Leonardo alla Cascata, si spera per l’Unesco

Terni, il Comune istituisce il comitato tecnico-scientifico per riproporre la candidatura a patrimonio dell’umanità. Ma di Leonardo da Vinci non parla

Condividi questo articolo su

di M.T.

Il 'Paesaggio con fiume' di Leonardo da Vinci

Il ‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci

Probabilmente il testo era stato predisposto prima che si scatenasse il putiferio. Tanto che, a parte l’inserimento di figure specificatamente riconducibili alla scoperta e ad un’aggiunta dell’ultima ora, sembra proprio che – per il Comune di Terni – la faccenda relativa alla presenza della Cascata delle Marmore nel ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci non sia importante ai fini del possibile riconoscimento della Cascata stessa come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

cascata-leonardo-terni-disegnoIl Comitato Perché se nel pomeriggio di venerdì 30 dicembre il sindaco Di Girolamo ha firmato il decreto (qui il testo) con cui si istituisce il comitato tecnico-scientifico dedicato, di Leonardo da Vinci non si parla proprio – da qui l’ipotesi che si tratti di un documento ‘datato’ e aggiornato alla meglio – mentre si ricorda che «da oltre un decennio il Comune di Terni ha avviato e messo a punto una politica di interventi di recupero e valorizzazione della Cascata delle Marmore e del suo territorio, allo scopo di avviare un significativo interevento culturale ed economico su cui fondare una parte rilevante della politica di sviluppo locale, alternativa a quella già sperimentata in campo produttivo».

Luca Tomìo e Miro Virili

Luca Tomìo e Miro Virili

I componenti L’attività del Comitato, si legge del decreto, «rientra nelle competente del Piano integrato di valorizzazione strategica del Comune di Terni ed in particolare nel ‘Progetto UNESCO’ assegnato per delega all’assessore Emilio Giacchetti» ed a farne parte sono stati chiamati «Federico Nannurelli, responsabile del procedimento; Franca Nesta, dipendente del Comune di Terni esperta in ricerche archivistiche e documentali; Omero Mariani, dipendente del Comune di Terni, esperto in politiche turistiche; Vladimiro Coronelli, volontario esperto in paleografia, ricerche sulle fonti storiche e documentali; Stefano Notari, volontario esperto nei servizi di accoglienza turistica e marketing territoriale; Miro Virili, volontario esperto in paesaggio e beni culturali; Luca Tomìo, volontario esperto in critica e storia dell’arte (lo studioso a cui si deve la clamorosa scoperta: ndr)Sebastiano Pasero, dipendente del Comune di Terni, funzionario giornalista».

La Cascata delle Marmore vista da Leonardo da Vinci

La Cascata delle Marmore vista da Leonardo da Vinci

La strategia Lo sviluppo di un Piano integrato di valorizzazione strategica, dice il decreto del sindaco, «è alla base della creazione di un sistema di eccellenza che prevede l’implementazione di una precisa strategia di valorizzazione, combinata alla realizzazione di un modello di gestione integrata del patrimonio naturale e culturale, tanto negli aspetti legati al recupero, quanto a quelli legati al processo di innovazione». La Cascata, prosegue il documento, «è parte di un grande sistema di opere idrauliche che coinvolge l’intero bacino del Nera–Velino e deve essere letta non solo come bene paesaggistico e naturale ma soprattutto come ‘bene culturale’, patrimonio di due città (Terni e Rieti) e nello stesso tempo luogo d’Europa, parte importante, attraverso il Gran Tour, della cultura occidentale ed elemento significativo e costitutivo dell’identità Europea. Con il Gran Tour qui sono venuti tra il settecento e l’ottocento da tutta Europa, intellettuali, artisti, poeti, pittori, filosofi, scienziati, politici, storici, insomma gran parte dell’intelligenza europea. Non solo hanno visitato questo monumento, ma l’hanno raccontato nei loro diari e nei loro libri, l’hanno cantato nelle poesie, dipinto nei loro quadri e illustrato nelle stampe che sono conservate nei più grandi musei del mondo». In realtà oggi sappiamo che tutto è cominciato molto prima, con Leonardo da Vinci, ma nel documento si dice solo che «nel corso delle varie attività di studio e di ricerca sul valore immateriale della Cascata delle Marmore sono state individuate raffigurazioni rappresentative della Cascata delle Marmore e della Valle di Terni che non sono legate solo al periodo storico più conosciuto (rappresentazione artistica dei Plenaristi), ma a periodi antecedenti che risalgono addirittura al XV Secolo e legati a maestri del Rinascimento».

cascata-leonardoL’Unesco E sì che, forse, un’aggiornatina al testo del decreto gliela si poteva anche dare, invece di ribadire che «quando si visita la Cascata dobbiamo essere consapevoli di essere all’interno di questo scenario e che siamo di fronte ad un soggetto che è patrimonio non solo della cultura locale ma anche di quella Europea, così come di molti altri Paesi del Mondo. Sulla base di queste considerazioni è stato avviato il Progetto Unesco della Cascata delle Marmore. Progetto che tiene conto del programma lanciato nel 1999 dal Comitato Esecutivo per l’Unesco sui ‘Capolavori del Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità’. La Cascata delle Marmore, può rientrare nella definizione di ‘patrimonio culturale immateriale dell’Umanità’ perché rientra nell’ambito delle ‘tradizioni ed espressione, incluso il linguaggio, intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile». Ecco, magari un paio di righe aggiuntive, nelle quali dire che se la Cascata ha richiamato l’attenzione di uno come Leonardo da Vinci, forse non è il caso di star lì a fare tanto i difficili, ci potevano stare. Forse.

Il lavoro da fare Ma sicuramente a questo penserà l’altro Comitato, quello che metterà in piedi la Fondazione Carit, «il cui cospicuo sostegno – aveva spiegato Luca Tomìo a umbriaOn – si concretizzerà, nell’immediato, con la costituzione del gruppo di lavoro di cui faranno parte Vittorio Sgarbi, Francesco Scoppola (il direttore generale per istruzione e ricerca del Mibact; ndr), Cristina Acidini (la presidente dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze; ndr), Elisabetta David (direttrice dell’archivio di Stato di Terni; ndr). Eike Schmidt (il direttore della galleria degli Uffizi; ndr) ha poi sancito, proprio davanti all’originale del disegno di Leonardo – aveva detto ancora Tomìo – l’adesione a questo comitato di Marzia Faietti, la direttrice del Gabinetto dei disegni e delle stampe degli stessi Uffizi». Un comitato, come si vede, di altissimo livello e di cui lo studioso che ha dato origine al tutto sarà il terminale operativo sul territorio.

I tempi e strategie Il gruppo di lavoro, al quale il comitato a cui ha dato vita il Comune non potrà che fare da supporto, ha un doppio obiettivo temporale: sul lungo periodo quello del 2020, quando il ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci sarà esposto alla Galleria Nazionale di Perugia, ma sul breve «quello di far ritornare la città di Terni alla vocazione turistica che per secoli ha esercitato come uno dei grandi poli attrattivi del fenomeno europeo del Grand Tour. Non dimentichiamo che prima di diventare il baricentro della politica industriale del centro Italia a partire dalla fine dell’Ottocento, Terni e il suo territorio sono stati descritti per secoli come un ‘paradiso terrestre’ sia naturalistico che artistico e archeologico. La Fondazione Carit, già impegnata in questo senso nel progetto dei Plenaristi, vuole fortemente questo rilancio ed in questo senso mi sono assunto personalmente – è l’impegno di Tomìo – la responsabilità di ottenere risultati rapidi, entro sei mesi».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli