La cessione Ternana e il ‘volubile’ Bandecchi

L’imprenditore livornese e l’ennesimo cambio d’idea: la particolare sequenza di eventi e il passo indietro in pochi giorni sulla volontà di passare la mano

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Massimo Proietti e Paolo Tagliavento

Un primo comunicato post Imolese – ancora in fase di smaltimento dalla rabbia accumulata post confronto con i tifosi – per annunciare la messa in vendita della società, l’organizzazione di una conferenza stampa – molto vaga e priva di reali chiarimenti – per dare forza al messaggio, il mandato nelle mani dell’avvocato Massimo Proietti e del vicepresidente Paolo Tagliavento per ricevere le manifestazioni d’interesse e una nuova nota per ribadire che «mi sento fuori dal calcio perché voglio avere un rapporto sereno con lo sport, dovrebbe basarsi su altri principi e non certo quello che ho visto», anche in riferimento all’essersi beccato quegli sputi «che rappresentano per me la stessa cosa che se qualcuno mi sparasse addosso». Il tutto nell’arco di sei giorni: un volubile – evidentemente – Stefano Bandecchi fa un passo indietro sulla cessione e ‘cancella’ tutti ciò che è successo nei giorni scorsi. Un ‘balletto’ sul tema quantomeno particolare.

BANDECCHI E LA SECONDA NOTA SULLA CESSIONE: «MI SENTO FUORI DAL CALCIO», 20 MARZO

Stefano Bandecchi

La strana sequenza di eventi

A lanciare la notizia del ripensamento dell’imprenditore livornese è stato il portale ternananews. Cambiare idea è legittimo – Lowell diceva che solo i morti e gli stupidi non lo fanno – è normale, nulla di particolare. Cio che sorprende è la sequenza di eventi, tutti ravvicinati, che hanno contrassegnato questa fase societaria: dall’incontro con il sindaco Leonardo Latini e l’esposizione dei progetti sportivi ed extrasportivi alla città, passando per i conteggi legati al rifacimento dei manti erbosi all’improvvisa decisione di abbandonare la barca che affonda dopo lo 0-3 l’Imolese e la successiva contestazione incassata sia dai distinti A (non a caso Bandecchi lo ha evidenziato visto chi frequenta quel settore) che, in particolar modo, alla Est-Viciani. Il resto è storia nota: la ‘denuncia’ degli sputi, l’annuncio, la conferenza stampa di mercoledì, il Comune preso alla sprovvista e, ora, il passo indietro. Di mezzo non è mancato un messaggio di supporto ricevuto da parte dell’ex amministratore unico Simone Longarini: non è una novità che il 34enne romano segua ancora con curiosità le sorti rossoverdi.

BANDECCHI ANNUNCIA LA VENDITA, 17 MARZO

Bandecchi con Latini

E ora?

Bandecchi – in attesa di comunicazioni ufficiali che, magari, arriveranno già domenica nel post Pordenone – torna dunque indietro. Sorge una domanda: cosa succede se il presidente rossoverde dovesse subire ulteriori contestazioni (civili, magari) e sentirsi dire da parte della tifoseria che è ora di andare via? Altro annuncio di cessione ‘improvvisata? Il 57enne dirigente toscano sa bene – anche in ottica acquisizione stadio – che senza risultati sportivi la strada per raggiungere l’obiettivo ‘Liberati’ sarà abbastanza complessa, come specificato in giornata anche dall’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche. Certo è che questi dieci giorni di ‘lascio e resto’ non sono stati gestiti un granché, specie in un contesto delicato come quello che vede i ragazzi di Gallo – domenica sono attese poche presenze allo stadio – in piena lotta per evitare i playout. A meno che tutto ciò non rappresenti una strategia. E intanto – siamo alle solite – si registra l’ennesima spaccatura tra i supporter: c’è chi critica Bandecchi per questa sorta di ‘boutade’ vendita e chi, invece, tira un sospiro di sollievo per il passo indietro. Bene. Per evitare la seconda retrocessione di fila serve segnare – dall’arrivo del tecnico lombardo la squadra non ci è mai riuscita tra le mura amiche – e vincere, partiamo dalle basi. Poi vedremo se la mossa del presidente di via della Bardesca avrà dato gli esiti sperati.

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