno per il Liberati

Ternana: più che il risultato, ciò che ha lasciato il segno nel debutto di Rieti è lo spettacolo dei tifosi. E viene rilanciato il tema stadio: «Ci stiamo lavorando»

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Non ci vuole granché a capire – il ds Luca Leone sul tema si era espresso in estate, tra l’altro facendo ‘innervosire’ qualche tifoso non si sa per quale motivo – che quando si è uniti il risultato è migliore. Non è scontato, però tendenzialmente è così. Un concetto che vale sia per i risultati sul campo che per i fattori esterni, ma comunque in grado di incidere molto nel corso di una stagione: si parla nella fattispecie del tifo e l’esperienza Ternana a Rieti ha messo in luce una compattezza inedita, favorita dall’impianto dei laziali. Derby di Perugia e la storica serata di Ascoli per la permanenza in B nel 2017? Non regge il confronto rispetto al ‘muro’ rossoverde visto sabato sera, anche perché nelle altre circostanze i posti a disposizione erano inferiori. La conseguenza? I tifosi che tornano a chiedersi se sia mai possibile replicare una cosa del genere al ‘Liberati’.

IL DEBUTTO VINCENTE DELLA TERNANA A RIETI: RESOCONTO

Tifosi rossoverdi a Rieti

L’acustica e il ‘muro’ non replicabile a Terni

Non si vedevano da anni – la distanza minima da Rieti ha inciso ovviamente, ma resta il fatto che considerando le ultime stagioni e il periodo di ferie non era scontato rompere la barriera dei 2 mila – cifre del genere per una trasferta delle ‘Fere’. Come detto a Perugia e Ascoli (e anche Frosinone volendo, anche in ciociaria lo stadio consente di avere dei risvolti interessanti)  gli spettatori di fede Ternana erano la metà circa, allo ‘Scopigno’ si è raggiunto l’apice di un lungo periodo che arriva fino ai giorni odierni: è stato oggettivamente bello poter vedere nello stesso settore gruppi – organizzati e non – diversi cantare all’unisono e sventolare bandiere in sequenza, uno spettacolo che il ‘Liberati’ molto di rado ha saputo offrire. Anche a causa di una struttura – inutile ribadirlo troppo – obsoleta e che di certo non aiuta in tal senso. Al netto di altre problematiche storiche.

LA BOLGIA ROSSOVERDE. CORI E STRISCIONE PER AMATRICE – VIDEO

Lo striscione dei tifosi rossoverdi per Amatrice

L’impressione e il desiderio 

Ed ecco la reazione dei tifosi ‘a caldo’, che va oltre l’esultanza per l’1-3 a danno del gruppo di Alberto Mariani: «Quanto ci vorrebbe uno stadio così a Terni, all’inglese’». Ovvero con curve/tribune a pochi metri dal campo e con la giusta pendenza: la trasferta di Rieti ha in un certo qual modo risvegliato il desiderio di vedere un impianto cittadino più funzionale e moderno. Non è un problema solo rossoverde, chiaro, visto che l’Italia in termini d’impiantistica è tra le peggiori in Europa a livello calcistico: tralasciando le ‘solite’ Inghilterra, Germania o Francia, basti pensare che anche paesi come Turchia, Bulgaria, Russia (sì, grazie ai mondiali), Norvegia, Svezia, Danimarca, Belgio, Azerbaijan e via scorrendo hanno strutture più di stampo britannico o comunque più nuove. Nella penisola chi si è mosso in tempi recenti è l’Atalanta: sarà il prossimo club ad avere la propria ‘casa’ più inglese e bella. E qua come procede? Non andano troppo lontano, c’è il Teramo che disputa i propri match – inaugurato nel 2008 – in uno stadio già in stile Rieti e più appetibile per vivere un confronto calcistico.

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La coreografia dei tifosi rossoverdi nel derby del 5 marzo 2016

Il ‘Liberati’, gli incontri e lo studio: «Percorso nuovo iniziato»

Proprio in occasione del TernanaDay del 21 agosto del tema ne hanno parlato sia il sindaco Leonardo Latini che il vicepresidente rossoverde Paolo Tagliavento: l’argomento è ricorrente – quante volte la società di via della Bardesca ha detto di voler acquisire lo stadio? – ma per ora non ci sono passi concreti per dare un’accelerata. L’ipotesi ‘stadio nello stadio’ è sempre in auge: «Le interlocuzioni – le parole di mercoledì del sindaco – procedono molto bene e abbiamo incontrato Stefano Bandecchi: iniziato un percorso nuovo dopo che già c’erano stati degli accenni. Stiamo verificando quali siano le strade migliori per far sì che il Liberati assuma una veste più moderna e funzionale». Il confronto c’è stato a metà luglio a Roma e ha coinvolto anche l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche. Per quel che concerne il dirigente delle ‘Fere’, ha sottolineato che «sia il Comune che la società stanno cercando di trovare tutte le vie necessarie. La formula e il modo lo si trova in un percorso che stiamo facendo per il bene della città: dobbiamo proseguire e poi decideremo». Da ricordare che l’imprenditore livornese – sabato sera ha scattato alcune foto al pubblico, chissà che le scene viste non diano un maggior impulso – aveva parlato di un progetto in fase di elaborazione. Nel contempo a stretto giro sono attese novità – c’è da sbrigare un passaggio tecnico – per il restyling previsto a Gabelletta.

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Il ‘Liberati’

Il divertimento e il «ci stiamo lavorando»

Il sindaco Latini e l’assessore allo sport sono tifosi della Ternana, ma non solo loro tra chi lavora in Comune. Chi è appassionato di ‘Fere’ è anche Gian Luca Diamanti, responsabile dell’ufficio stampa – consiglio comunale – e dell’ufficio relazioni con il pubblico, tra i ‘dominus’ dell’ente per la comunicazione: «Hai capito adesso perché in Inghilterra si divertono di più a vedere le partite allo stadio? Dateci sempre un’intera tribuna coperta attaccata al campo e ci divertiamo anche noi!», il messaggio lanciato via social dopo il trionfo di Rieti. Chi poteva raccoglierlo? Melasecche, ovvio. Tre parole per lui in risposta: «Ci stiamo lavorando». E intanto i supporter attendono segnali concreti in tal senso. Certo, alla base resta una cosa: i risultati. Per ora ci sono e vedremo se con il Potenza almeno un 50-60% degli abbonati risponderà all’appello. Gallo nel contempo giustamente tiene i piedi per terra.

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