Le Crete di Orvieto: «Bocciare il progetto»

Terni, duro atto di accusa di Monica Tommasi e Taira Bocchino di ‘Amici della Terra’: «Siamo certe che il Ministero non vorrà smentire la Soprintendenza dell’Umbria»

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«Alla vigilia di Natale scadevano le osservazioni del pubblico per il progetto di sopraelevazione della discarica di Orvieto. Questa prassi della Regione dell’Umbria di far scadere le opposizioni a progetti rilevanti per il futuro delle comunità locali o a ferragosto o a Natale è, da molti anni, motivo di critica da parte degli Amici della Terra perché si tratta di un modo subdolo per scoraggiare la partecipazione di un ampio pubblico». La denuncia arriva da Monica Tommasi, presidente di ‘Amici della Terra Italia’ e da Taira Bocchino, presidente di ‘Amici della Terra Orvieto’. Che poi dicono di voler spiegare «perché questo progetto è da bocciare».

Monica Tommasi

Il ‘Piano’ In Umbria, dicono, «il governo della Regione, continua a basarsi su un Piano regionale dei rifiuti del 2009 che, furbescamente, fissò al 65% gli obiettivi di raccolta differenziata da raggiungersi nel 2012 e ne fece discendere che la quota del 35% dei rifiuti residui potesse essere trattata e smaltita in discarica, evitando così la necessaria dotazione impiantistica industriale, compresi gli inceneritori.In quasi 10 anni la raccolta differenziata ha raggiunto a malapena il 60%, con una qualità così scadente che in discarica si continua a portare oltre il 50% dei rifiuti e, di conseguenza, tutte le discariche umbre, che sono l’unico sistema di smaltimento dei rifiuti, si sono esaurite anticipatamente».

La discarica 

«Discarica esaurita» Gli scenari del Piano al 2026, spiegano Tommasi e Bocchino, «erano già impressionanti: contro le normative europee ed italiane, prevedevano ampliamenti delle discariche fuori misura. Per la discarica di Orvieto, infatti, era previsto un ampliamento con il nono e il decimo gradone che sarebbe dovuto durare fino al 2026 e poi l’apertura di una terza, immensa, discarica. Ma il rifiuto e l’incapacità della Regione di occuparsi della gestione appropriata e sostenibile dei rifiuti hanno portato all’esaurimento delle Crete nel 2018, ben prima del 2026. Stessa sorte è toccata alle altre discariche umbre. L’emergenza nasce da questo. E ora che siamo dentro l’emergenza rifiuti, la Regione, appoggia un nuovo progetto che va oltre l’ampliamento: si tratta di un ‘adeguamento morfologico’. Per i cittadini poco esperti si può chiamare sopraelevazione, praticamente si tratta di costruire una discarica sopra l’attuale discarica. Questo progetto è da bocciare perché non si può agevolare una Regione incapace di gestire secondo le norme i propri rifiuti».

Taira Bocchino

I dettagli Il primo progetto di sopraelevazione, proseguono, «presentato nel 2014 prevedeva la costruzione del nono gradone bis e del decimo, con scavi e sbancamenti delle pendici per un volume lordo complessivo pari a 1.478.032 metri cubi. Il progetto fu bocciato politicamente dal consiglio comunale di Orvieto e soprattutto ebbe il parere negativo della Soprintendenza che non si limitò a respingere l’intero progetto, ma precisò che si trattava di un parere “non superabile con modifiche o alterazioni o attenuazioni o mitigazioni di quanto proposto, ma con la sola rinuncia all’intervento”. Secondo il nuovo progetto di rimodulazione presentato a ottobre, verranno costruiti sempre il nono gradone bis e il decimo ma, in maniera furbetta, per un volume lordo un pochino più ridotto, pari a 1.087.842 metri cubi. In altre parole, è come se ridurre la colmata di circa due metri nella parte sommitale e, conseguentemente, la pendenza del nuovo ammasso di immondizia, possa superare le problematiche poste dalla Soprintendenza con il parere negativo del 2015. Nel parere negativo del Soprintendente, l’obiettivo della tutela riguardava il profilo delle colline, e in particolare la lama della sommità del contesto calanchivo che non può essere ridotto ad un indifferenziato ammasso di rifiuti».

La discarica

«Bocciare il progetto» Secondo Tommasi e Bocchino «è per questo motivo che il progetto deve essere bocciato, quale unica possibilità per la tutela della sommità dei crinali. Siamo certi che il Ministero non vorrà smentire la sostanza del parere della Soprintendenza dell’Umbria del 2015 e facciamo un appello in questo senso. Ciò che è incredibile è l’atteggiamento del Comune di Orvieto che nel novembre 2014, con votazione unanime favorevole, aveva approvato una delibera che impegnava il sindaco Germani e la giunta “scongiurare ogni e qualsiasi ulteriore ipotesi di ampliamento della discarica esistente in località Le Crete, ovviamente incluso il cosiddetto terzo calanco” mentre, a settembre 2017, lo stesso sindaco partecipa autonomamente alle trattative con la Regione Umbria ritenendo che “il ridimensionamento e l’ottimizzazione del progetto così come prospettato da Acea s.r.l., risulti compatibile anche con le iniziative attualmente avviate insieme ad Auri”. Ci aspettiamo che il sindaco Germani e la giunta si rammentino la deliberazione numero 107 dove fu anche scritto che “il Comune di Orvieto vuole risolvere in maniera moderna ed ambientalmente compatibile il problema dei rifiuti nel suo comprensorio, al fine di ottemperare alle normative europee attuali ed essere in linea con quelle già prospettate per il prossimo futuro”. Questo – concludono – significa una sola cosa: bocciare questo progetto».

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