Legge di stabilità, mobilitazione Pd

Il neo-segretario regionale commenta la manovra: «Vergognosi i tagli all’università e una presa in giro per i 63 mila precari che ci lavorano»

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di Gianpiero Bocci
Segretario regionale Partito Democratico

In piena notte – a sottolineare la confusione che regna nel governo – è stato stato approvato con la fiducia al Senato il maxi-emendamento che riscrive la legge di bilancio, non solo per recepire i diktat dell’Unione europea, ma per la palese evidenza dell’impossibilità da parte di Lega e M5s di mantenere le promesse elettorali che, se rispettate, avrebbero condotto il paese alla bancarotta, come denunciato in tempi non sospetti dal Partito democratico.

Una classe politica – prosegue – priva di spessore culturale non poteva che scegliere come campo privilegiato dei tagli all’università e infatti sono confermate le notizie, che già circolavano e che avevano messo in allarme gli enti pubblici, sul blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione.

La legge – sottolinea Bocci – conferma quello che il viceministro Fioramonti era stato costretto a puntualizzare tramite la sua pagina Facebook: nel maxiemendamento c’è il blocco di quelle assunzioni a tempo indeterminato derivanti dalle facoltà assunzionali ordinarie, e riferite al 2019, che sono cioè quelle basate sui punti organico 2019, escludendo dal blocco delle assunzioni i seguenti casi:

– prese di servizio di associati ex art.24 c.5 della 240/2010;

– assunzioni derivanti da facoltà assunzionali di anni diversi, come i bandi a valere sui punti organico 2018 o precedenti;

– bandi derivanti da risorse per piani di reclutamento straordinario o risorse premiali.

Se, come è certo la legge sarà confermata alla Camera, svuotando il parlamento da tutte le sue prerogative, tutte le le altisonanti promesse del Ministro, che parlava di stabilizzazioni, di investimenti massicci su ricerca e università per invertire la rotta che dopo la legge Gelmini ha condotto gli atenei italiani in una fase di totale asfissia, vengono smentite. Una presa in giro per i 63 mila precari che oggi lavorano nelle università e ai quali il Partito Democratico dovrà essere vicino appoggiando le loro giuste richieste.

Già da ora annunciamo uno stato di mobilitazione che ci vedrà impegnati nei nostri due atenei a fianco delle loro rivendicazioni per invertire veramente la rotta e restituire all’università il ruolo di volano di sviluppo dei nostri territori e del nostro paese.

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