Legge anti omofobia: «Passo in avanti»

Il consiglio regionale, al termine di una maratona a tratti stucchevole, ha approvato la nuova normativa che non smorzerà le polemiche

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di E.M.

È stata una giornata impegnativa – soprattutto per chi ha dovuto assistere ai lavori del consiglio regionale dell’Umbria – quella che ha portato all’approvazione della legge che contiene le ‘Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale’. Una legge attesa in Umbria da più di 10 anni, quando fu presentato il primo disegno, e che arriva all’approvazione dopo tre settimane travagliate durante le quali ha subito tre rinvii e causato l’indignazione del mondo Lgbt e non solo.

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Il dibattito Una maratona – con quelli che senza indulgere nel politically correct si possono definire atteggiamenti ostruzionistici – che dopo il dibattito mattutino, l’ennesima levata di scudi da parte del consigliere De Vincenzi e la presentazione di 40 emendamenti e 9 sub emendamenti, nel pomeriggio è arrivata – con una formula molto meno ‘rigida’ di quella contestata dalle opposizioni e dalle associazioni che la osteggiavano – alla fase del voto.

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Legge approvata Quindici voti a favore, cinque contrari ed un’astensione: questo l’esito del voto. Ora l’Umbria la legge anti-omotransfobia, votata da Pd, SeR, Misto-MdP e M5s. Voto contrario è stato espresso invece da Lega Nord, FdI e Ricci presidente. Raffaele Nevi, consigliere di Forza Italia, è invece l’unico astenuto. «Abbiamo migliorato la situazione ma il testo poteva essere modificato ancora per arrivare ad una larghissima condivisione – ha detto nella sua dichiarazione di voto – dobbiamo essere attenti a non spaccare la società. Su questi temi dovremo, in futuro, ascoltarci di più. La maggioranza aveva fretta di pagare un impegno preso in campagna elettorale. Mi asterrò perché la tutela dalle discriminazioni non può essere di parte. Dubito che questa legge possa portare qualche risultato».

Soddisfazione «Finalmente la regione Umbria si è dotata di una legge che contrasta l’omofobia e che promuove la cultura della non discriminazione delle persone sulla base del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere», è il commento a caldo del consigliere del Partito Democratico Giacomo Leonelli, che insieme a Chiacchieroni e Solinas è stato tra i firmatari della legge. «Nella discussione di oggi in aula – prosegue Leonelli – le opposizioni prima ci hanno accusato di aver proposto una legge inutile, poi che questa avrebbe distrutto la famiglia (viene da dire “delle due l’una”). Successivamente hanno elencato svariati argomenti venuti loro in mente che avrebbero meritato ‘ben altro’ trattamento rispetto a quello in questione. Non possiamo però ignorare che rispetto all’orientamento sessuale sussiste ancora forte una stigmatizzazione sociale, quasi che l’omosessualità sia un disvalore. Ma al di là del suo faticoso iter e della discussione odierna, finalmente, da oggi, è giunto il momento che la Regione abbia gli strumenti normativi per favorire e supportare una coscienza collettiva che rifiuti l’omofobia. Agendo lungo le fondamentali linee dell’istruzione, dalla formazione professionale e dell’integrazione sociale».

«Passo in avanti» Leonelli ha poi ribadito ciò che aveva detto in aula nel suo intervento: «Non ha senso sostenere che si tratta di una legge che interviene solo a favore di alcuni perché non si può lasciare che alcuno venga discriminato, come vanno lasciate da parte le suggestioni di questi giorni. E’ stato detto di tutto: che le scuole saranno centri di propaganda gay; che dopo questa legge i nostri bambini verrebbero vestiti da donna. Nulla di tutto questo è nella legge. Basta leggerla. Se oggi l’Umbria fa un passo avanti sul campo della non discriminazione è grazie al PD, che ha saputo fare sintesi, superando emendamenti divisivi, tanto da arrivare alla firma congiunta di alcuni di essi da parte del capogruppo Chiacchieroni e del consigliere Smacchi. Emendamenti tesi a salvaguardare il sacrosanto principio della libertà di pensiero, ma senza che questa diventi una clausola di salvaguardia per condotte discriminatorie».

L’accordo Ciò che ha permesso la conversione in legge del progetto è stato però l’accordo interno al Pd, frutto di una mediazione tra i proponenti (Solinas, Leonelli e Chicchieroni) e Smacchi, che nei giorni scorsi aveva presentato l’emendamento che aveva spaccato il partito. Nel nuovo testo, così come è stato approvato, cambia l’articolo 1 della legge, quello sul quale il bocciano aveva proposto l’emendamento. Ma stavolta il primo comma, caro ad una parte dei dem, non viene toccato. «Abbiamo messo – ha spiegato Leonelli – i principi rispetto ai quali noi tutti ci ritroviamo, come libertà di pensiero e di espressione. Il comma 1 invece rischiava di essere una sorta di clausola di salvaguardia su condotte discriminatorie. Averlo modificato ci garantisce la salvaguardia di principi libertà di espressione e azzera il rischio di strumentalizzazioni rispetto a condotte discriminatorie e omofobe». Per Smacchi, «nel rispetto della libera espressione di pensieri o opinioni riconducibile al pluralismo delle idee o individuali o assunte nell’insieme di associazione garantisce il diritto all’autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere. Una collocazione che crediamo sia la più opportuna sia per evitare strumentalizzazioni da una parte e dall’altra, e per far sì che sia il riconoscimento delle diversità sia la condanna di qualsiasi discriminazione e violenza, al pari della libera manifestazione espressione di pensieri siano pienamente tutelati in questa legge».

La scuola L’altro centrale emendamento che è stato approvato – proposto anch’esso dal gruppo Smacchi, Leonelli e Chiacchieroni – riguarda invece l’articolo 3, quello che tocca da vicino la scuola e che è stato mitigato nel nuovo testo. «La Regione organizza attività di formazione per il personale docente delle scuole – recita il nuovo testo – in materia di contrasto degli stereotipi e dei ruoli di genere, nonché prevenzione del bullismo motivato dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere; tali attività sono rivolte anche a favore dei genitori. Le associazioni senza scopo di lucro che operano in materia di contrasto alle discriminazioni e alle violenze determinate da orientamento sessuale sono da considerarsi parti interessate ai fini del monitoraggio sulla conformità agli standard di responsabilità sociale in relazione alla presenza, nelle condizioni di lavoro presso le aziende, di eventuali forme di discriminazione».

40mila euro La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha invece scritto l’emendamento che attualizza la norma finanziaria: 40mila euro per il 2017 da iscrivere alla ‘Missione Diritti sociali, politiche sociali e famiglia-interventi’ per i soggetti a rischio di esclusione sociale. In pratica risorse del Bilancio di previsione 2017-2019. Le risorse provengono dalla riduzione dello stanziamento della Missione Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente, ricavati dalla cessazione dal servizio, nel corso dell’anno, di alcune unità del personale. È stato approvato anche l’emendamento che permette alla Regione di costituirsi parte civile nei processi che vedano coinvolti soggetti che hanno subito discriminazioni omofobe.
Gli obiettivi La legge, negli intenti, mira a proteggere gli orientamenti sessuali (omosessuale, eterosessuale e bisessuale) e le persone che a causa di una non coincidenza tra il sesso loro attribuito alla nascita e il genere percepito effettuano un percorso di transizione o di adeguamento dei caratteri sessuali. Si stabilisce il riconoscimento da parte della Regione che ogni tipo di discriminazione e violenza contro le persone in ragione del loro orientamento sessuale o dell’identità di genere costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali alla vita, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità personale e sociale e costituisce un pericolo per la salute ed un ostacolo al godimento del diritto ad un’esistenza sicura, libera e dignitosa. Al centro, le politiche scolastiche e formative, ma anche quelle socio sanitarie, per sostenere le persone e le famiglie nei loro compiti educativi, per prevenire le discriminazioni per motivi derivanti dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere e favorire l’acquisizione di una cultura della non discriminazione.

I contenuti Sono previsti quindi interventi della Regione in ambito scolastico rivolti al personale, per favorire la conoscenza e la sensibilizzazione sui temi correlati all’orientamento sessuale e all’identità di genere attraverso la promozione di iniziative nelle scuole e l’organizzazione di corsi di formazione. La Regione, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, con la Giunta Esecutiva della Consulta Provinciale degli Studenti e con il Forum regionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FORAGS), promuove, solo nelle scuole secondarie e previo consenso informato dei genitori, percorsi per l’informazione e la sensibilizzazione sull’affettività, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, limitatamente al personale docente.

 

 

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