Inceneritore a Terni, sindaco si ‘smarca’

Per Di Girolamo «un’eventuale ordinanza rischia di non avere una valutazione giuridica adeguata». Ipotesi è uno studio a 360 gradi

Condividi questo articolo su

La necessità di nuovi studi approfonditi per poter stabilire con certezza cosa si può o cosa non si può fare nella Conca: durante la seduta della seconda commissione del consiglio regionale presieduta da Eros Brega, organizzata a Terni per parlare dell’inceneritore di Terni Biomassa e della questione ambientale, è emerso che mancherebbero dei dati importanti per capire se si possono incenerire i rifiuti o se si deve evitare di farlo. Ma non solo: a fronte della richiesta – avanzata dal M5S nei confronti del sindaco – di un’apposita ordinanza per bloccare l’impianto di Maratta, il primo cittadino ha risposto che un simile passo «rischia di non avere una valutazione giuridica adeguata». Il prossimo 20 marzo la commissione ascolterà anche l’assessore regionale all’ambiente Fernanda Cecchini e i dirigenti della Regione competenti in materia.

Fiaschini In apertura dei lavori il direttore generale di Usl 2, Imolo Fiaschini, ha spiegato che «noi possiamo solo dire se in questa fase vengano rispettate o meno le normative vigenti: non possiamo dare dei pareri prescindendo da questo. Noi non possiamo dire ‘sì’ o ‘no’ all’inceneritore, ma possiamo dire se gli impianti esistenti operano all’interno dei limiti consentiti e se questi sono in linea con la legge».

(Foto A.Mirimao)

Le domande Ma su questo, anche su questo, sia il presidente della commissione, Eros Brega, che i consiglieri regionali hanno posto una serie di domande alle quali lo stesso Fiaschini sta rispondendo. «Intanto – ha detto quest’ultimo – il lavoro portato avanti congiuntamente da Usl e Arpa sta dando i suoi frutti, visto che il percorso autorizzativo è stato rivisto ed i parametri delle emissioni sono stati sensibilmente ridotti. Non solo, visto che per Terni Biomassa l’Agenzia regionale per l’ambiente ha anche imposto l’adozione di tecnologie tali da minimizzare qualsiasi tipo di inquinamento».

L’indagine epidemiologica Circa l’indagine epidemiologica a 360 gradi invocata da più parti, il direttore generale dell’azienda sanitaria ha detto che «è stata già proposta da almeno sette mesi dalla Usl e la nostra disponibilità ad avviarla, compatibilmente con gli strumenti a disposizione, è massima. Tanto che abbiamo già incassato l’ok di tecnici e organismi pronti a darci una mano perché si dovranno valutare non solo le emissioni, ma anche l’incidenza del traffico, delle condizioni di vita e di povertà dei residenti, tanti elementi. Ma questa indagine non si lega all’Autorizazione integrata ambientale dell’impianto di Terni Biomassa. Quella è un’altra cosa su cui siamo comunque a disposizione per ciò che le normative e le leggi ci richiedono. Non dimentichiamo che il nostro è un organo tecnico, al pari di Arpa, e non politico».

(Foto A. Mirimao)

«Nessuno scaricabarile» Sulle otto morti l’anno a Terni, citate dal consigliere Andrea Liberati (M5S) come impatto, stimato, della presenza dell’inceneritore, Imolo Fiaschini ha risposto velocemente che «non ci sembrano questi i numeri emersi, ma sono aspetti che valuteranno meglio i tecnici». Poi in replica a Raffaele Nevi (FI), secondo il quale si è già perso troppo tempo in assenza di studi certi e accurati: «La Usl non fa scaricabarile, sennò non saremmo venuti qui oggi. Da parte nostra – ha aggiunto il direttore generale – c’è la massima buonafede e collaborazione. Detto ciò alla Usl si può chiedere se le attuali prescrizioni relative all’impianto Terni Biomassa rispettano la legge. Ma non si chieda ciò che non può essere attestato». Nevi ha poi chiesto ai presenti se finora «si sia fatto tutto il possibile con gli strumenti a disposizione, per l’ambiente a Terni, viste le evidenti criticità».

Uova alla diossina Sul caso registrato tempo fa a Terni – la presenza di diossina nelle uova di allevamenti prossimi alle discariche di vocabolo Valle, Andrea Liberati (M5S) ha ricordato come «Arpa abbia segnalato Terni come ‘area sensibile’, ma non ci risultano interventi successivi. Ci sono stati i casi delle uova alla diossina, con cinque allevamenti di polli distrutti su venti. Su tutto ciò la Usl deve esprimersi». Un punto su cui Fiaschini ha spiegato che «se i nostri tecnici vanno a fare delle analisi e su un uovo trovano un certo elemento con una presenza pari – ad esempio – a 0,3 e il limite massimo di legge è 0,4, allora debbono dire che quell’uovo va bene. Ma lo 0,3 fa già male alla salute e allora bisogna cambiare le leggi regionali, nazionali ed europee. Noi ci adegueremo a quelle».

Il sindaco Per Leopoldo Di Girolamo lo studio epidemiologico ‘Sentieri’ – che colloca Terni fra i 44 siti più inquinati d’Italia – «è ormai superato perché da quando è stato fatto, la situazione è cambiata con molte meno aziende in funzione e molti più ‘filtri’. Per un nuovo studio, serio e completo, sull’incidenza degli inquinanti e l’incremento dei tumori a Terni, si è in attesa delle autorizzazioni relative alla privacy. Quello annunciato dalla Regione, se verrà fatto sarà molto utile. Il consiglio comunale di Terni ha già chiesto che il ‘bilancio ambientale’ vada verso un miglioramento e quindi una diminuzione dei carichi inquinanti».

(Foto A.Mirimao)

L’affondo Per Andrea Liberati «ci sono tutti gli elementi per dire che una valutazione ambientale realistica di Terni è già chiara e acquisita. Serve invece un’ordinanza che prescinda da ulteriori studi che già ci sono. Questo teatrino non può andare avanti all’infinito, l’autonomia scientifica di questo territorio è stata finora minimale perché c’è la grande industria da preservare. Ma ciò deve avvenire nella sostenibilità. Bisogna voltare pagina, anche attraverso azioni di disobbedienza, rispetto a questo asservimento degli enti deputati ad esprimersi. Il procedimento autorizzativo dell’inceneritore è inficiato sin dall’origine ed oggi ci sono le condizioni perché il sindaco decida con un’ordinanza. E poi – rivolto al sindaco – dello studio Sentieri è stata data comunicazione dalla stampa e non dagli enti: come mai?».

La replica Parole a cui ha fatto seguito la risposta di Leopoldo Di Girolamo: «Dobbiamo valutare l’incidenza di tutti gli inquinanti, analizzando la relazione fra causa ed effetto per capire la responsabilità dei vari soggetti. Ciò al momento manca. E un’ordinanza rischia, secondo me, di non avere alle spalle una valutazione giuridica adeguata». Sullo studio Sentieri: «È stato discusso più volte nelle giornate di lavoro dedicate all’ambiente e durante alcune specifiche sedute del consiglio comunale. Tutto ciò anche con il contributo di alcuni redattori di quello studio che hanno partecipato alle due giornate su salute e ambiente promosse dal Comune di Terni. Tutto si può dire meno che sia stato messo in un cassetto».

L’Arpa In apertura di lavori ha parlato l’ingegnere Cristiana Simoncini di Arpa Umbria dalla quale sono giunte spiegazioni dettagliate sull’iter seguito dall’agenzia che hanno portato ad una riduzione dei limiti delle emissioni di inquinanti da parte dell’inceneritore: «Ciò è accaduto prima ed anche a seguito dell’indagine da parte dei carabinieri del Noe. Ora, però, servono ulteriori accertamenti. Unico modo per inasprire i parametri è avere a disposizione pareri espliciti da parte della Usl su aspetti sanitari, oppure ricorrere ai piani di tutela della qualità dell’aria. Servono riscontri per dare solidità all’autorizzazione, altrimenti i documenti tecnici cadono».

Il lavoro prosegue In conclusione dei lavori il presidente della seconda commissione, Eros Brega, ha proposto che lunedì 20 marzo vengano ascoltati nuovamente i dirigenti regionali e l’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini, per poter «arrivare ad una determinazione della commissione e giungere ad un atto auspicabilmente condiviso» alla seduta del consiglio regionale del 28 marzo.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli