Lavoro: in Umbria c’è, ma è sempre precario

A febbraio 2017 si sono registrate complessivamente 10.392 assunzioni, delle quali 1.916 a ‘tempo indeterminato’ (-24,2%, il dato peggiore tra le varie regioni italiane)

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Trovare un lavoro a tempo indeterminato, in Umbria – dove le assunzioni sono comunque in aumento – è molto più difficile che in tutte le altre regioni italiane. A dirlo sono gli ultimi dati diffusi dall’Inps – il ‘Rapporto sul precariato’ – relativi al mese di febbraio.

IL RAPPORTO INPS DI APRILE 2017

I dati di inps

I contratti A febbraio 2017, in Umbria, si sono registrate complessivamente 10.392 assunzioni, delle quali 1.916 a ‘tempo indeterminato’ (-24,2%, il dato peggiore tra le varie regioni italiane). Sono state, invece, 7.847 le assunzioni ‘a termine’. Le assunzioni in ‘apprendistato’ sono state 708 e 221 quelle assunzioni ‘stagionali’.

In Italia I dati nazionali, dice l’Inps, «indicano che nei primi due mesi del 2017, nel settore privato si registra un saldo positivo (211.000), tra assunzioni e cessazioni, superiore a quello del corrispondente periodo del 2016 (182.000) ma inferiore a quello osservato nel 2015 (244.000). Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi) dei primi due mesi del 2017 risulta positivo (352.000). Tale risultato cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (33.000), dei contratti di apprendistato (35.000) e dei contratti a tempo determinato (284.000 inclusi i contratti stagionali). Queste tendenze sono in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti. Complessivamente le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nei mesi di gennaio-febbraio 2017 sono risultate 900.000: sono aumentate del 4,5% rispetto al periodo gennaio-febbraio 2016. Il maggior contributo è dovuto alle assunzioni di apprendisti e a quelle a tempo determinato (incrementate rispettivamente del 23,1% e del 10,4%), mentre sono diminuite del 12,5% quelle a tempo indeterminato.

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