Lavori fermi sulla Fcu: scatta l’esposto M5S

Perugia, i consiglieri regionali Liberati e Carbonari inviano documenti a Corte dei conti e Guardia di finanza dopo le parole del direttore Fagioli

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Dopo cinque mesi i lavori non sono mai iniziati. Come testimoniato nei giorni scorsi da umbriaOn, che ha fatto un viaggio lungo la ex Fcu nella tratta dei binari che conduce fino alla stazione Sant’Anna, dallo scorso febbraio, quando le corse sono state sospese, fino a luglio, la manutenzione ferroviaria, che prevedeva l’elettrificazione e il raddoppio della linea, non è mai iniziata.

PASSEGGIATA FINO A SANT’ANNA – VIDEO

L’esposto Ma questa, forse, è solo la punta di un iceberg. L’ultima parte di una storia lunga, più o meno, quanto i binari della ex Ferrovia centrale umbra. Così è scattato l’esposto. Che porta la firma dei consiglieri del Movimento 5 stelle in regione, Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati, e che è indirizzato a Guardia di finanza, Corte dei conti e Procura della Repubblica. E tra i documenti inviati ci sono anche le trascrizioni dell’audizione in seconda commissione dell’ingegner Mauro Fagioli, direttore del servizio ferrovie di Umbria Tpl e mobilità. Il quale, con estremo candore, circa la manutenzione della linea, ha affermato davanti ai consiglieri che «non sono state messe a disposizione risorse prima sufficienti, e parlo fino ad agosto del 2016, poi addirittura negli ultimi due anni noi abbiamo ridotto quasi a zero il livello di manutenzione, perché non ho avuto nella disponibilità risorse per poter fare attività manutentive».

Le parole di Fagioli «La storia è questa – ha proseguito Fagioli – noi non l’abbiamo fatta ed è chiaro che i rallentamenti che sono presenti nella linea sono figli di questa assenza di manutenzione, come pure la tratta che abbiamo chiuso a nord, tra Umbertide e Città di Castello a settembre 2015. L’abbiamo chiusa perché abbiamo un fortissimo degrado nella linea, degrado che oggi è esteso a tutta la linea ferroviaria, tant’è vero che ho dovuto ridurre la velocità dei treni per assicurare la sicurezza nell’esercizio a 50 chilometri orari con altri rallentamenti che stanno in alcune zone, qualcuno addirittura è a 20 chilometri all’ora, uno, ultimo, l’abbiamo messo a 10 chilometri all’ora».

SOLO ERBACCE LUNGO I BINARI – FOTOGALLERY 

Le risorse Dalle parole dello stesso Fagioli, secondo i due consiglieri, si evincerebbe, pertanto, che proprio da tali mancate manutenzioni è derivato l’attuale blocco della linea ferroviaria per motivi di sicurezza, «con enormi danni economici diretti e indiretti per tutti i cittadini e le istituzioni umbre. Danni che sarebbero stati verosimilmente scongiurati se tali risorse fossero state regolarmente impiegate allo scopo da parte di Umbria Tpl e mobilità spa». Sì, perché, negli anni, le risorse messe a disposizione dalla Regione, non sono state poche. Sui cinque milioni di euro l’anno, all’incirca, come dichiarato dallo stesso Fagioli.

Gli interrogativi Che fine hanno fatto questi soldi? Perché la Regione ha continuato ad erogare risorse per la manutenzione se poi, nella realtà dei fatti, non veniva effettuata? Ora a far luce sulla questione saranno i magistrati contabili e la Guardia di finanza mentre per la tratta che, da Ponte San Giovanni, arriva fino a Sant’Anna, si aspetta ancora che vengano sbloccati quei 19 milioni di euro – di cui 6 dovrebbero già essere arrivati alla ditta che ha vinto l’appalto lo scorso maggio – per dare effettivo avvio ai lavori. «Puntiamo a finire prima degli 800 giorni previsti – aveva dichiarato l’assessore regionale ai trasporti Chianella – i tecnici sono al lavoro e vediamo quello che possiamo fare». Intanto, però, 150 giorni sono già passati invano.

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