Le Crete di Orvieto: «Fermare la discarica»

Terni, ‘Amici della Terra’ invia una lettera-diffida a Sindaco, assessori e consiglieri comunali dopo il diniego all’ampliamento espresso nel 2014

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Una missiva che suona come una diffida, precisa e chiara. Le feste natalizie non hanno sopito uno dei problemi più critici per la comunità orvietana, cioè il nuovo progetto di ampliamento della discarica Le Crete che leva il sonno a cittadini ed amministratori.

La discarica ‘Le crete’

Le polemiche Se grazie all’intervento della Soprintendenza e del Consiglio di Stato, il progetto di ampliamento del secondo calanco portato avanti dall’azienda che gestisce la discarica, la Sao Acea, sembrava archiviato, ecco che ora si riscoprono le carte. La Sao, infatti, ha presentato un altro progetto, «non un ampliamento ma un semplice rimodulamento», come lo chiama il primo cittadino della Rupe, Giuseppe Germani, che consiste in una «riduzione significativa dell’incremento della capacità netta della discarica rispetto a quanto previsto nel progetto a suo tempo presentato in sede di Via, circa il 50%».

Il ‘rimodulamento’ Una decisione presa dietro alle spalle dei cittadini, secondo la comunità ambientalista orvietana, a cui il sindaco avrebbe concesso il benestare negli uffici del Broletto durante la riunione del 20 settembre scorso. «Sul progetto deciderà il consiglio comunale» aveva però replicato Germani. Ed ecco, allora, il senso della lettera inviata al sindaco Germani, agli assessori e ai consiglieri comunali e alla Regione Umbria. «L’incontro di settembre scorso – spiega Taira Bocchino, presidente della sezione orvietana di Amici della Terra – serviva a ‘valorizzare il sito in oggetto ai fini dell’attuazione del piano regionale dei rifiuti’. Nel corso della riunione Acea ha precisato che la modifica progettuale proposta riguarderebbe un incremento della capacità netta della discarica, rispetto al progetto attualmente autorizzato, non superiore a 390 mila metri cubi a fronte degli 800.000 metri cubi già progettualmente proposti in sede di Valutazione d’impatto ambientale».

Il progetto «Si tratterebbe di ridurre la colmata ed il capping finale di circa 2 metri nella parte sommitale – prosegue la Bocchino – verranno costruiti il 9 gradone bis e il decimo con scavi e sbancamenti delle pendici. Il volume lordo complessivo dei nuovi gradoni comprensivi dei materiali tecnici e dei capping, sarà pari a 1.087.842 metri cubi, 390.190 metri cubi in meno rispetto al progetto originario. Si tratterebbe, dunque, di una riduzione poco influente dal punto di vista paesistico, che non incide sulla quantità lorda insostenibile di rifiuti conferiti. È arduo ritenere siffatto progetto ‘emendativo’ se, di fatto, la sommità del sistema dei crinali si riduce ad un indifferenziato ammasso di rifiuti, effetto che si può scongiurare soltanto con la rinuncia all’intervento».

La diffida Se la Regione aveva considerato, in un primo momento, non superabile il dissenso espresso dal comune di Orvieto sul progetto definitivo, ecco che ora riemerge la possibilità di rivalutare l’iniziativa a seguito di evoluzioni progettuali derivanti dal confronto tra le parti. «L’associazione Amici della Terra club di Orvieto – si legge nella missiva – vuole mettere in evidenza le inevitabili ricadute che l’attuazione di tale progetto avrebbe a livello paesaggistico, economico e nella stessa gestione dei rifiuti andando in senso contrario alla direttiva europea e al cosiddetto pacchetto sull’economia circolare che impongono il superamento di tale sistema di smaltimento dei rifiuti con l’obiettivo di ricorso in discarica al massimo per il 5%. Tantomeno, allo stato, sussistono elementi tali da assumere l’emergenza rifiuti a fondamento di un denegato parere positivo da parte del comune di Orvieto».

Scongiurare ampliamento Col parere negativo già espresso a suo tempo, nel 2014, con il termine ultimo del 2020 per l’esistenza delle discariche nei paesi dell’Unione europea, l’associazione vuole impegnare sindaco e giunta «a porre in atto tutte le misure che si renderanno necessarie a scongiurare ogni e qualsiasi ulteriore ipotesi di ampliamento della discarica, ovviamente incluso anche il cosiddetto terzo calanco». La minaccia, neanche troppo velata, è chiara: «È evidente che una diversa opposta determinazione dell’amministrazione comunale da quanto deliberato nella pubblica seduta consiliare del 17 novembre 2014, a fronte di criticità ambientali tuttora persistenti (ben note), indurrà l’associazione Amici della Terra club di Orvieto a ricorrere, nelle sedi ritenute più opportune, a tutela del proprio interesse statutario, salva ogni conseguente responsabilità politica, civile e giuridica».

 

 

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