Il neo ministro Bonisoli visita la Valnerina

Il nuovo capo del Mibact in piazza San Benedetto a Norcia e al Santo Chiodo di Spoleto. «Da agosto gestione ordinaria. Voglio il meglio per il mio paese»

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Visita a Norcia e nelle zone colpite dal terremoto per il neo ministro dei Beni culturali e del Turismo, Alberto Bonisoli, che è arrivato martedì mattina, per la prima volta, nelle zone della Valnerina per un sopralluogo.

TUTTO SUL TERREMOTO DEL 2016

Il ministro a Norcia col sindaco Alemanno

Campi di Norcia Dopo una prima tappa a Visso il ministro si è spostato in Umbria, a Campi di Norcia. Qui ha visitato il cantiere di messa in sicurezza della piccola chiesa di San Salvatore, quasi interamente distrutta del terremoto. Ad attenderlo c’erano il commissario straordinario alla Ricostruzione, Paola De Micheli, il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli e la soprintendente Marica Mercalli, che gli ha mostrato alcuni frammenti degli affreschi recuperati tra le macerie, oggi completamente rimosse, e l’affresco della Crocifissione.

Laboratorio di restauro Proprio qui, finita l’estate, sarà allestito un laboratorio di restauro di cui avrà la direzione scientifica l’Istituto superiore per la conservazione, in collaborazione con la Soprintendenza dell’Umbria. Ed è stata proprio la soprintendente Marica Mercalli ad accompagnare il ministro nella sua visita alla chiesa, mostrandogli la selezione dei frammenti di affreschi recuperati. Mercalli ha poi sottolineato che la struttura è stata completamente liberata dalle macerie. Dopo questa operazione è stato quindi scoperto l’affresco della Crocifissione. Attualmente è terminata la terza fase di messa in sicurezza con la costruzione del sostegno per una volta pericolante.

Lungo il viale della Stazione

A Norcia Poi il ministro si e’ spostato a Norcia, dove il sopralluogo è proseguito a partire da piazza San Benedetto, poi si è fermato davanti all’auditorium San Francesco e alla basilica di San Benedetto e Santa Maria Argentea, dove sono stati illustrati gli interventi messi in campo. Infine Bonisoli ha visitato l’aerea delle attività commerciali delocalizzate in viale della Stazione. Tra strette di mano e brevi colloqui con i titolari dei negozi, il ministro ha visitato anche la caserma dei carabinieri, accompagnato dalla presidente Marini e dal sindaco Alemanno.

La ricostruzione di San Benedetto «La visita del ministro nel nostro territorio denota la grande attenzione che il governo ripone per le zone colpite dal sisma – ha detto il sindaco Alemanno – il ministro si è soffermato in particolare di fronte alla Basilica di San Benedetto per la quale ha voluto sapere quali interventi sono stati fatti e cosa c’è da fare. Una volta che sarà completata la rimozione delle macerie sapremo che tipo di materiali abbiamo a disposizione ed in base a quelli avremo l’opportunità di poter scegliere se fare una ricostruzione filologica. La nostra comunità si potrà esprimere e far così sentire la propria voce, in particolare proprio a riguardo della Basilica di San Benedetto che ha una rilevanza simbolica diversa».

La visita in centro

‘Grande comunità’ «L’Italia è una grande comunità e quello che è successo in questo territorio è come se fosse accaduto a casa mia – ha detto il ministro Bonisoli – i colleghi che mi hanno preceduto al ministero hanno lavorato tanto e con un grande gioco di squadra che ha contribuito a dare linfa e nuova energia a questi luoghi. Questo è un cantiere – prosegue – e per avere un’idea di come ricostruire bisogna sapere come era prima. L’Italia è piena di beni culturali, ammirati da tanti visitatori ma che hanno un valore ancora più grandi per gli abitanti di questi luoghi – conclude Bonisoli – è un bel regalo ed è molto importante che chi vive qui possa decidere come ricostruire e cosa fare». Al termine il Sindaco Alemanno gli ha donato una copia della Regola di San Benedetto e un’antica piantina della città.

Il ministro a Spoleto

La presidente Marini «In questa fase di inizio della ricostruzione è fondamentale sapere che anche per i beni culturali si possa camminare parallelamente, con qualità e tempistica adeguata, alla ricostruzione delle case private. Auspichiamo che come ha fatto il ministero dei Beni Culturali fin qui, questo lavoro di collaborazione sul territorio possa proseguire» ha detto la presidente della Regione, Catiuscia Marini. Fondamentale la sua presenza a Norcia, accanto al capo del Mibact, nonostante le polemiche suscitate dalla sua assenza in consiglio regionale dove, dopo la discussione di alcune interrogazioni, tra cui quella sull’aeroporto, i lavori sono terminati in seguito all’uscita dell’aula dalle opposizioni. Chiaro il riferimento all’assenza – anche se giustificata – della presidente, dopo l’esito dei ballottaggi.

Beni culturali «Da sempre – ha sottolineato Marini – abbiamo detto che insieme alle case e alle attività produttive, i beni culturali rappresentano la risorsa e l’identità fondamentale della Valnerina. Per questo per il ministro è importante rendersi conto dello stato della situazione cominciando proprio dai beni più colpiti, San Salvatore di Campi e San Benedetto di Norcia». Nel pomeriggio il ministro ha poi ripreso la strada verso Spoleto, dove ha potuto far visita al Santo Chiodo, dove sono conservati in attesa di restauro tutte i beni recuperati dalle macerie.

Al Santo Chiodo di Spoleto

Gestione ordinaria «Il 24 agosto, a due anni di distanza dal sisma, passeremo alcune responsabilità dall’unità di crisi alla gestione ordinaria». Lo ha annunciato il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Alberto Bonisoli, nel corso della conferenza stampa che ha concluso il suo sopralluogo nei luoghi colpiti dal terremoto del 2016, al deposito delle opere d’arte salvate dalle macerie a Santo Chiodo. «Questo è il momento per ragionare se siamo ancora in fase di emergenza – ha spiegato il ministro – per noi è un primo segnale, perché vuol dire che da agosto in avanti lavoreremo in modo un po’ più sistematico, in maniera efficiente e con una particolare attenzione a lasciare risultati che durino nel tempo. Voglio il meglio per il mio Paese» ha detto ancora il ministro al termine della visita – voglio il meglio anche per i beni culturali. Quindi voglio il meglio dei direttori per gestire i musei italiani. Qualsiasi sia il loro passaporto – ha concluso- non è la mia priorità».

Risonanza mondiale «Quello che succede qui avrà risonanza mondiale, è qualcosa che probabilmente, con queste dimensioni, non era mai stato fatto prima. Un risultato fantastico che dobbiamo a tutti coloro che si sono resi disponibili e hanno fatto squadra». Queste le parole del ministro davanti a parte delle 6.300 opere sulle quali lavorano i restauratori dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, con il progetto finanziato dalla Cassa di risparmio di Firenze. «Sono emozionato, siamo in un tempio – ha commentato al termine della visita – e voglio ringraziare tutte le istituzioni, perché se tutto questo è stato realizzato è grazie a un vero lavoro di squadra. In questo noi italiani non siamo bravissimi, ma quando c’è un emergenza sappiamo darci da fare».

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