Insegnanti precarie: «Noi appese a un filo»

Terni, le cinque donne che da quattordici anni lavorano per i servizi educativi comunali chiedono alla giunta di stabilizzare la loro posizione

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Sono state ricevute lunedì pomeriggio, dalla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale di Terni, le cinque insegnanti precarie – accompagnate da colleghe e genitori solidali con loro – dei servizi educativi comunali. In quella sede hanno esternato tutti i propri timori per una situazione che, al momento, non ha ancora trovato una soluzione.

Il grido d’allarme

Questa la loro lettera, consegnata agli esponenti dei vari gruppi consiliari: «Siamo cinque educatrici che hanno al loro attivo oltre 14 anni di servizio del Comune di Terni. Qualcuno di voi ci conosce motto bene e sa già dettagliatamente cosa siamo venute a chiedere di nuovo: la stabilizzazione. Perché è l’unica possibilità per continuare a lavorare dato che la graduatoria del concorso per titoli ed esami da cui siamo risultate idonee scadrà il 31 dicembre 2018 e la proroga, ci dicono dal Ministero, non è affatto scontata. Dato che l’amministrazione attuale ha bandito un concorso per soli titoli (cioè solo per fare supplenze) ponendo come requisito d’accesso la laurea, non tenendo conto dunque del diploma magistrale abilitante di cui noi siamo ovviamente tutte in possesso, non possiamo partecipare a tale selezione nonostante 14 anni di precariato, nonostante migliaia di ore di servizio, nonostante abbiamo accompagnato in questo percorso centinaia di famiglie e bambini, nonostante un accordo sindacale che ci ha garantito in questi anni di lavorare in quanto posizionate nei primi posti delle graduatorie solo per titoli. Quindi non potremmo più fare neanche un giorno di supplenza, dopo che il Comune, durante questi 14 anni, ha speso sulla nostra formazione facendoci fare corsi di aggiornamento. Da gennaio saremo quindi definitivamente disoccupate, dopo aver gettato al vento anni e anni di lavoro. Però, poiché il lavoro è dignità e diritto, questa amministrazione si dovrà assumere la responsabilità di negare a 5 donne di portare avanti le loro famiglie. Siamo qui oggi anche perché ci siamo fidate delle promesse di qualcuno di questa maggioranza in campagna elettorale. Ci è stato detto, da settembre ad oggi, da sindaco e assessori, di non farci strumentalizzare ma di fidarci della nuova giunta. Dal punto di vista normativo la nostra stabilizzazione a stata già dichiarata legittima dal dirigente del personale, vi abbiamo fornito a tal proposito un’esauriente documentazione. Siamo ovviamente in possesso di tutti i requisiti necessari, manca solo la volontà politica di richiedere al ministero, con una modifica del Dup (come peraltro richiesto di presentare entro il 7 gennaio 2019) l’assunzione di 5 educatrici da qui al 2020, visto che la situazione del personale in servizio al nido è drammatica poiché già da settembre 2019 andrà in pensione il 20% delle insegnanti. Da ciò si evince che la nostra assunzione non andrebbe a gravare nel bilancio dell’ente perché noi andremo a sostituire il personale in pensione (anzi ci sarebbe un notevole risparmio delle supplenze). Quindi qual è il disegno politico sugli asili nido comunali, partendo dal presupposto che sul manifesto elettorale dell’attuale maggioranza affisso in viale dello Stadio c’era scritto ‘asili nido gratis per tutti’… ma dai privati si paga, sempre. Tralasciando ulteriori giri di parole ci sembra di capire che la direzione che prenderanno i servizi educativi senza la nostra assunzione sara quella della privatizzazione? Esternalizzazione? Chiusura definitiva? Visto che già da settembre l’ufficio scolastico sta dirottando le iscrizioni ai privati o direttamente consiglia ai genitori di tenersi a casa i bambini. Confidiamo nella vostra presa di coscienza di questa importante situazione e indirizzare la giunta a deliberare la nostra stabilizzazione entro il 31 dicembre».

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