Ladri indisturbati: «Come è possibile?»

Perugia: vetro tagliato di notte, poi l’ingresso alla luce del sole senza che nessuno vedesse nulla. Il precedente di Ponte San Giovanni

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La dinamica della rapina nella filiale Ubi Banca di via Mario Angeloni, a Perugia, non è anomala né inconsueta. Esattamente un anno fa, a Ponte San Giovanni, fu messo a segno un colpo esattamente con le stesse modalità. Vetro d’ingresso sul retro ‘tagliato’ di notte, rimesso a posto in modo fittizio, poi utilizzato come punto d’ingresso negli uffici, mentre la filiale era ancora aperta. E un colpo simile è stato messo a segno un mese fa a Sant’Andrea delle Fratte: obiettivo un’altra filiale di Ubi Banca.

Sono entrati da qui

Corsi e ricorsi Ma c’è un’altra coincidenza che balza all’occhio. In quella circostanza, obiettivo del colpo fu una sede di Banca Marche: guardacaso, proprio la stessa banca che operava in via Mario Angeloni fino a qualche tempo fa, prima della trasformazione in Ubi Banca. Non è escluso – ma queste sono solo ipotesi giornalistiche, non investigative – che il particolare layout degli uffici ben si presti a questa tipologia di azione. Non è nemmeno escluso che possa trattarsi della stessa banda: in entrambe le occasioni, infatti, gli impiegati hanno riferito che i rapinatori avevano uno spiccato accento meridionale. Proprio come era accaduto in occasione di un altro colpo, in una filiale di Banca Etruria, a San Sisto. E anche Banca Etruria, come Banca delle Marche e Banca popolare di Ancona sono confluite in Ubi Banca. Coincidenza dir poco singolare.

ECCO DA DOVE SONO ENTRATI I LADRI – GALLERY

La differenza fondamentale Lasciamo agli investigatori queste riflessioni e ci concentriamo su un altro aspetto che invece attiene più strettamente alla vita cittadina. Rispetto al colpo di Ponte San Giovanni, una differenza c’è: il retro, in questa occasione, non è nascosto né isolato (come era invece quello di Ponte San Giovanni), ma affaccia su un corridoio interno del palazzo, a pochi metri dall’ingresso di abitazioni e uffici. Come è stato possibile che i ladri abbiano avuto la possibilità di agire indisturbati, prima di notte (quando, dopo aver ‘tagliato’ la finestra, hanno avuto pure il tempo di ridipingere gli infissi) e poi di giorno?

UNA PASSEGGIATA NEL LABIRINTO DA CUI SONO ENTRATI – VIDEO

palazzone via mario angeloni perugia spalle UBI

Locali abbandonati

Area commerciale abbandonata È un interrogativo che si sono posti i Carabinieri intervenuti sul luogo della rapina e che ci siamo posti anche noi. La risposta è arrivata subito dopo, facendo una passeggiata nei corridoi di questo palazzone costruito negli anni Ottanta, nel periodo di massima espansione edilizia dell’area a ridosso di Fontivegge, quando l’architetto Aldo Rossi coordinò i lavori di riqualificazione del quartiere. In quegli anni nacquero il Broletto, piazza del Bacio e diversi palazzoni con aree commerciali lungo le strade attigue. Quello di Ubi Banca era uno dei più appetiti: i locali (nei primi due piani), gli uffici di rappresentanza e gli appartamenti andavano via che è un piacere, a prezzi altissimi. Poi, dopo un paio di decenni, l’iper urbanizzazione delle zone periferiche e le difficoltà logistiche (in particolare i parcheggi) resero poco appetibili questi locali, che mano a mano furono abbandonati in favore di zone in espansione, più economiche e più comode.

Locali abbandonati La conseguenza di ciò è quello che abbiamo visto noi e che vi mostriamo con foto e video. Dietro le vetrate fronte strada, c’è il vuoto: vetrate impolverate, locali abbandonati da anni. Perfino i graffiti sui muri sono datati, a testimonianza che anche la maleducazione ha traslocato da un pezzo. Le scritte più evidenti sono quelle dei cartelli ‘vendesi’ e ‘ci siamo trasferiti’ affissi sulle vetrate. C’è spazio anche per il vintage: un centro servizi, operativo chissà quanti anni fa, reca in bella mostra l’adesivo ‘Stream’, la tv satellitare che per un piccolo periodo fece concorrenza a Tele+, prima di fondersi con questa in Sky. Roba da archeologia televisiva, che però dà la misura di ciò di cui stiamo parlando.

Set cinematografico Passeggiare in questo labirinto è un’esperienza alienante. In mezz’ora, abbiamo incontrato giusto un paio di persone, che camminavano veloce, senza guardare, quasi avessero paura. Le linee delle mura, la successione geometrica delle finestre, le scie luminose che arrivavano dai lampioni lontani ad illuminare i corridoi bui davano l’impressione di trovarsi in un set cinematografico – sembrava un film di Kubrick – nell’attimo prima del colpo di scena. Ecco come hanno fatto i rapinatori ad agire indisturbati: siamo a ridosso della stazione, a pochi metri da una delle strade più trafficate di Perugia, ma questo piccolo pezzo di mondo può definirsi deserto, abbandonato, incontrollato. È il simulacro di un’altra epoca, in cui sembrano sopravvivere solo fantasmi.

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