Le Crete, Acea: ‘niente controlli col georadar’

L’azienda risponde picche alla richiesta di Arpa di ispezionare strati più profondi della discarica Orvietana. Wwf: «Controlli dovuti»

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Richiesta respinta al mittente, controlli attualmente bloccati. La nuova pagina della lunga e complicata vicenda che vede protagonista, da un lato, Acea e, dall’altro, la discarica di Orvieto, emerge da una lettera dello scorso agosto in cui l’azienda che gestisce il sito chiude di fatto la porta a Arpa Umbria sul fronte dei controlli straordinari.

La lettera

Uno scambio di corrispondenza, quello su cui si sofferma il Wwf, tra l’azienda e il direttore generale di Arpa Walter Ganapini, la presidente della Regione Catiuscia Marini e il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani e il presidente di Auri, Giuseppe Rossi, in cui l’azienda sancisce che non ci sarebbero riferimenti normativi «idonei all’effettuazione dei controlli straordinari presso il nostro impianto che appaiono concretamente inapplicabili al caso in questione».

Georadar

Le istituzioni umbre avevano chiesto la collaborazione di Acea per realizzare dei monitoraggi in discarica per accertarsi sulle reali condizioni di salute del sito, eventuale inquinamento dovuto al conferimento, anche passato, di rifiuti pericolosi. Ma, secondo quanto fa emergere l’associazione ambientalista, l’azienda avrebbe chiaramente risposto ‘picche’, declinando l’invito a voler eseguire controlli con il famoso georadar, uno strumento che, attraverso campi elettromagnetici, sia in grado di verificare la presenza di fenomeni di inquinamento anche a diversi metri di profondità.

Il Wwf

Dopo la  battaglia portata avanti dalla Lega in consiglio regionale, in un primo momento le ispezioni col georadar erano state rimandate per mancanza di fondi. Ora, invece, ad impedire la verifica effettiva di quanto stipato negli anni sembra esserci la stessa azienda, indisponibile, secondo quanto afferma chi ha letto la missiva, a consentire ad Arpa di effettuare i controlli sulla base di una mancanza di presupposti normativi che possono costringere l’azienda a collaborare con l’Arpa. «Tali controlli sono un atto dovuto che vanno fatti a prescindere da ogni eventuale resistenza per acquisire contezza dello stato di salubrità dell’orvietano, – commenta Valeria Passeri, vicepresidente dell’associazione – come Wwf di Perugia auspichiamo che vengano eseguite il prima possibile adeguate ispezioni volte ad accertare le cause dell’inquinamento del bacino del Paglia, valutando anche la presenza della discarica Le Crete».

Emanuele Fiorini (Lega): «C’è qualcosa da nascondere?»

«Quali problematiche insistono presso la discarica Le Crete di Orvieto? Come mai Acea non consente l’utilizzo del georadar? C’è, per caso, qualcosa da nascondere?». Sono le domande poste dal capogruppo della Lega Umbria in consiglio regionale, Emanuele Fiorini. «Apprendiamo con preoccupazione – prosegue – della posizione espressa da Acea, gestore del sito orvietano, che non permette ad Arpa di effettuare controlli e monitoraggi sul materiale riversato nel corso degli anni. Sulla questione ambientale la Lega Umbria non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia. Le nostre battaglie per una Regione che faccia del rifiuto una risorsa e non un problema che genera uno stato di emergenza permanente, ci inducono a vigilare e a tenere alta l’attenzione sulle criticità presenti sul territorio umbro. A due anni di distanza dal pronunciamento unanime del consiglio regionale sull’utilizzo del georadar all’interno della discarica Le Crete di Orvieto per verificare la presenza di sostanze pericolose per la salute dei cittadini orvietani non è stata ancora data attuazione al documento. Acea, proprietaria dell’impianto di smaltimento, sta impedendo l’utilizzo al suo interno da parte dei tecnici dell’Arpa preposti ad attuare l’indagine mediante questo strumento, trincerandosi dietro le normative nazionali e regionali in materia. La ritrosia e il fastidio mostrate dall’azienda appaiono incomprensibili di fronte alla leale collaborazione auspicabile in queste circostanze tra l’ente pubblico e i soggetti privati per garantire, con tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione, il benessere dell’area orvietana considerata per troppi anni la discarica dell’Umbria. Orvieto e le sue bellezze paesaggistiche – conclude – dovranno essere tutelate in ogni modo, per questo come Lega Umbria ci impegneremo ancor più affinché gli impegni presi nelle sedi istituzionali preposte vengano rispettati e non restino lettera morta».

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