Leonardo alla Cascata: «Damnatio memoriae»

E’ ufficiale, il ‘Bollettino d’Arte’ non pubblicherà lo studio di Tomìo, che la chiede per chi «a Terni ha perpetrato uno scempio riconosciuto dalla comunità internazionale»

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di Francesca Torricelli

Adesso è ufficiale. Il ‘Bollettino d’Arte’ non pubblicherà nulla. Sulla vicenda delle tesi di Luca Tomìo, relative al fatto che nel ‘disegno’ di Leonardo Da Vinci conservato agli Uffizi compare la Cascata delle Marmore, bisognerà accontentarsi – almeno fino al convegno in programma a maggio a Firenze – di quanto scritto da ‘Memoria storica’, la rivista del Centro studi storici di Terni, che si era premurato di informare la redazione della prestigiosa pubblicazione di quanto fatto.

La mail di segnalazione

Lo stop Solo che, proprio sulla base della segnalazione, il ‘Bollettino’ ha deciso di soprassedere, «a causa – aveva anticipato Tomìo – delle stringenti regole che sono alla base delle scelte editoriali del ‘Bollettino d’Arte’, che non pubblica testi relativi ad argomenti sui quali si sia già scritto altrove».

LEONARDO ALLA CASCATA

Luca Tomìo

Tomìo deluso La conferma ufficiale, insomma, non lo ha colto di sorpresa: «Che vuoi che ti dica – spiega lo storico dell’arte, autore della scoperta, al quale umbriaOn ha chiesto un commento – che sono arrabbiato? No, non te lo dico. Perché non lo sono, ma sono deluso per la superficialità che ha contraddistinto, da sempre, l’approccio ternano a questa scoperta. E della quale l’episodio di cui sono stati protagonisti i signori del Centro studi storici è solo un esempio, seppur gravissimo e del quale al ministero dei Beni culturali e al ‘Bollettino’ sono perfettamente consapevoli».

LA RIVISTA ‘MEMORIA STORICA’

Tesi confermata Perché, dice ancora Luca Tomìo, «seppur su una pubblicazione di ben alto valore rispetto al ‘Bollettino d’Arte’, si conferma la validità del mio lavoro, mentre la stessa redazione del ‘Bollettino’ auspica che la ricerca continui, cosa che ovviamente farò». Anche perché al Ministero sono consapevoli del fatto che «quanto avevo scritto nel testo che erano pronti a pubblicare è contenuto un decimo del materiale raccolto, che le implicazioni della scoperta sono gigantesche e che su di esse si sta concentrando l’attenzione del mondo scientifico e culturale nazionale ed internazionale».

‘La valle di Terni’ di J.A.Knip e il ‘Paesaggio’ di Leonardo

La ricerca Una delle tesi, ad esempio, è quella relativa al fatto che il ‘disegno’ di Leonardo Da Vinci potesse essere «un bozzetto costruito a tavolino – aveva detto lo scorso anno Tomìo – per un ciclo di affreschi nell’Episcopio della Diocesi di Terni». Ma anche, dice ancora lo storico dell’arte, «della possibile presenza, nell’Episcopio, di una pianta della città di Terni, che potrebbe essere stata realizzata dal cartografo e incisore Francesco Rosselli, che con Leonardo condivise il lavoro nella ‘bottega’ del Verrocchio». E questo potrebbe essere il prossimo passaggio: «Con ulteriori approfondimenti, a cominciare da una nuova serie di ricerche nell’Archivio segreto Vaticano, che grazie al vescovo Piemontese ho già avuto l’opportunità di visitare, ma anche con analisi ‘in loco’, con dei test sulle pareti dello stesso Episcopio, per verificare se sotto le opere fatte realizzare da monsignor Francesco Angelo Rapaccioli, che fu vescovo di Terni nel ‘600, esistano tracce di tutto questo».

Il Paesaggio di Leonardo da Vinci

Il libro Per fare questo, però, sarà necessario riannodare i fili di una trama – locale, ma non solo – che sembra essersi stracciata. «Dal ‘Bollettino d’Arte’ mi è arrivata la sollecitazione, proprio perché è stata compresa la gravità del danno che mi è stato provocato, a raccogliere tutto il lavoro svolto in un volume da sottoporre alla loro valutazione. Evidentemente, come ho sempre fatto, se la città di Terni mi vorrà sostenere sarà lei ad avere la precedenza, ma è chiaro che se dovessi nuovamente prendere atto del disinteresse fino ad oggi registrato, andrà comunque avanti con altre risorse».

«Damnatio memoriae» La domanda finale, a Luca Tomìo, è d’obbligo: «Se quello che lei dice, e cioè che nella comunità culturale e scientifica si preso atto che al suo lavoro è stato provocato un vulnus, che si aspetta per gli autori del danno?». Lui ci pensa qualche secondo e poi risponde: «Damnatio memoriae, solo questo», che nel diritto romano indicava la pena consistente nella cancellazione di qualsiasi traccia riguardante una persona, come se non fosse mai esistita.

Il sostegno «Guardiamo con profondo rammarico a quanto è accaduto», scrivono i movimenti, le associazioni e i comitati ‘Progetto Terni’, ‘Accademia Rousseau’, ‘Pro-teatro Verdi’, ‘Insieme per Terni’ e ‘Terni InAction’. «Senza voler entrare nel merito delle modalità di pubblicazione, vogliamo confermare tutto il nostro sostegno allo studioso Luca Tomìo invitandolo a proseguire con la sua nota competenza, intuizione, tenacia e dedizione negli studi che hanno condotto a tale importante scoperta, certi che il suo lavoro potrà dare ulteriore slancio alla ripresa di Terni, città che sta perdendo la propria identità e rischia di perdere ulteriore dignità a causa di azioni molto discutibili e deleterie messe in atto contro la stessa città. Lo invitiamo pertanto a rappresentare Terni in tutte le sedi e luoghi deputati facendosi ambasciatore della ‘ternanità’, riconoscendo che la scoperta da lui fatta è motivo di grande orgoglio per la città e tale orgoglio deve essere rivendicato in maniera forte. Avanti tutta Luca, proseguiamo insieme gli studi».

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