Inceneritori, l’Umbria non si salva

Marco Squarta (FdI), tuona contro «l’inefficacia delle politiche sui rifiuti della giunta Marini»

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L.P.

Un bel regalo sotto l’albero per tutti gli umbri. Non bastano le polveri sottili, la nebbia che da giorni sta creando una vera e propria cappa in tutta Italia e l’assenza di pioggia da oltre un mese. A mettere a rischio, ulteriormente, la salute dei cittadini ci sarebbe anche la realizzazione ex novo di un inceneritore per i rifiuti in Umbria.

Sblocca Italia Già nelle settimane scorse la notizia era trapelata dal Comitato No inceneritori di Terni, ora l’ipotesi si fa sempre più concreta. Dei 12 inceneritori iniziali previsti nello Sblocca Italia, si sarebbero salvate solo Piemonte, Liguria e Veneto. Non l’Umbria per la quale il decreto attuativo dello Sblocca Italia, già legge dal novembre 2014, prevedrebbe la realizzazione di un impianto da 130 mila tonnellate l’anno.

Politiche inefficaci La decisione del governo Renzi, per Marco Squarta, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, conferma «due evidenze di cui eravamo già consapevoli: la mancanza di autorevolezza della Giunta Marini verso un Governo che dovrebbe essere ‘amico’ e l’inefficacia delle politiche di gestione dei rifiuti adottate, che hanno portato alla saturazione delle discariche senza individuare alcun reale sistema di chiusura del ciclo».

Differenziata Secondo l’esponente dell’opposizione «dopo mesi di trattative, o presunte tali, con il Governo nazionale la Giunta regionale non è riuscita a far escludere la nostra regione dai territori a cui imporre la costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione. Le rassicurazioni della presidente e dei suoi assessori non erano evidentemente basate su accordi e atti concreti, ma solo su vuoti auspici». E se da un lato la ricetta della Regione punterebbe ad aumentare la differenziata in tutta l’Umbria, per l’opposizione i conti non tornano,«non si spiega per quale motivo – prosegue Squarta – a fronte di una raccolta differenziata tanto efficiente, le discariche siano tutte prossime alla saturazione».

Css Discariche stracolme, il terremoto Gesenu, il nuovo piano per la differenziata in centro a Perugia, la gestione dei rifiuti in Umbria, il cuore verde d’Italia, è un vero grattacapo per il governo della Regione. Per Squarta ora «serve, dunque, un piano operativo di rapida attuabilità con misure e obiettivi realistici per incrementare la raccolta differenziata e azioni concrete, con scadenze precise, per la produzione e termovalorizzazione del combustibile solido secondario, il css. In caso contrario ci troveremo obbligati dal Governo a realizzare ex novo un inceneritore dai costi di realizzazione insostenibili e che necessiterebbe di 130mila tonnellate annue di rifiuti da bruciare. Un quantitativo che l’Umbria non produce e che quindi dovrebbe ‘importare’ da fuori regione, col rischio di attivare una filiera negativa dei rifiuti prodotti altrove».

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