Inceneritore: «Ternani, umbri di serie B»

Stefano Fatale, Federico Brizi, Luca Proietti Scorsoni‎ (Forza Italia): «Regione e Comune devono intervenire con azioni risolutive»

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di Stefano Fatale, Federico Brizi, Luca Proietti Scorsoni‎
di Forza Italia Terni

A leggere il resoconto dell’audizione, che ha visto protagonista l’assessore regionale Cecchini, riguardante il rilascio dell’autorizzazione ambientale per l’inceneritore Terni Biomassa, si rimane esterefatti se non sgomenti.

Quel che è emerso, in sintesi, è l’impotenza della Regione nel poter stabilire se un inceneritore a Terni – ripetiamo: a Terni! – può operare o meno. In un Paese dove lo Stato (con le sue articolazione, certo) è decisore supremo su qualunque argomento, si rivela inerme nel prendere una decisione che impatta sulla qualità dell’aria – e quindi sulla qualità della vita – di migliaia di umbri.  Umbri di serie B evidentemente.

Ma in questo quadro desolante a rendere il tutto ancor più deprimente è l’assoluta incapacità di Palazzo Spada, in primo luogo, e della Provincia nel richiedere, anzi: pretendere, non solo una maggiore presenza attiva da parte della Regione su questo territorio ma anche quel che Forza Italia chiede da tempo immemore: ovvero uno studio approfondito e articolato sulla qualit dell’aria, un’analisi di ampio respiro che possa essere redatta da professionisti affermati nei loro rispettivi ambiti tematici.

Non solo. Terni, per la sua unicità dovuta dalle caratteristiche orografiche del territorio e per la presenza di numerosi insediamenti industriali di natura siderurgica e non, potrebbe essere il sito urbano ideale per avviare un progetto avveniristico dove poter elaborare, testare e produrre soluzioni tecnologiche capaci di ridurre sensibilmente i fattori di inquinamento dell’aria.

Certo, per poter realizzare il tutto serve l’indirizzo politico del Ministero preposto ma quest’ultimo deve essere, in primo luogo, spronato e sollecitato dalla Regione. Cosa che finora, coloro che guidano Palazzo Donini, si sono ben guardati dal fare.

Ebbene, in tale ottica, perché Di Girolamo, per altro medico, non si è ancora attivato per affrontare di petto la situazione sollecitando i suoi compagni di partito a Perugia? Cosa dobbiamo aspettare ancora? Possibile che, in un momento così delicato per la nostra città, ancora dobbiamo assistere ad un lassismo cronico dalle parti del Comune. Cosa aspettano? Esigiamo delle azioni risolutive. Subito.

 

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